Inchieste dei carabinieri e mucche ottantenni, Ciambetti: la vera storia delle quote latte
Sabato 22 Giugno 2013 alle 11:52 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord - Allevatori e vacche da latte? No, tipografi e mucche di carta. La partita delle quote latte viene riaperta nella stampa con una sostanziale novità : dai quattro miliardi e mezzo di cui tanto si vociferava nell'imminenza delle elezioni con la sospetta coincidenza di questa cifra con l'analogo importo relativo allo scandalo del Monte Paschi Siena (buco insabbiato con denaro pubblico), si è scesi a 1.42 miliardi per i quali la Commissione Europea intende aprire una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia.
Il coro è unanime: gli allevatori cattivi non hanno pagato e quell'ammanco dovrà essere ripianato dai contribuenti. Forse finirà proprio così, forse, ma, sicuramente, non è colpa degli allevatori sui quali si vorrebbe far ricadere la colpa.
Ripercorriamola allora questa vicenda: al 1993, per il decennio precedente, le sanzioni inflitte all' Italia ammontavano a 1,870 miliardi di euro, tutti pagati dallo stato a seguito dell' accordo Ecofin che stabilì che gli stati non potevano rivalersi sui produttori. Quell'accordo, raggiunto nel 1994, legava la soluzione del problema latte all'aumento delle risorse da destinare al bilancio comunitario come stabilito dal governo guidato da Ciampi. Particolare non marginale: il miliardo e 870 milioni di € derivava da una sentenza della Corte dei Conti a seguito di una indagine per quote gonfiate da parte di Unilat: mucche di carta ma multe vere e per coprire lo scandalo intervenne lo stato come abbiamo visto.
Da allora in poi sono stati accumulati ulteriori 2 miliardi 537 milioni di €. Grazie a disposizioni normative dapprima dell'allora ministro Alemanno, legge 119/2003, poi di Luca Zaia, legge 33/2009, concordate con l'Unione Europea, fu permesso ai produttori di rateizzare il pagamento delle multe.
La cifra per la quale la Commissione europea intende aprire una procedura di infrazione riguarda le multe non esigibili per effetto di ricorsi ancora in atto, al Tar, con importi contestati dagli allevatori che non intendono pagare alcunché. Questa opposizione degli allevatori trova un riscontro in una serie di indagini e di una Informativa dei Carabinieri Italiani del Mipaaf alla procura della Repubblica di Roma datata 15 novembre 2010 dalla quale emergeva un inquietante quadro di manipolazioni fraudolente di dati relativi alla produzione di latte italiano, con punte parossistiche per cui risultano produttivi capi fino a 999 mesi di vita, circa 83 anni, età improbabile per una vacca da latte ma plausibile per una mucca di carta; già una relazione dei Carabinieri in data 15 aprile 2010 denunciava gli errori di calcolo nella produzione effettiva di latte.
Le ricerche dei Carabinieri italiani dettero l'avvio a una quarantina di inchieste di Procure della Repubblica italiana con ipotesi di reato che spazianodalla manomissione dei dati, alla truffa ai danni dell'Unione Europea e a danno dei consumatori. Una storia che in troppi mammassantissima hanno interesse a insabbiare con sacchi di can can mediatico e accuse contro allevatori veri.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.