L'ospedale S. Bortolo di Vicenza è il primo in Italia a utilizzare la tecnologia BabyBe
Venerdi 22 Settembre 2017 alle 21:58 | 0 commenti
L'Ospedale S. Bortolo di Vicenza è il primo in Italia e il terzo al mondo - dopo quelli di Santiago del Cile e di Eindhoven in Olanda - ad utilizzare una tecnologia all'avanguardia che consente ai bambini ricoverati in Patologia Neonatale, in quanto nati prematuri o con altre patologie, di essere assistiti percependo comunque il battito cardiaco e il respiro della mamma, ricreando così la sensazione di essere sempre a contatto diretto con lei. Si tratta di BabyBe, una tecnologia ideata dal dott. Camilo Anabalon, neonatologo e ricercatore cileno, basata su uno specialissimo cuscino in softgel creato da un'azienda vicentina, la Technogel Italia di Pozzoleone.
L'idea è nata da un progetto di ricerca condotto durante un master che ha coinvolto parte dell'equipe medica della patologia Neonatale di Vicenza, in cui si illustrava, con evidenze scientifiche, l'importanza del contatto tra la madre e il bambino nel mantenere la stabilità dei parametri vitali del prematuro. Come noto però la termoculla, fondamentale per mantenere la stabilità della temperatura dei bambini nati prematuri, impedisce, anche per diverso tempo, l'immediato ed importante legame fisico tra madre e figlio: nei casi migliori il contatto è limitato a un'ora al giorno, rallentando i tempi di ripresa del piccolo paziente. Come mantenere dunque tale contatto preservando allo stesso tempo il bambino dai rischi di eventuali infezioni? Da qui lo sviluppo di BabyBe: un primo cuscino realizzato con uno speciale "Technogel", avvicinato al ventre della madre, riconosce il battito cardiaco e il movimento del torace a seguito del respiro e li trasforma in segnali che vengono inviati via wireless al cuscino nella culla termica che, grazie al technogel, trasferisce al neonato la sensazione di vicinanza fisica alla madre; non solo, ma anche la musica e la voce della madre possono essere trasmesse al materassino, attraverso un dispositivo sonoro esterno.
I risultati della prima applicazione in Italia
Come anticipato, il primo e finora unico ospedale in Italia a utilizzare BabyBe è il S. Bortolo di Vicenza, dove fin dai primi mesi di utilizzo si è dimostrato uno strumento di grande utilità : «Subito il bambino si tranquillizza - spiega il dott. Massimo Bellettato, direttore dell'U.O.C. di Pediatria dell'ospedale vicentino -, rendendo più sereno e fisiologico lo stare nella termoculla, inoltre si riducono i livelli di cortisolo, ormone dello stress che può influire negativamente sul benessere del bambino. La confortante presenza della madre è ricreata nel contatto tra il bambino e il softgel, che richiama la morbidezza e il tepore del corpo materno, con un effetto rassicurante che ha una sostanziale efficacia terapeutica».
Proprio il dott. Bellettato, rimasto colpito dai risultati dello studio, aveva avanzato la richiesta di poter adottare il BabyBe presso il reparto di Patologia Neonatale dell'Ospedale San Bortolo: una richiesta che ha trovato subito il pieno supporto della Direzione Generale e dell'associazione Team for Children Vicenza onlus, che da anni sostiene con numerose iniziative la raccolta di fondi per la Pediatria dell'ospedale vicentino. Proprio l'Associazione ha donato infatti all'ospedale le apparecchiature, mentre lo speciale softgel è stato fornito gratuitamente direttamente dall'azienda produttrice Technogel Italia.
«Questa innovazione non è arrivata per caso a Vicenza - sottolinea Giovanni Pavesi, direttore generale dell'ULSS 8 Berica -, in quanto è solo l'ultimo dei risultati di un reparto di Patologia Neonatale dove l'innovazione, l'aggiornamento scientifico e l'attenzione e sensibilità nei confronti dei piccoli pazienti e dei loro genitori vanno di pari passo. Ringrazio l'Associazione Team For Children Vicenza onlus e l'azienda Technologel Italia per averci permesso di realizzare questo ulteriore progresso, che si inserisce in una rete di professionalità , dotazioni e servizi che oggi rendono il S. Bortolo un punto di riferimento per la presa in carico dei pazienti pediatrici, a livello regionale e non solo».
Con questa nuova dotazione, si conferma infatti l'eccellenza del reparto di Patologia Neonatale dell'Ospedale S. Bortolo, tra le realtà più avanzate in Italia in questo ambito di specializzazione: ogni anno sono circa 350 i neonati ricoverati nella Patologia Neonatale dell'ospedale di Vicenza e tra questi circa 250 prematuri, tra i quali circa un quarto con un peso inferiore a un 1,5 kg. Il reparto vicentino si è infatti affermato come un punto di riferimento regionale in questo ambito, in grado di gestire tutte le patologie tipiche dei nati prematuri. Un impegno portato avanti anche con iniziative particolari, come l'adesione al network mondiale VON che riunisce alcune delle più importanti Patologie Neonatali in tutto il mondo, con l'obiettivo di scambiare esperienze e confrontarsi per accrescere continuamente e reciprocamente le proprie conoscenze. E proprio all'interno di questo network è nata, più recentemente, l'adesione del S. Bortolo - unico ospedale in Italia - ad un programma di utilizzo razionale della terapia antibiotica nel trattamento dei bambini prematuri, con i primi risultati dell'esperienza vicentina che sono stati presentati nei giorni scorsi a Chicago, in occasione di un convegno internazionale.
Tra le iniziative degne di nota va ricordata inoltre anche la Banca del Latte Umano Donato (BLUD), attivata alla fine del 2015 e diventata subito un successo: grazie alla grande generosità delle mamme vicentine, infatti, già nel giro di sei mesi la Banca ha permesso al reparto di raggiungere la piena autonomia rispetto al fabbisogno necessario per alimentare esclusivamente con latte materno tutti i neonati prematuri ospiti della Neonatologia del S. Bortolo (ulteriori informazioni su questo progetto sul sito www.allattandovi.it).
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