Lorenzin e Apindustria: no a questo decreto sui mancati pagamenti
Lunedi 5 Novembre 2012 alle 19:01 | 1 commenti
Apindustria Vicenza - "Non riusciamo a comprendere i consensi espressi sul recente decreto governativo che, recependo la direttiva europea 2011/7, obbliga da un lato l'Amministrazione pubblica a saldare i propri debiti nei confronti delle imprese nell'arco di 30, massimo 60 giorni, mentre dall'altro deteriora il quadro delle norme che dovrebbero tutelare la regolarità dei pagamenti tra impresa e impresa. Un ennesimo provvedimento che tutela le grandi industrie e non certo le micro e piccole aziende che costituiscono l'ossatura economica e produttiva del nostro Paese".
Flavio Lorenzin, presidente di Apindustria Vicenza, entra nel merito e si spinge oltre: "Come dimostra una nostra indagine su 500 imprese Venete, solo una piccolissima percentuale di aziende manifatturiere vanta crediti nei confronti della P.A., mentre la stragrande maggioranza, dal punto di vista dei mancati pagamenti, è di fatto ostaggio delle grandi industrie. Questo decreto non prevede alcuna garanzia in riferimento ai rapporti tra imprese manifatturiere, che riguardano il 97 per cento dei crediti non riscossi". "Il Governo -prosegue il presidente di Apindustria Vicenza- finge di non sapere che in altri Paesi, ove esistevano condizioni simili alle nostre, i ritardi nei pagamenti sono stati risolti sottraendo i termini di pagamento alla libera contrattazione tra le parti. A ben vedere, questo decreto riesce perfino ad aggravare il già pessimo status quo del sistema. Abbiamo portato la questione all'attenzione del congresso nazionale dei Radicali, svoltosi nello scorso fine settimana a Roma e stiamo contattando molti esponenti dei partiti che sembrano non aver assolutamente compreso la portata negativa di questo provvedimento. Il presidente del consiglio Monti, nella conferenza stampa di presentazione del decreto -conclude Lorenzin- ha affermato che il governo ha voluto tutelare quelle piccole imprese che non hanno finora abbassato la testa, mentre in realtà sarà proprio lui a far scendere definitivamente la lama della ghigliottina".
Le nuove regole, che scatteranno per le transazioni commerciali che si concluderanno dal 1° gennaio 2013 in poi, secondo una nota degli esperti fiscali di Apindustria Vicenza, non muteranno di una virgola la pesante situazione creata da imprese, spesso subappaltatrici, che con la loro politica di vergognosa dilazione dei debiti, hanno costretto molti imprenditori a chiudere i battenti o li hanno posti di fronte ad una forte crisi di liquidità . Nell'ambito del decreto sulle liberalizzazioni e in particolare per ciò che concerne il settore agroalimentare -sottolinea la nota- si è ritenuto doveroso fissare l'improrogabilità dei pagamenti. Non si capisce perché qui si lasci alla contrattazione tra imprese una libertà contrattuale tale da non porre alcun effettivo limite temporale, da un punto di vista sostanziale, se i termini sono pattuiti per iscritto. L'unica limitazione, del tutto marginale, sarebbe data dall'ipotesi in cui i termini stabiliti siano "gravemente iniqui per il creditore", con la possibilità che il Giudice, a distanza di anni, dichiari la nullità del contratto. La bozza del testo emanata dal governo inoltre prevede la possibilità che, nei rapporti tra privati, le imprese stabiliscano, inoltre, pagamenti rateali senza limitazione ed elimina l'effetto di deterrenza costituito dall'interesse di mora, previsto dalla disciplina in vigore. Insomma, oltre al danno la beffa!
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