Legge Veneto sui giochi, Confindustria-Sgi: con distanziometro aumenta offerta illegale
Giovedi 11 Settembre 2014 alle 20:31 | 0 commenti
Le normative sul gioco d’azzardo patologico (Gap) continuano a far discutere e oggi, giovedì 11 settembre 2014, dopo che in Commissione Sanità della Regione Veneto è ripreso l'iter legislativo per le proposte di legge presentate dai consiglieri di diversi schieramenti politici, la Federazione Sistema Gioco Italia di Confindustria, è intervenuta con i Vicepresidenti Giovanni Emilio Maggi e Massimiliano Pucci. Di seguito i comunicati ufficiali in merito di Agipro e Confindustria S.G.I.
Agipro - Il "distanziometro" non ha avuto alcun "effetto positivo in tutte le aree in cui è stato introdotto", anzi rischia di favorire la diffusione dell’offerta illegale sul territorio. Lo hanno sottolineato i rappresentanti di Sistema Gioco Italia, Giovanni Emilio Maggi (presidente dei concessionari di Acadi) e Massimiliano Pucci (presidente dell’associazione dei gestori slot Astro), nel corso dell'audizione alla Regione Veneto di oggi pomeriggio, in merito alla bozza di testo unificato “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio dalla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico (GAP)". Anzi, nell’ipotesi in cui la Regione Veneto dovesse rimanere dell’opinione di introdurre il criterio del distanziometro, che impedirebbe l’installazione di slot machine e l’apertura di punti gioco nei pressi di chiese e scuole distanti meno di 200 metri, si determinerebbe la chiusura di quattro punti “generalisti†su 10 (pari a 2.344 esercizi commerciali) e di 104 negozi “specializzatiâ€, pari al 28% del totale, favorendo l’aumento del gioco illegale. In Veneto, riferisce Agipronews, secondo i dati diffusi da SGI nel 2014, è già presente un’offerta non autorizzata, con 45 negozi aperti e collegati a bookmaker esteri privi di concessione statale. "L'espulsione del gioco legale comporta il conseguente aumento e consolidamento dell’offerta di gioco illegale, l'aumento dei fattori di rischio per la pubblica sicurezza, la riduzione delle entrate erariali e un danno occupazionale", hanno ancora spiegato da SGI ai consiglieri regionali. Un esempio è il caso della Provincia Autonoma di Bolzano, che ha la competenza speciale per il rilascio della licenza di pubblica sicurezza per i locali di gioco: la legge provinciale è stata seguita dalla dichiarazione della Giunta in merito alla “raggiunta impossibilità tecnica†di installare anche una sola slot all’interno dei bar. A un anno dall’entrata in vigore della legge provinciale, per 250 slot è stata inviata una diffida alla rimozione, 54 sale dedicate con scommesse e vlt sono state autorizzate dalla Provincia, mentre è esploso il contenzioso: sono circa 100 i ricorsi al T.A.R. presentati, di cui la metà ancora in corso. Per questo motivo, hanno sottolineato Maggi e Pucci, "sarebbe opportuno orientarsi come la Regione Lazio e la Regione Emilia Romagna che, conformemente a quanto previsto dal Decreto Balduzzi, hanno optato per non introdurre regimi di distanza". "Il criterio del distanziometro – hanno concluso – se applicato senza una vera conoscenza scientifica del problema del Gioco d’azzardo problematico e della sua estensione, non sembra costituire una valida soluzione; l’unico effetto che lo stesso è in grado di determinare è quello di generare una progressiva espulsione dai territorio dell'offerta di gioco legale. Non possiamo che ribadire come uno strumento di contrasto basato sul “distanziometro†sia tanto sbagliato quanto inefficace, tanto più in un contesto in cui l’evoluzione tecnologica ormai consente di giocare ovunque, anche dal proprio smartphone o tabletâ€.
Federazione Sistema Gioco Italia di Confindustria - La Federazione Sistema Gioco Italia di Confindustria esprime la propria soddisfazione per l'invito da parte della Quinta Commissione consiliare presso il Consiglio regionale del Veneto all'audizione in merito alla proposta di Legge “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio dalla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico (GAP)", alla quale hanno oggi partecipato i Vicepresidenti Maggi e Pucci.
La realtà Confindustriale del gioco lecito è da tempo impegnata in un serio confronto di merito e di metodo con tutte le Istituzioni Locali per affrontare le criticità che territorialmente possono essere censite in relazione all’impatto socio-ambientale generato. “Come operatori – ha dichiarato Giovanni Emilio Maggi - siamo i primi a voler contrastare il fenomeno del gioco patologico, fenomeno che va però misurato e valutato in modo obiettivo e scientifico, così da poterlo affrontare al meglio e con i giusti strumentiâ€.
Nell’attesa di studi epidemiologici ufficiali, una stima dei giocatori problematici in Italia (definizione che non significa giocatori affetti da dipendenza o GAP: questi sono una frazione dei giocatori problematici) è pari all’1,65% della popolazione adulta e la si può trarre dalla ricerca “Gioco Problematicoâ€, presentata nel 2013 da Ipsos e dall'Università La Sapienza di Roma.Â
La Regione Veneto sta ipotizzando di istituire, fra gli altri interventi, molti dei quali certamente condivisibili, le distanze dei punti di gioco da luoghi sensibili, il cui esito sarebbe un'espulsione ed una “ghettizzazione†del gioco lecito e un non voluto, ma reale, via libera al gioco illecito nelle aree a maggior urbanizzazione.
"Va rammentato - ha dichiarato Massimiliano Pucci - che non si riscontra alcun effetto positivo nelle aree in cui il criterio del “distanziometro†è stato introdotto, come stanno dimostrando le esperienze della Regione Liguria e della Provincia di Bolzano che vedono un fortissimo aumento dell’offerta di gioco illegale e nessun calo del numero di giocatori patologici, come attestato dai SERT. E’ stata proprio la Questura di Genova a lanciare l’allarme, constatando che un modello che non prevede più il “gioco lecito†nelle aree urbane lascia spazio all’inevitabile “offerta alternativa†dell’illegalità ."
Dal punto di vista pratico, tutte le simulazione effettuate sull’impatto dei divieti di installazione della rete legale sotto specifiche distanze hanno dimostrato che si assisterebbe ad una chiusura di numerosissimi punti sul territorio con l'effettivo rischio di totale, quanto illegittima, espulsione della rete di gioco legale e conseguenti ricadute occupazionali, sociali e di pubblica sicurezza.
“Non possiamo che ribadire - hanno concluso Maggi e Pucci - che uno strumento di contrasto basato sul “distanziometro†è tanto sbagliato quanto inefficace, tanto più in un contesto in cui l’evoluzione tecnologica ormai consente di giocare ovunque, anche dal proprio smartphone o tablet. Ribadendo l’importanza che riveste per noi il dialogo con gli Enti Locali e verificata la condivisione degli obiettivi, auspichiamo che l’audizione odierna sia l’avvio di un confronto concreto e costante con la Regione Veneto e tutto il territorioâ€.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.