L'auto blu, e vali di più
Lunedi 8 Agosto 2011 alle 17:14 | 0 commenti
Roberto Ciambetti assessore regionale Lega Nord - Ai più il nome di Chris Mullin, autore inglese di una irriverente commedia di successo tratta dai suoi diari "A Walk on Part", dirà ben poco o nulla: da ministro dell'Ambiente, Trasporti e Regioni nel governo di Tony Blair, mr. Mullin cercò di fare a meno dell'auto blu di servizio, pur incappando in una serie di problemi non da poco narrati appunto nei suoi diari e messi in scena, con successo, al Live Theatre di Newcastel proprio quest'anno. Provate a liberarvi da un privilegio: anche un più modesto assessore regionale, rispetto ad un ministro di Blair, rischia di vivere situazioni degne di mr Bean.
Se posso, rinuncio all'automobile di servizio e preferisco usare la mia Ford anche quando ho impegni istituzionali. Così domenica scorsa 7 agosto, visto che il presidente Zaia mi aveva delegato a rappresentare la Regione alla cerimonia commemorativa di Cima Grappa, sono partito da Sandrigo con la mia automobile in tempo dato che la salita per la Strada Cadorna è lunga. Nonostante la buona volontà , non sono riuscito ad arrivare al Sacrario: a circa tre chilometri dalla vetta a un posto di blocco vengo invitato a far manovra e tornare sui miei passi, perché i parcheggi a monte erano esauriti e non c'era alternativa o possibilità alcuna. Cerco di spiegare che rappresento la Regione del Veneto, che sono atteso dalle autorità , anzi che sono una autorità : nulla da fare, cortesemente, quanto fermamente mi viene chiesto di non insistere perché di lì, per usare un'espressione molto diffusa in loco già nel 1918, non si passa. Chi mi parla ha ricevuto dall'organizzazione delle disposizioni precise e non è di certo colpa sua farle rispettare.
Tutto sommato, per quanto dispiaciuto per l'inconveniente, non posso che rallegrami in cuor mio, perché in una Italia disordinata, che qualcuno faccia rispettare l'ordine senza sudditanza psicologica alcuna è pur sempre rinfrancante. Nel mentre faccio manovra per tornare a valle, s'avvicina al posto di blocco un'auto dei vigili urbani di un comune della vallata e viene fatta passare; subito dopo questa, un'automobile dei Carabinieri con un alto ufficiale a bordo e anche questa passa. Torno indietro, a piedi, e chiedo a chi mi aveva fermato perché mai sia stato aperto il varco a quelle due auto, mentre io ero stato invitato a tornare indietro: "Sono auto di servizio", mi spiegano come a dire che se avessi usato l'auto di servizio, con tanto di autista, non ci sarebbero stati problemi, le transenne si sarebbero aperte, un saluto alla visiera e via libera all'auto blu. L'abito non fa il monaco, l'auto blu, invece, sì.
Mr Bean, che nella vita privata le macchine le sfascia, avrebbe escogitato una delle sue trovate; io, più modestamente (e tenendo ben cara la mia Ford) scendo a valle, consolato dal fatto di poter arrivare a casa in tempo per il pranzo e stare così, finalmente, per una domenica in famiglia.
Proprio il 3 agosto scorso la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva spiegato il Decreto sulle Auto blu , dicendo chi ha diritto e chi no all'automobile di servizio e se c'è un simbolo odiato dei costi della politica è proprio l'auto di servizio, ma farne a meno, sembra impossibile e così parafrasando Alberto Sordi, che dei riti ministerial-capitolioni se ne intendeva, vien proprio da cantare "Ma ‘ndo vai se l'auto blu non ce l'hai"?
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