Le richieste e la preoccupazione dei lavoratori Ipab sull'Accordo di Programma
Lunedi 4 Novembre 2013 alle 15:49 | 0 commenti
Rappresentanza Sinacale Unitaria dei Lavoratori di IPAB di Vicenza - La Rappresentanza Sindacale Unitaria di IPAB di Vicenza, esprime la propria preoccupazione in merito allo stallo in cui si ritrova l’IPAB di Vicenza. La proposta di “Accordo di Programma†promossa da IPAB e Comune di Vicenza alla Regione, è figlio di una idea che trovava i suoi presupposti nella ormai passata condizione economico sociale.
Stante un’analisi empirica della domanda di servizi per non autosufficienti, si evidenzia la necessitÃ
di soddisfare una serie di aspettative:
- adeguatezza strutturale
- economicitÃ
- centralità nel tessuto urbano
- risposta differenziata ai bisogni
ADEGUATEZZA STRUTTURALE
Chiediamo la ristrutturazione e l’adeguamento immediato in ordine cronologico:
- del corpo centrale della Residenza Salvi con implementazione del numero dei locali igienici;
- di portare a termine la ristrutturazione della Residenza Pensionato S. Pietro;
- di portare a termine la ristrutturazione dell’ex Reparto 1 della Residenza Trento;
- della ristrutturazione della Residenza San Camillo;
- della ristrutturazione ed adeguamento dei Reparti 5, 6, 3 e 4 della Residenza Trento;
- Ristrutturazione dei chiostri del Salvi;
- Ristrutturazione dei chiostri e della parte monumentale del Trento;
ECONOMICITÀ
Analizzando la domanda, la tipologia dell’utenza richiede ai nostri servizi per la non autosufficienza
un maggior livello di specializzazione rispetto al passato, quindi la costruzione ex novo di residenze
dislocate in vari punti della città di Vicenza sul modello di Monte Crocetta, in termini di costi non si
dimostra vincente. L’IPAB di Vicenza, attraverso il Salvi ed il Trento può invece derogare alla
normativa di accreditamento che prevede per le strutture di nuova istituzione un
sottodimensionamento di posti letto rispetto alle dimensioni attuali. Questo vantaggio competitivo
che crea economie di scala, è gestibile solo investendo sulle strutture esistenti ed approfittando delle
economie, appunto di scala, che altrimenti non si potrebbero verificare. Ad esempio il servizio di
portierato, copertura notturna infermieristica, squadra manutenzione, logistica, attivitÃ
amministrativa, forniture dei beni di consumo e farmaceutici, consumi energetici e molto altro
ancora.
CENTRALITÀ NEL TESSUTO URBANO
A parità di confort, come anche testimoniato da ospiti che hanno potuto fruire dei servizi
residenziali sia presso la residenza Salvi che presso la residenza di Monte Crocetta, viene preferito
il Salvi, più vicino al centro della città , all’ospedale e maggiormente servito dai mezzi pubblici,
infatti la permanenza a Monte Crocetta viene vissuta come un isolamento da quel tessuto sociale
che spontaneamente vive e frequenta le residenze dal Salvi, Trento , San Pietro e Proti. Tutti
possono essere testimoni di come queste strutture siano storicamente centro di interesse per le
comunità , per la pastorale, per l’associazionismo di volontariato.
Il decentramento di certi servizi, in una città come Vicenza che per dimensioni e per vocazione non
è pluricentrica, rischia di essere inappetibile perché, come ci ha insegnato Christaller, l’utenza
potrebbe trovare meno sconveniente rivolgersi ad altri lidi, esempio IPAB di Sandrigo, di Altavilla,
di Torri di Q., della Riviera Berica.
RISPOSTA DIFFERENZIATA AI BISOGNI
Il Comune di Vicenza non deve più gestire i servizi per la non autosufficienza e servono maggiori
sinergie con l’ULSS 6 e la Regione.
I servizi semiresidenziali (centri Diurni) sono in sofferenza e anche in questo caso, ciò è dovuto alla
necessità di dare a questa tipologia di utenza, risposte adeguate e qualificate (maggior
specializzazione rispetto al passato). Questo comporta inevitabilmente una maggiorazione dei costi
che si traducono in un maggior prezzo che in questa fase economica si traduce in una perdita di
competitività .
La strutture residenziali per non autosufficienti che per motivi contingenti non abbiano tutti i posti
occupati, devono poter offrire ospitalità semiresidenziali trovando anche in questo caso il contributo
della quota sanitaria da parte della Regione. Essendo servizi H24/7SU7, questo comporterebbe una
economicità ed un ampliamento di offerta, ad esempio fermarsi a cena e rientrare a domicilio più
tardi, frequentare il centro servizi non solo nella fascia oraria diurna ma anche notturna e se serve
anche nei giorni di sabato e festivi.
L’azione del Comune potrebbe invece essere di supporto ai costi di trasporto di tutte le persone non
autosufficienti che frequentano i servizi semiresidenziali, dimodoché queste persone non debbano
più accollarsi in toto questi oneri e così facendo, allineare il prezzo ai servizi urbani di mobilitÃ
pubblica.
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