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L'intervista: A Vicenza Mordechay Lewy, Ambasciatore di Israele presso il Vaticano

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 26 Maggio 2012 alle 15:10 | 0 commenti

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Di Paola Farina per VicenzaPiu.com con alcune sue riflessioni pubblicate di seguito all'intervista*.

In occasione del Festival Biblico l’Ambasciatore di Israele presso il Vaticano, Mordechay Lewy, è giunto giovedì 24 maggio a Vicenza (questo articolo è un ripristino di quanto pubblicato giovedì 24 maggio, ndr) in compagnia della moglie Rivka e dell’archeologo israeliano di fama mondiale Dan Bahat, accolti da “un tutto esaurito” alla sala del Palazzo delle Opere Sociali. 

 L’Ambasciatore non è ripartito immediatamente, ma ha voluto concludere la serata a Vicenza con una cena al Caffè Garibaldi, accolto dalla proprietaria Manuela Pietrobelli, assieme a un ristrettissimo gruppo di amici, tra i quali il sindaco Achille Variati. Ho posto qualche domanda a Mordechay Lewy senza voler proporre un’intervista vera e propria (che lascio volentieri ai giornalisti professionisti).

 

Cristiani ed ebrei hanno un libro di preghiere in comune ed in comune il retaggio di persecuzioni, i musulmani sono nostri cugini, a me Ambasciatore sembrano tanto lontani, lo sono veramente o  mi sbaglio io?

Dipende sino a che punto. Tutte e tre le religioni monoteistiche sono vicine l’una all’altra perché esse sostengono di discendere da Abramo. In ogni caso dobbiamo prendere in considerazione che la religione ebraica è la più antica, che la religione cristiana si è evoluta dall’ebraismo, e che la religione islamica venera il corano e non la Bibbia.

Ad ogni incontro multi religioso si rinnova l’incanto e riappare l’attitudine assoluta a mescolare le nostre diversità fino a creare l’illusione di un “romantico” punto di incontro, ma esiste questo punto d’incontro?

Noi crediamo nello stesso D-o e le religioni in sé stesse non sono violente.

Le religioni dovrebbero essere portatrici di messaggi di pace, invece spesso ci trova di fronte a vere battaglie mediateche e combattimenti corpo a corpo.

L’idea di pace nella religione è una visione di pace, non la realtà. In realtà la pace in terra può essere raggiunta senza nessun credo religioso, perché la pace non è una categoria morale, ma ha una funzione di compromesso pragmatico tra due narrazioni.

Quando l’uomo smetterà di applaudire all’apparenza e darà valore all’anima?

Sia l’ebraismo che il cristianesimo sono sensibili sia verso la corporalità che verso la spiritualità e non escludono nessuna delle due.

Che valore hanno questi incontri, quanto sono importanti e qual è l’impatto che possono avere sulla collettività multireligiosa?

Più dialoghiamo gli uni con gli altri, più ci conosciamo, e i muri di diffidenza cadono.

Posso affermare che questo Ambasciatore è per me una delle figure più belle che io abbia mai conosciuto nel mondo della diplomazia e mi ha insegnato che è nostro dovere facilitare la lettura di una comunicazione complessa, la cui semantica appartiene a differenti contesti, come è nostro dovere  riconoscere le similitudini e prendere coscienza delle nostre differenze…sono i primi passi comuni per arrivare al punto di incontro.

 

*

Per religione si intende un insieme di credenze e di atti di culto che esprimono il rapporto dell'uomo con il divino, ma l’individuo umano ha la tendenza a credere che la propria religione sia migliore delle altre e questo è “il grande collettivo errore” che porta alla difficile coesistenza. Ho vissuto da cristiana fino ai diciotto anni e da ebrea in seguito, perché la religione, secondo me, non è solo un culto, ma soprattutto uno stile di vita. Ho vissuto e vivo grosse conflittualità, ho posto mille domande ed ho cercato mille risposte (che non sempre sono arrivate), di qui la scelta di lasciare preti e rabbini in un angolo rispettoso, ma pur sempre un angolo e di proseguire per la mia strada, la relazione diretta con Dio e con lo Stato di Israele.

Il Festival biblico è un’iniziativa che merita rispetto e che va applaudita, perché credo che il senso sia quello di far vivere un paesaggio ricco di sedimentazioni religiose, attraversando i diversi percorsi e lasciando un segno di misticità positiva.

Spero che all’ Ambasciatore  Mordechay Lewy non dispiaccia se riporto una piccola parte di un Suo articolo pubblicato su Pagine Ebraiche e ripreso dall’Osservatore Romano il 20 gennaio del 2010, che è uno dei più belli ed incisivi che io abbia mai letto. “L’ebraismo si fonda sul riconoscimento dell’unità del genere umano, dell’aderenza ai principi morali e della verità, che regnano supreme sopra ogni uomo, a prescindere dalla razza o dalla religione. I Giusti non sono tali in virtù dei propri natali. I gentili possono aspirare a divenire Giusti come gli ebrei, secondo quanto citato nel Tosefta, Sanhedrin, 13, “I giusti tra i Gentili hanno il loro posto nel mondo a venire”. Nel Levitico “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (19, 18), si applica a ogni essere umano. Quei principi sono riconducibili a un rispettoso trattamento dell’”altro”. Nonostante le mutate condizioni di vita in Europa, le fonti rabbiniche medievali mostrano rispetto verso le altre religioni. Non solo Maimonide, ma anche Rabbi Menachem Hameiri di Perpignan (1249-1315) riconobbe nel suo commento al Talmud Beit Habechira che i musulmani e i cristiani meritano onestà nelle transazioni economiche, come “popoli definiti dai modi della religione” (commenti sui trattati Baba Metzia, 27a e Baba Kama, 113b”.

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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