Luci da Premio Oscar
Lunedi 19 Settembre 2011 alle 09:18 | 0 commenti
Il concerto del Premio Oscar Ennio Morricone, che ieri sera ha invaso piacevolmente una domenica uggiosa del settembre vicentino, non ha tradito le aspettative: nonostante la rinuncia alla splendida cornice di Piazza dei Signori, la magia si è compiuta (clicca qui per link sezioni video e foto, n.d.r.).
Gli eroi della serata
Fuori, davanti al Maxi Schermo, nel parcheggio del Teatro Comunale, sotto una pioggia scrosciante, una folla armata di ombrello non vuole perdersi l'evento e si esalta e applaude davanti a tanta bellezza, e non mancano fischi al Ministro Galan, dopo i tagli al settore della cultura. È il popolo di Vicenza che partecipa nonostante l'esclusione, nonostante il temporale, lasciateci rendergli un tributo, questi vicentini se lo meritano. Anche loro si ricorderanno questo momento unico e irripetibile, perdoneranno anche qualche pecca nell'organizzazione.
Il momento delle autoritÃ
È il Sindaco Achille Variati a dare inizio alle danze, rendendo omaggio alla figura di Andrea Palladio e ricordando come in un momento così difficile, di crisi mondiale, che tocca da vicino anche il mondo imprenditoriale e del lavoro vicentino, quella di ieri possa essere definita "una serata della speranza", un punto di ripartenza. Proprio nel solco di quest'idea, il gesto filantropico della Gemmo, storica azienda che ha progettato e finanziato la nuova veste del centro storico vicentino e l'evento di ieri, oggi leader nell'impiantistica tecnologica, nell'illuminazione e nei servizi di facility management di impianti, appare inserirsi pienamente perché, come affermato dalla stessa Irene Gemmo, chiamata sul palco, "questo è un momento che ha bisogno di grandi atti di coraggio".
Prende la parola anche il Ministro Galan e di seguito Alessandro Gassman, direttore del Teatro Stabile del Veneto: entrambi ci hanno ricordato come il Veneto sia una regione dove la cultura è viva e le iniziative, grazie anche agli investimenti dei privati, non mancano.
Poi l'annuncio e sul grande schermo si accendono le luci lunari che d'ora in poi illumineranno le passeggiate dei vicentini per il centro storico: la bellezza architettonica si esalta al chiarore dei nuovi led.
Ma è solo quando il Maestro entra in sala e stringe la mano al primo e al secondo violino che prende forma la storia.
La magia
È quando gli archetti si levano in alto e i fiati fanno vibrare la sala che ci accorgiamo che questa sarà una serata memorabile, uno di quegli eventi che marchiano a fuoco per restare: la storia del cinema prende colore, suoni che evocano storie, immagini.
Da "The Untouchables" (ndr. "Gli Intoccabili"), passando per "C'era una volta in America", "La leggenda del pianista sull'oceano", "Metti una sera a cena", o ancora "C'era una volta il West", "La battaglia di Algeri", "La classe operaia va in paradiso", solo per citarne alcuni, fino a una conclusione appassionata e commovente con l'assolo dell'oboe e del flauto traverso di Mission: 160 elementi dell'Orchestra Roma Sinfonietta, un coro maestoso, Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano, e una voce palpitante, quella del soprano Susanna Rigacci.
La platea è estasiata, tutti in piedi per richiamare sul palco per ben tre volte il Maestro, una voce si alza sugli applausi "Maestro è un mito!"; scuote la testa Morricone, uomo schivo, non ama queste piaggerie, come tutti i geni. Sì, è effettivamente un mito della musica e del cinema, imbarazzante sentirselo dire, ma è certamente vero.
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