Lavoriamo in silenzio, su Recoaro è meglio tacere e fare: Ciambetti
Martedi 22 Marzo 2011 alle 23:23 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord - Il fatto che si sia lavorato in silenzio non significa che non si sia lavorato, né che non si sia investito sul caso Recoaro, per cui non si può negare che la Regione, sia in prima persona sia attraverso l'opera dell'amministratore unico Arrigo Abalti, non abbia affrontato e non stia affrontando un nodo tutt'altro che semplice come quello della località termale e dei suoi antichi e recenti mali, che non nascono in quest'ultimo anno né di certo sono frutto dalla disattenzione della Regione, visto che proprio Recoaro è una realtà che può contare una media di investimento pubblico che ben pochi comuni possono vantare in Veneto.
Lo sfogo sulla stampa di operatori del settore turistico in questi giorni è comprensibile, ma non condivisibile. Il sindaco Perlotto è buon testimone di ciò: egli sa bene che per primi, come Regione, abbiamo proposto e individuato proprio in questi mesi una soluzione praticabile, entro i limiti e i vincoli di legge, per l'affidamento al Comune delle Fonti minori; l'amministrazione comunale conosce anche le iniziative che sono state concretamente avviate per il risanamento e restauro del complesso termale che, sottoposto a vincoli di sovraintendenza, necessita di interventi di rilievo e il coinvolgimento di più soggetti che stanno lavorando alacremente non da ultimo ponendo mano allo strumento urbanistico per i necessari passaggi previsti dalla normativa. Comune, Sovraintendenza per quello di sua competenza, società Terme di Recoaro spa, tecnici regionali, hanno creato una forte sintonia d'agire che ha permesso d'abbattere i tempi burocratici e accelerare ogni pratica. Il tutto, ovviamente, con il silenzio di chi lavora.
Per quanto riguarda gli interventi d'urgenza negli edifici e nelle strutture termali, che sono state danneggiate in maniera rilevante dalla recente alluvione, i fondi chiesti dall'Amministratore unico potranno essere messi a disposizione dal Commissario al più presto, sebbene urgenza e priorità sia stata data alle opere di prevenzione e pronto intervento che per Recoaro riguardano ben altre situazioni a rischio, riguardanti l'incolumità dei cittadini e delle proprietà private; l'operatività delle Terme, grazie all'amministratore unico, è comunque assicurata.
Per quanto riguarda le Fonti non è ozioso ricordare che la Regione aveva stanziato nell'anno segnato da una manovra finanziaria draconiana nella spesa pubblica, con tagli senza precedenti nella spesa regionale, un milione di Euro mentre, attraverso le Aziende socio-sanitarie, ha contribuito a sostenere l'attività di ricerca e sperimentazione per la psoriasi, campo di estremo interesse terapeutico.
Che oggi ci sia chi voglia accollarsi queste ed altre spese, o assumere la gestione in prima persona del bacino termale o delle fonti minori è una notizia positiva che dimostra grande coraggio in uno scenario in cui il turismo termale vede una concorrenza internazionale sempre più agguerrita, articolata e complessa, mentre i fondi pubblici vanno rarefacendosi, la domanda del mercato si fa viepiù raffinata con esigenze sempre più sofisticate in termini di offerte, infrastrutture e servizi, qualità alberghiera e dell'ospitalità .
Non è un caso se persino realtà strutturate, e solide nell'offerta e competitive nei prezzi, come Salsomaggiore debbano rinunciare a iniziative di promozione turistica, un tempo supportate dall'ente locale come dalla Regione. I tempi sono cambiati: località eleganti, raffinate, ricche di iniziative e glamour, in Italia come all'estero, stanno affrontando una situazione veramente difficile. Da noi, ad aggravare lo scenario, a Recoaro, oltre alle difficili problematiche ambientali, c'è una storia complessa, con grandi investimenti pubblici che evidentemente non hanno sortito risultati, ed è comprensibile, per molti aspetti, che si cerchi di scaricare sull'ultimo arrivato, come su Venezia, le colpe accumulate in loco negli anni.
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