Lavorare per meno, lavorare tutti
Martedi 11 Dicembre 2012 alle 00:02 | 0 commenti
«Lavorare meno, lavorare tutti», questo era lo slogan che si urlava negli anni '70. Forse oggi bisognerebbe cambiarlo in «Lavorare per meno, lavorare tutti». Solo che il quantum del «per meno» dovrebbe essere semplicemente equo e valere per tutti e di più per chi guadagna troppo., magari per fare meno. E questa è la vera difficoltà , lo si sa, perchè le disuguaglianze in Italia, ma non solo, sono in continua, esplosiva crescita.
Avere milioni di lavoratori senza lavoro e altri milioni, in continua diminuzione, retribuiti con gli attuali contratti costa, infatti e di sicuro, alla società (e quindi a tutti) più che se chi lavora, decidendo contemporaneamente di puntare a un livello di vita più essenziale e meno voluttuario (come esempio per tutti valga il paranoico abuso di supertelefonini), rinunciasse a una parte della sua retribuzione per far sì che rientrino nel mondo del lavoro gli esclusi di oggi. Per far vivere loro senza la carità e per essere tutti più competitivi anche con altri paesi europei.Â
Quello che sostengo non lo faccio da economista, anche se due conti a supporto tecnico si possono fare agevolmente, ma basandomi sul buon senso empirico di un ex ingegnere: un'auto con due ruote ferme e due in movimento regolare, dopo essersi trascinata avanti per un pò tra mille fumanti stridori, non va da nessuna parte mentre un veicolo con quattro ruote tutte in movimento sincrono, anche se a una velocità inferiore a quella delle due ruote "normali" dell'altro mezzo, procede e raggiunge la destinazione.
Magari non in una sala tappa e anche percorsa rapidamente come erano abituati gli autisti dell'Alfa Romeo dei tempi andati, ma con più trasferimenti, più lenti ma anche più umanamente gradevoli, fatti con auto meno rombanti ma anche più ecologiche e meno bruciapieniinpochichilometri.
Alla frenata inchiodata attuale, insomma, sostituiamo la marcia lenta ma sicura. A patto che ...
A patto che, per rimanere nella metafora automobilistica e per tornare alla premessa del «lavorare per meno, purchè equo e per tutti», non solo siano usate delle economiche Punto e delle spartane SSangYong con gomme ben equilibrate, invece che le Alfa e le Audi con le ruote asincrone, ma che emergano anche, se non soprattutto, dai garage bui in cui sono parcheggiate le Ferrari di alcuni, troppi, ricchi a sbafo come, sembra, i Marzotto lussemburghesi o poveri, pare, alla Emilio Fede. Non lavora ma il neo(ri)candidato premier Berlusconi gli firma un contratto da 700.000 euro l'anno più casa, auto, autista e due cellulari purchè non compaia in video. Ma testimoni che Ruby era già nonna quando ha conosciuto il baby-papy Silvio.
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