Italia a 2 velocità inizia nei banchi di scuola: 100 e lode nel Veneto 0,8%, in Calabria 2,1%
Martedi 2 Agosto 2011 alle 19:22 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord - L'articolo 34 della Costituzione Italiana parla chiaro: gli studenti meritevoli hanno diritto di raggiungere i più alti gradi di studio, cioè accedere all'Università e alle specializzazioni di grado elevato. Chi è lo studente meritevole che, giustamente, deve essere agevolato nel proseguio degli studi? Immagino sia lo studente che raggiunge una elevata votazione agli esami di maturità . Ne siamo sicuri? Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, anche quest'anno nel Sud Italia si registrano un numero doppio di 100 e lode rispetto al Nord. In Veneto questi studenti al top del top sono lo 0,8 per cento sul totale dei diplomati, in Lombardia lo 0,5 per cento, in Puglia l'1,8 per cento, in Calabria il 2,1 per cento.
In termini assoluti la Lombardia ha 256 studenti da 100 e lode, il Veneto ne conta 222, la Calabria 362: se pensiamo che la Calabria con poco più di due milioni di residenti ha meno della metà degli abitanti del Veneto, dobbiamo ammettere che registra una straordinaria concentrazione di studenti meritevoli. L'alternativa sarebbe dire che in Calabria, come un po' ovunque nel Mezzogiorno, il criterio di valutazione è oggettivamente diverso rispetto al Veneto o alla Lombardia. Se così fosse, verrebbe meno quel principio di uguaglianza che dovrebbe invece ispirare la formazione della classe dirigente.
Sappiamo, poi, che laurearsi al Nord costa molto, dal 13 fino al 32 per cento in più rispetto alla spesa sostenuta nel Mezzogiorno: per la spesa relativa a tasse e iscrizioni conviene studiare a Bari, rispetto che a Verona o Padova, anche se poi, se andiamo a guardare le analisi relative alla qualità , scopriremo che nelle grandi Università in vetta troviamo Bologna e Padova. Si dirà che la qualità si paga, ma in verità c'è la beffa, perché una laurea conseguita al Sud vale tanto quanto una laurea guadagnata in Veneto come ben sa chi intraprende la carriera dell'insegnamento scolastico o chi cerca lavoro nel pubblico impiego o vorrebbe fare carriera nella struttura pubblica. Non è un caso se gli accenti che predominanti tra i dipendenti dei pubblici uffici non sono esattamente settentrionali.
L'ipotetico curriculum vitae di uno studente meritevole del Sud avrebbe il vantaggio di voti elevati sin dalle scuole medie superiori, con minori sacrifici economici sostenuti dalle famiglie per giungere alla laurea. Non entro nella polemiche dell'Italia a due velocità e di un Mezzogiorno sistematicamente favorito dallo stato, che vede nel nord il rispetto rigido della regola (ne sanno qualcosa, oltre che gli studenti anche Comuni ed enti locali virtuosi) e nel sud, invece, l'interpretazione elastica della norma, che consente di avere un numero straordinario di studenti meritevoli o di Comuni, Asl, Province e Regioni con bilanci dissestati puntualmente ripianati da chi a Nord del Tevere da anni denuncia una disparità insostenibile.
Penso, piuttosto, ad un altro articolo della Costituzione Italiana, il terzo: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana....". Uguaglianza? Davanti ai dati scolastici emerge un sistema della diseducazione civile, un sistema che, dai banchi di scuola pone le premesse di clientele e assistenzialismo, un sistema che non permette al miglior Mezzogiorno d'affrancarsi e che puntualmente presenta il conto alle regioni produttive: quando leggiamo che c'è chi vive al di sopra dei propri mezzi (o dei propri meriti) il pensiero corre a questo impianto di inefficienze, clientele, assistenzialismi, sprechi che altrove, guardiamo al caso greco, hanno portato al fallimento dello stato.
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