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Le madri e il 25 aprile, il giorno dopo
Martedi 26 Aprile 2016 alle 14:16 | 0 commenti
Mi ha sempre fatto specie la mancanza di considerazione almeno per il dolore di tante madri che nel corso degli avvenimenti tra il 1943 e il 1945 piansero i loro figli caduti per gli ideali che professavano. Nessuno si ricorda mai di loro, del loro dolore, delle lacrime che versarono e non ebbero molte di esse nemmeno la possibilità di piangere su una tomba. Nessuno le ricorda, nessuno spende parole che vengono invece riservate per fare gli interessi del politico di turno, che approfitta delle celebrazioni per esibirsi e viene il dubbio che per questo poco professa tutto l’anno gli ideali dei quali parla con inusitata maestria a stigmatizzare nuovi muri, ma a consolidare con cemento armato gli antichi.
E’ dopo tanti anni giunto il momento del vero ricordo, quello che comprende prima di tutto il dolore di molti, in primo luogo delle madri, e non fa più distinzioni, perchè la morte non è nè di destra nè di sinistra, ma accomuna e di questo dobbiamo essere consapevoli. La politica non è il terreno delle verità eterne, ma della ricerca del bene comune, che poi gli amministratori, quelli seri magari aiutati da pensatori che non cercano l’applauso, cercano di tradurre in bene civile, in modo che il bene morale e non quello delle parti, sia promosso. Per questo motivo molte sono le forme di governo, come già ci hanno insegnato Platone e Aristotele, e molte anche le degenerazioni. Molte possono essere le parti, ma unica deve essere la ricerca del bene civile. Chiunque abbia cercato ciò è degno di rispetto, anche se non è della nostra convinzione o partito.
Gli avvenimenti che si ricordano in 25 aprile non trovano ancora il coraggio negli esponenti partitici di superare la divisione che fu allora causa di dolore, ma se ne servono per i propri scopi. Per questo non trovano quella vasta adesione che sarebbe stata ed è necessaria per costruire al meglio lo Stato Italiano. Non vi è nemmeno il coraggio di analizzare come gli ideali che portarono alla Costituzione della Repubblica Italiana sono stati e sono traditi da molti che hanno professato e professano di seguirli, ne è prova proprio la corruzione dilagante, l’interesse particolare nella ricerca di poltrone e prebende, di voti dalle associazioni blandite nei presidenti per qualche vantaggio, di intellettuali che brigano nelle università  lottando tra loro i posti tra assegnare a questo o a quella, ecc. Poco si è liberato lo Stato Italiano dalla eredità dei totalitarismi, ossia quello statalismo che insegue il cittadino perfino nel talamo nuziale.
Poco, ribadisco, si ricorda il dolore, troppo e solo la propria parte in funzione delle future elezioni, ma con ciò si costruisce proprio quell’allontanamento dalla politica, che viene stigmatizzato, ma che è tanto utile ai politicanti.
Per buona fortuna, la realtà non è quella che il cervelli politici pensano. Ritengo infine che sia il momento di superare con un importante monumento a tutti i caduti e al dolore che quegli avvenimenti hanno sparso nei cuori e nelle menti, perchè la Politica non si restringe ad un’unica visione.
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