L'ospedale unico dell'Ovest Vicentino, ora o mai più
Mercoledi 4 Aprile 2012 alle 09:50 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 231
Di Giuliano Ezzelini Storti
Cinquanta milioni di euro non sono una "partita" da sottovalutare, soprattutto in un periodo di crisi e soprattutto quando si parla di sanità e di ospedali. In un momento in cui i finanziamenti pubblici hanno raggiunto il minimo storico i cinquanta milioni di euro già belli e pronti, destinati a un ospedale pubblico unico a Montecchio in sostituzione di due strutture obsolete e mal fornite, non sarebbero da trascurare.
Ma davvero è cosa già fatta? Se si guardavano fino a qualche tempo fa gli atti della V Commissione del Consiglio Regionale e le decisioni della conferenza dei Sindaci dell'Ulss 5 si sarebbe data senza dubbio una risposta positiva. Ma si sa che i soldi fanno gola a tutte le Province e non solo ai comuni dell'ovest vicentino. Il primo a lanciare l'allarme è stato il consigliere regionale Stefano Fracasso con l'invito alla Conferenza dei sindaci dell'Ulss n° 5 a fare presto e a non lasciarsi sfuggire questa occasione di finanziamento. Se non ci si facesse avanti subito, questi soldi sarebbero inesorabilmente persi e, addirittura, potrebbero finire a Padova e non essere più finanziati in futuro. La parola d'ordine è, dunque, sbrigarsi, anche perché in una desolante prospettiva di contrazione delle spese sanitarie bisogna garantire alla comunità un ospedale moderno ed efficiente, con medici ed infermieri in numero adeguato. Oggi invece - e sicuramente la situazione andrà peggiorando in futuro - si hanno a disposizione soltanto pochi operatori sparsi su due ospedali, quelli di Montecchio e di Arzignano, ormai piuttosto scomodi ed obsoleti. Anche le categorie economiche dell'ovest vicentino, mai come ora unite, si sono battute per dire che quei soldi vanno fermati qui, vanno utilizzati a Vicenza e non vanno trasferiti a Padova. Se ciò non bastasse anche il Sindaco di Arzignano da ragione al Consigliere Fracasso e dalla sua parte si schiera anche l'Associazione "No alla Centrale". Dunque, sembrerebbe che l'intera comunità dell'ovest vicentino stia sulla strada di prendere, per una volta tutta compatta, posizione a favore dell'ospedale unico.
Mancano, tuttavia, ancora molti all'appello. In certi casi, il silenzio di alcuni sembra parlare a favore dell'ospedale "di campanile" per meri fini di opportunità politica. Questo modo un po' ottuso di non prendere posizione per difendere l'ospedale sotto casa sembra far prevalere la contingenza sulla lungimiranza, con tutte le conseguenze che ne potranno derivare. Il punto, che pare piuttosto ovvio, è il seguente: può la nostra comunità buttare via una struttura da 50 milioni di euro di soldi pubblici già finanziati per la piccolezza o la miopia di alcuni Primi Cittadini?
È lecito tuttavia che la comunità si chieda se veramente sia necessario un ospedale unico; se ha ragione chi non prende posizione; se un ospedale unico non sia altro che un'ulteriore speculazione immobiliare su cui tutti cercano di fare qualche guadagno. Cercare di risolvere questi dubbi cruciali e chiarire subito e con forza che quel finanziamento va investito subito e bene piuttosto che perso sarebbe il compito fondamentale della politica locale.
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