Lega Nord in pillole: Gobbo, Zaccariotto e Zaia
Mercoledi 18 Agosto 2010 alle 02:00 | 0 commenti
Su Veneto, autonomia e secessione riportiamo sintetiticamente e in pillole i pensieri espressi nelle ultime ore dai 3 esponenti al vertice della piramide leghista in Veneto iniziando col segretario regionale veneto della Lega nonché sindaco di Treviso, Giampaolo Gobbo.
Gobbo, in un'intervista rilasciata al suo rientro da Ponte di Legno ha dichiarato: "La secessione è già in atto. E se si ferma il federalismo c'è il rischio che succeda qualcosa di brutto, qualcosa che va al di là della democrazia ... La Padania - ha continuato Gobbo - è nel nostro simbolo anche se non l'abbiamo inventata noi. Ne parlano i quaderni della Fondazione Agnelli del 1991, la definiscono una super regione economica capace di produrre anche se orfana di materie prime. L'economia in quel caso ha anticipato la politica e anche oggi sono le imprese a chiederci un cambio di passo: lo vogliono i padroni e pure gli operai ... Nessuna minaccia, la secessione è qui. Il Paese è già diviso: il Nord produce, vanta un Pil doppio rispetto al Sud, paga le tasse per tutti, mentre sotto il Po ci sono regioni che non presentano un bilancio dal 1990, che continuano a sforare ogni budget, che lasciano buchi in eredità a destra e a sinistra".
Secondo la Presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, il leader veneto della Lega "fotografa la realta" parlando di secessione ‘già in atto': ''Mi sembra strano che qualcuno voglia mettere in dubbio le amplissime ragioni di malessere di un Nord che produce, oppure dati di fatto come la confusione e i buchi nei bilanci di molte amministrazioni pubbliche dell'Italia Meridionale. Una situazione che nuoce non solo al Nord ma anche alla parte migliore dell'Italia Meridionale''.
E facendo riferimento alla bozza di statuto del Veneto completa il puzzle degli interventi ‘veneti' il governatore Luca Zaia: "Io mi sento profondamente offeso da chi paragona larvatamente le nostre leggi alle leggi razziali: la mia idea è quella del rispetto per la persona e per i suoi progetti di vita" aggiungendo, però, che per potersi definire veneti "io penso ci voglia una decina d'anni di residenza".
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