Lo strano caso di “Arteven”, Il Fatto Quotidiano: l’associazione senza concorrenti nei teatri del Veneto
Venerdi 22 Giugno 2018 alle 12:23 | 0 commenti
È possibile che un’associazione culturale che riceve finanziamenti regionali e statali si occupi della programmazione teatrale del Veneto senza che l’incarico segua le procedure di trasparenza e anticorruzione previste dal nuovo codice degli appalti? Sì, in Veneto è possibile. Arteven assolve a questo compito, non solo per piccoli comuni, ma anche per Venezia, Verona, Padova, Vicenza e per teatri importanti come il Toniolo e il Momo di Mestre di proprietà dell’amministrazione comunale.Â
Tutto con la procedura negoziata, senza l’apertura a offerte di altri concorrenti.
L’avvocato Davide Scano, che fu candidato per i 5S a sindaco di Venezia, ha presentato un esposto-denuncia alla Corte dei Conti del Veneto che rischia di aprire il pentolone dell’azienda culturale che opera in un’ottantina di enti e strutture teatrali, nonché dei suoi intrecci con la politica.
Il punto di partenza è la programmazione delle stagioni teatrali di prosa e danza nei teatri mestrini. L’â€attività gestionale – scrive Scano – è affidata quasi completamente all’esterno con il coinvolgimento di un ristretto gruppo di imprese private che, di anno in anno, sono divenute di fatto monopolisteâ€. E cita le determinazioni del dirigente del settore cultura del Comune di Venezia che lo scorso anno (e nei quattro precedenti) ha affidato l’organizzazione ad Arteven. Per legge dovrebbero essere invitate almeno cinque società , salvo eccezioni. E proprio a queste fanno riferimento le decisioni comunali, ovvero al fatto che “lo scopo dell’appalto consiste nell’acquisizione di una rappresentazione artistica unica e la concorrenza è assente per motivi tecnici e il valore è inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria†che è di 750 mila euro.
Scano contesta questi requisiti. L’importo per l’organizzazione è di 237 mila euro, quindi sotto la soglia, in realtà non vengono calcolati i proventi dei biglietti, che restano a favore della società organizzatrice. Scrive Scano. “In questo caso sembra vi sia stata un’arbitraria ed ingiustificata riduzione della base d’appalto, con conseguente elusione dell’obbligo di indire una gara sopra soglia. L’importo risultante dalla sommatoria del prezzo pattuito (a carico del Comune) e dei biglietti/abbonamenti stimati per la stagione 2017-18 avrebbe superato abbondantemente la soglia di 750 mila euroâ€. Secondo l’esponente M5S il valore sarebbe di circa un milione, a cui vanno aggiunti altri benefici contrattuali (personale, pubblicità , ufficio stampa). Ma viene contestato anche che ci si trovi in presenza di un servizio “infungibileâ€, ovvero l’organizzazione “di una rappresentazione artistica unicaâ€, ove “la concorrenza è assente per motivi tecniciâ€. Invece la concorrenza di società private esiste, ma non è valorizzata.
Nel cda di Arteven siedono tre persone con una connotazione politica ben precisa. Il presidente Leandro Comacchio è stato cronista de La Padania, segretario della Lega Nord a Padova e assessore alla cultura nella giunta Bitonci. Massimo Zuin è stato consigliere e assessore comunale Pd a Mira. Pierangelo Molena è stato dal 2010 al 2014 capo della segreteria di Sandro Simoniato (Pd) vicesindaco e assessore al bilancio del Comune di Venezia. La Regione ha finanziato Arteven con 500 mila euro all’anno dal 2013 al 2016 e con 350 mila euro nel 2017 e altri finanziamenti sono arrivati dal Ministero.
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