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“Sconosciute” opportunità-necessità per la gestione dei nostri rifiuti?

Di Citizen Writers Sabato 27 Giugno 2015 alle 15:17 | 0 commenti

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Riceviamo da Lucio Zaltron e pubblichiamo

Recentemente un amico esperto nella materia mi ha descritto una soluzione tecnica che a suo avviso rappresenta una soluzione priva di controindicazioni sufficienti a giustificare una concreta applicazione nelle nostre comunità alternativa ai termovalorizzatori che sono oggi in funzione nel nostro Paese. 

Trattasi dell'applicazione della cosiddetta tecnologia STE, acronimo che sta per Syngas Technology for the Environment.

E’ una tecnologia che utilizza la pirolisi-gassificazione (trattamento termico in assenza di ossigeno libero) ad alta temperatura (1.000 °C), che riesce ad ottenere del gas di sintesi (Syngas appunto) da inviare poi ad un motore a combustione interna per la produzione di energia elettrica e di calore (cogenerazione ad alta efficienza).

Trattasi di una nuova tecnologia d’avanguardia che sfruttando i principi basilari della Termodinamica in modo appropriato ottiene dei risultati veramente notevoli come in sintesi di seguito indicati:

  • Rendimento doppio rispetto a sistemi tradizionali di termovalorizzazione caldaia-turbina a vapore (40% rispetto al 20, sfruttando il rendimento elettrico del motogeneratore;

  • Syngas “lavato” prima di entrare nel motore, per cui le emissioni in atmosfera sono solo quelle delle marmitte catalitiche dello stesso;

  • L’acqua evaporata e poi condensata viene depurata per essere destinata al circuito dell’”acqua tecnica”, risparmiando quella dell’acquedotto o scaricata senza problemi risultando in tabella;

  • Il materiale non è mai a contatto della fiamma dei bruciatori;

  • Le ceneri di risulta sono inviate ad un forno del vetro, raffreddate in acqua, producendo quindi delle sabbie vetrose, inerti;

  • Coi recuperi di calore si può effettuare del teleriscaldamento o ricavare frigorie;

  • Tutto l’impianto è “containerizzabile”: per 1 MW elettrico servono 20 container da 40 piedi;

  • E’ utilissimo nelle bonifiche di vecchie discariche o di zone inquinate, in quanto a lavoro terminato, si caricano i containers sui camion e non resta che il piazzale in cemento (50 x 60 m);

  • Nel caso di ricevimento di materiali odorigeni (letame, forsu, rsu) rimane il capannone di ricevimento e selezione, che però è indipendente dall’impianto STE;

  • Il syngas è monitorabile da un sistema di rilevazione gas ogni 3 minuti, sviluppato dall’Università di Trento;

  • L’impianto è telecontrollabile e telecomandabile a distanza via WEB;

  • In caso di anomalia, vengono spenti i bruciatori e l’impianto si ferma nel giro di qualche minuto;

  • L’impianto non funziona in pressione: il Syngas è estratto con la pressione del fumo di sigaretta (qualche mm di colonna d’acqua, tenendo presente che 10 m di colonna d’acqua fanno1 amosfera di pressione) e quindi non può esplodere;

  • Con i 15.350.000 tonnellate di RSU, si possono ottenere:

    • 2.600 MW elettrici, la potenza generata da una centrale termoelettrica come quella di Porto Tolle, pari a circa l’8% del fabbisogno italiano, risparmiando 4.400.000 tonnellate equivalenti di petrolio (circa 32.500.000 barili per cui a 60 €/barile si arriva 2 miliardi di €)

    • 2.800 MW termici come acqua calda a 90 °C

  • L’investimento rientra, considerando gli incentivi nel caso di fonti rinnovabili o il conferimento nel caso di RSU, tra i 3 e i 5 anni.

Ma se le affermazioni del mio amico sono vere, allora mi domando e dico: ma perché gli risulta così difficile trovare un finanziatore e una pubblica amministrazione disponibile ad ospitare nel suo territorio una tale opportunità ?

O forse il mio amico è uno dei tanti illusi “fanfaroni” ?

Così ... tanto per sapere se condividere con lui solo piacevoli spritz o chinarmi al suo genio.

Leggi tutti gli articoli su: Rifiuti, Lucio Zaltron

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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