Lavoro femminile, Arianna Lazzarini, Lega: ecco i dati del Veneto
Venerdi 9 Marzo 2012 alle 09:45 | 0 commenti
Gruppo veneto Lega Nord - La consigliera leghista rende noti i numeri dell'occupazione femminile nelle province venete donna, lavoro e welfare, ecco i dati veneti. Lazzarini: "Servono politiche mirate che ci adeguino all'Europa"."Ringrazio di cuore il governatore Zaia e il presidente Ruffato per gli auguri rivolti a noi donne in questa giornata che ricorda la tragedia in una fabbrica avvenuta ormai più di un secolo fa. Purtroppo le politiche nazionali in tema di occupazione e welfare femminile non sono adeguate alle necessità di tutte coloro che vogliono coniugare famiglia e lavoro,
rendendo difficile se non impossibili a molte mamme la realizzazione professionale. Lo si è visto di recente nel caso delle liberalizzazioni degli orari del commercio, con centinaia di commesse costrette a lavorare anche la domenica per non mettere a rischio il posto: l'Italia ancora una volta conferma di essere lontana, anzi lontanissima, dagli obiettivi di Lisbona". Nella ricorrenza della Festa della Donna, la consigliera leghista padovana Arianna Lazzarini rende noti alcuni dati sul lavoro femminile in Veneto e nazionali, che danno l'italia agli ultimi posti della graduatoria europea per tasso di occupazione: "Più lavoro femminile significherebbe più reddito, e quindi aumento dei consumi, più domanda di servizi in sostituzione al lavoro domestico e quindi nuovi posti di lavoro - commenta Lazzarini -. Purtroppo l'Europa in questo ci sorpassa: se in Italia il tasso di occupazione femminile è del 46%, in Danimarca raggiungono cifre del 71%, in Svezia del 70%, in Olanda del 69%, in Germania del 66%, In Gran Bretagna del 64,6%; perfino Grecia e Spagna hanno numeri migliori dei nostri (48% e 52%). Il Veneto in questo spicca (si veda tabella allegata), con tutte le province ben al di sopra della media nazionale; qui le donne hanno un salario migliore delle loro colleghe del Centro e Sud (1.104 euro contro i 1.069 delle Marche e i 1.023 della Calabria), ma la differenza salariale (22,1%) rispetto agli uomini è di due punti superiore alla media nazionale (20%; 19% Marche, 15,8% Calabria). Le donne in generale risultano anche più precarie (il 22,3% delle occupate contro l'11,2% degli uomini) e lavorano di più con contratti atipici (14,6% vs 10,3%)". "Mi auguro che, contrariamente ai segnali finora lanciati da questo governo, la politica nazionale possa dare una svolta alla situazione del lavoro femminile, partendo dal welfare familiare, ed adeguarsi al resto d'Europa - conclude Lazzarini -. In Veneto la Giunta Zaia ha dato un segnale importante finanziando un anno fa centinaia di nuove imprese ‘rosa' con un apposito bando, e difendendo anche legalmente il mondo del lavoro e del commercio contro le liberalizzazioni degli orari. Oggi la donna, a parer mio, ha bisogno di rispetto e di interventi mirati per coniugare lavoro e famiglia: il mondo femminile aspetta quindi dalle tre ministre un importante segnale che dia davvero la svolta come è già stato fatto in molti Paesi europei".
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