Lonigo, confronto pubblico su Pfas. Barbara Degani: stanzieremo fondi a fronte di progetti
Lunedi 16 Maggio 2016 alle 08:17 | 0 commenti
Coordinati da Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, gli attivisti hanno rilanciato l’allarme. «E non perché siamo allarmisti noi — ha puntualizzato il dottor Edoardo Bai dell’Associazione medici per l’ambiente — ma in quanto finora sono state divulgate informazioni false e riduttive. Per esempio: perché dire che serve un miliardo per lo screening sanitario, quando invece quella cifra potrebbe essere più utilmente impiegata per le bonifiche e basterebbero diecimila euro per una seria indagine di incidenza delle malattie?». Una ricerca che il Comune di Lonigo si è già detto disposto a finanziare. «Quello che chiediamo a Matteo Renzi — ha spiegato il sindaco Restello — è di sostenere le spese dei filtri, delle analisi, del progetto di deviazione delle acque che richiede 108 milioni. Il problema è che il premier considera il Veneto un nemico perché molti di noi sono leghisti, ma questa comunità non è nemica dello Stato». Dopo l’esposto presentato dai Comuni giovedì scorso in procura a Vicenza contro l’azienda Miteni, ritenuta responsabile dell’inquinamento, domani i sindaci di Lonigo, Sarego, Sovizzo e Trissino saranno ascoltati dalla commissione parlamentare sulle ecomafie («Un passaggio importante perché viene data vera voce al territorio», ha commentato il deputato dem Federico Ginato). Ma intanto tocca all’esecutivo dare risposte. «Mi fa piacere che il governatore Luca Zaia ci abbia mandato una lettera indicando anche la cifra necessaria — ha chiosato il sottosegretario Degani, confermando «entro luglio» il decreto sui limiti — ma questa deve incardinarsi in una programmazione concreta. Come abbiamo dimostrato sul rischio idrogeologico, liquidando 100 milioni per buoni progetti, non trascureremo il Veneto neanche questa volta». Intanto l’associazione «La Terra dei Pfas», nata a fine aprile nello studio dell’avvocato padovano Giorgio Destro, continua a crescere. A due settimane dalla sua fondazione si sono iscritti in cento con l’obiettivo di dar vita ad una class action contro l’azienda di Trissino finita sotto la lente. Non solo: la presidente Renza Pregnolato ha anche incaricato l’avvocato Destro e il collega vicentino Edoardo Bortolotto di contattare a nome dell’associazione il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri per dare una mano, in qualità di consulenti, nelle inchieste aperte dalla procura berica sull’inquinamento da Pfas. «Solo dopo — ha commentato l’avvocato Destro — prenderà piede la class action che potrà anche avere un ruolo attivo nella prosecuzione delle indagini, affidando alla dottoressa forestale Marina Lecis l’incarico di portare il proprio contributo tecnico-scientifico alle indagini».
Di A.Pe. N.M., da Il Corriere del Veneto
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