Le verità sulla particella di Dio
Giovedi 5 Luglio 2012 alle 22:22 | 0 commenti
Riceviamo un contributo di Gianni Genghini, astrofilo padovano, e pubblichiamo
Dunque sembra proprio vero. Quasi certamente ieri è stata individuata al Cern di Ginevra la cosiddetta "particella di Dio". Un team di circa 600 scienziati italiani coordinati dall'astrofisica Fabiola Gianotti, in collaborazione con altri Lhc (Large Hedron Collider) - superacceleratori di particelle - situati in Italia e all'estero, ha comunicato l'importante notizia della scoperta del bosone di Higgs, che in tempo reale ha fatto il giro del mondo.
Ebbene si, diciamo tutta la verità sul nome e sulle implicazioni astrofisiche di questa benedetta particella di Dio. Innanzitutto chiariamo il senso della frase ad effetto che indica il bosone, cioè "la particella di Dio". Ieri durante un'intervista televisiva l'astrofisico Giovanni Bignami ha spiegato la storia di questa espressione particolare. La vera frase "ma questa, per Dio, è proprio la particella che cercavamo" venne pronunciata durante un incontro con la stampa dal professor Ledermann di Chicago per indicare il bosone ipotizzato nel 1964 dal fisico inglese Peter Higgs, che ora ha 83 anni. I giornalisti presenti traducendo dall'americano tolsero il "per" e la frase divenne più o meno "la particella di Dio che cercavamo ". Questo aneddoto non toglie nulla alla sacralità della teoria creazionista che appunto indica Dio come il possibile creatore dell'universo. E a questo proposito occorre fare un passo indietro e dissertare brevemente sulla teoria del "grande botto". Dato per scontato che la teoria del Big Bang e del modello Standard è ormai riconosciuta dalla stragrande maggioranza degli scienziati, resta il dubbio su chi o su cosa abbia determinato la grande esplosione che ha dato origine, circa 13, 5 miliardi di anni fa al nostro universo. Stephen Hawking, il grande scienziato inglese che detiene la cattedra di fisica che fu di Isaac Newton, ipotizza che molto probabilmente la scintilla che ha fatto esplodere il nucleo primordiale è stata determinata dall'instabilità della immane potenza dell'energia contenuta nelle particelle elementari di base-neutroni e protoni - e forse di bosoni. Ma Hawking concede al Big Bang anche un'altra possibilità sulla sua origine: un'ipotesi caldeggiata anche dai creazionisti, quella di un input divino! Ed è questa, forse,la ragione che ha dato spazio alla denominazione del bosone, oggi universalmente usata, di "particella di Dio". Dunque dopo il neutrino più veloce della luce (300.000 km. al secondo) ecco il bosone di Higgs. Ma come definiscono gli scienziati la scoperta del bosone? Il professor emerito dell'Università di Padova e ricercatore dell'Infin di Legnaro - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare- Renato A. Ricci dice che questa particella elementare, che è stata da poco identificata, era presente già al momento del Big Bang determinando in tal modo la formazione della massa delle altre particelle elementari. Insomma una specie di collante che tutto aggregava e massificava. Tutto ciò accadde, secondo Ricci, pochi secondi dopo la "grande esplosione". Ed ecco perché - aggiunge il professore - nei primi tre minuti dopo il Big Bang dalle particelle elementari ancora immerse nella enorme temperatura iniziale e con la complicità del bosone di Higgs nasce la materia e la relativa massa. Insomma il bosone, ovvero la particella di Dio, una specie di sostanza vischiosa, è la madre di tutte le cose che oggi compongono il nostro universo e dunque anche del nostro corpo.
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