Quotidiano | Categorie: Politica, Agricoltura

Legge anticemento, Manzato: sparite dal testo del governo le norme di salvaguardia

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 22 Novembre 2012 alle 11:33 | 0 commenti

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Regione Veneto  -  "Quello che preoccupa non è il menefreghismo statale nei confronti delle Istituzioni locali, ma l'incapacità di accettarne i contributi, specie se positivi, in nome di un centralismo di ritorno che non ha mai, dico mai, dato segni di efficienza, se non quando si è trattato di esigere". La butta in "politica" l'assessore all'agricoltura del Veneto Franco Manzato che, dopo aver plaudito alla presentazione formale da parte del governo della proposta di legge anticemento, si è accorto assieme ai colleghi delle altre Regioni che il vero contributo dato dalle regioni non era neppure stato preso in considerazione ed era sparito dal testo licenziato dal Consiglio dei Ministri.

"Sto parlando della clausola di salvaguardia, che prevedeva un blocco immediato di tre anni dall'approvazione della Legge per ogni modificazione dell'uso del suolo, per evitare assalti alla diligenza dell'ultima ora in attesa che venga portato a termine tutto il complesso iter burocratico - amministrativo - istituzionale previsto dal testo governativo. Il quale prevede sì la salvaguardia del territorio agricolo, ma di fatto ci vorranno anni perché questa sia effettiva, mentre noi volevamo che invece lo fosse da subito".
Le Regioni hanno formalmente obiettato che "il testo così come approvato dal Consiglio dei Ministri presenta numerose lacune, probabilmente generate da un approccio parziale ad una problematica complessa e multidisciplinare, e risulta essere di difficile applicazione concreta, portando al paradosso di esporre, nella prima fase di applicazione, ad una corsa alla cementificazione". "Fa rilevare, altresì, le criticità relative alla ripartizione costituzionale delle competenze tra Stato e Regioni nei diversi ambiti in cui interviene il provvedimento".
"Io aggiungo che a pensar male si rischia di indovinare - ha concluso Manzato - e così com'è questa sembra una proposta di legge elettorale alla ricerca di un facile consenso ma, nel migliore dei casi, di una difficile e posticipata applicazione che oltretutto non agisce sui motivi della cementificazione, che riguardano il continuo impoverimento delle casse comunali da parte dello Stato. Nel peggiore dei casi è solo l'ennesima vittoria di lobby cementiere".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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