Opt, la madre di tutte le truffe finali: 70% dei soci BPVi e Veneto Banca aderisce, "grazia" i responsabili del crac e svuota le associazioni, ora in lite fra loro. E tutte senza peso
Lunedi 18 Dicembre 2017 alle 23:45 | 0 commenti
Col ridursi delle possibilità di far recuperare qualcosa di accettabilmente dignitoso ai propri iscritti, scoppiano sempre più virulente le liti tra le varie associazioni di soci truffati della fu Banca Popolare di Vicenza e della ex Veneto Banca. Queste divisioni sono un'altra delle cause del mancato soddisfacimento delle legittime richieste delle decine di migliaia di piccoli soci risparmiatori sopravvissuti con ostinazione, non ripagata ad oggi da un minimo di risultati, al circa 70% del totale degli azionisti retail che avevano acquisito azioni dal 2007 in poi e che sono stati "furbescamente" staccati dalla massa dei truffati dalla proposta delle banche al loro "fine vita" di un'Offerta pubblica di transazione (Opt) al 15% in cambio anche della fondamentale rinuncia ad azioni legali contro banche e management.
Intanto quella rinuncia alle azioni legali in cambio di un po' di denaro (magari, per carità , necessario a chi l'ha preso ma quello rimane sempre denaro scambiato con la legalità ) è il prodromo all'impunità dei responsabili dei crac bancari che ora siamo pronti ad imputare solo alla magistratura, che farà , si spera, il suo dovere ma senza particolari pressioni etiche visto che il 70% dei danneggiati dal 2007 in poi (circa 80.000 soci) ha transato anche con i dettami della parte punitiva della legge...
Poi quell'adesione di massa all'Opt ha svuotato di forza d'urto le associazioni che hanno cominciato a contendersi i residui iscritti che, illusi dallo stare insieme e attratti dagli ipotetici costi minori per la loro tutela rispetto a quelli degli studi legali, potevano dare linfa alle loro azioni non sempre disinteressate e caratterizzate spesso più da manifestazioni mediatiche e populiste che da attenti studi, tecnici, delle azioni da intraprendere contro i marpioni bancari e finanziari.
Una parte di queste associazioni, riunita in un non troppo... unito coordinamento, ha puntato con richieste minimali su un fondo di ristoro di qualche decina di milioni, con in più la speranza che possa essere alimentato nel tempo, per i soci residui, quelli che non hanno aderito all'Opt, truffati per circa un miliardo.
Queste associazioni si sono, quindi, dedicate, per ottenere il fondo al foto finish della finanziaria, al "colloquio" con un mondo politico formato per la gran parte e nel migliore dei casi da volenterosi ma poco competenti rappresentanti e per la componente più ristretta, quella che decide, dagli stessi politici che hanno gestito le crisi bancarie nel modo che conosciamo (i nostri lettori meglio di quelli di altri giornali...), se per incapacità o sudditanza della politica alla finanza o per un micidiale mix delle due lo sta dicendo la storia dei fatti.
L'altra parte delle associazioni, complessivamente minoritaria, anche se formata dalla corposa e corpulenta "Noi che credevamo nella BPVi" e dal "mistico" e venetista Coordinamento di don Torta, per forza di cose è stata più rumorosa puntando più che su un risultato concreto, anche se magari più sostazioso del mini fondo, sullo scontro con richieste di miliardi di euro che non solo non potevano trovare ascolto ma che non sono neanche giustificabili con i numeri.
Se pensate, poi, che i due gruppi, i dialoganti e i manifestanti, possano realmente pesare, come massa d'urto, sui "decisori" beh ricordiamoci, intanto, da dove sono partiti: da una platea di possibili interessati del 30% dei soci traditi, visto che l'altro 70% aveva mollato, a torto o a ragione, la battaglia cascando nella trappola ordita da chi voleva zittire loro con un contentino per azzerare gli altri: l'Opt, madre di tutte le truffe finali.
E di questo 30% (meno di 30.000 persone) una buona parte ha mollato del tutto mentre il 70% delle circa più di 9.000 costituzioni come parti civili nei due processi appena iniziati con le udienze preliminari sono state affidate agli studi legali singoli e non agli avvocati delle associazioni.
E allora cosa volete che contino anche per i politici vicini alle elezioni le 10-20.000 persone ancora da tacitare con un altro contentino o da mettere in conto come fieri avversari?
Anche se le contassimo come 10-20.000 famiglie, come vogliono i "manifestanti" per aumentare il loro peso in voti, i politici lo sanno che non varrebbe la pena mettersi contro il "sistema" per loro, tanto le centinaia di migliaia di famiglie incazzate, quelle dei 70.000 che hanno transato con le ex venete e quelle che sono rimaste bruciate con le altre banche, non sono più recuperabili anzi si incazzerebbero di più se chi ha resistito venisse trattato meglio di loro.
Quelle centinaia di migliaia di famiglie, questa è la nostra idea e anche quella dei prossimi candidati alle politiche del 2018, non voteranno contro questo governo.
Ma, convinte come sono che ogni altro governo avrebbe subito ugualmente i poteri della finanza, quelle famiglie diserteranno le urne.
E, quindi, non contano.
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