L'audizione integrale di Carmelo Barbagallo in Commissione d'inchiesta sulle banche, Giovanni Schiavon a procura di Roma: si configura la falsa testimonianza? E Casini convoca a confronto Barbagallo e Apponi
Venerdi 3 Novembre 2017 alle 21:59 | 0 commenti
Sono i lettori o web-spettatori a sollecitarcelo direttamente (ad esempio Luigi ci scrive: "salve direttore, finora abbiamo potuto vedere il video della commissione d'inchiesta con il procuratore Cappelleri. Vorrei sapere se potremo vedere altre sedute su VicenzaPiù") oppure a stimolarci con i loro commenti (Alessandro: "certo che se le indagini facenti capo a Cappelleri, sono state svolte con la stessa verve con la quale si esprime siamo a posto, la prescrizione è matematica😪!!!"). E allora, premesso che tutte le sedute sono diffuse in diretta streaming dal sito della Camera sezione Commissioni, da oggi proseguiamo con altre due audizioni da noi scelte per sottoporle alla vostra attenzione.
Qui vi proponiamo quella di Carmelo Barbagallo, Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d'Italia di cui avevamo anticipato e sintetizzato ieri i contenuti delle 5 ore e 24 minuti della sua durata e poi domani quella di Angelo Apponi, il direttore generale della Consob, che ha generato dei contrasti tali da indurre il presidente della Commissione d'inchiesta sulle banche, su richiesta dei commissari, a convocare i due per un'audizione congiunta (confronto) per giovedì prossimo 9 novembre.
Per commentare i contenuti delle dichiarazioni di Barbagallo pubblichiamo in esclusiva l'opinione di Giovanni Schiavon, già vicepresidente di Veneto Banca ed ex presidente del tribunale di Treviso, che nel titolo che condividiamo in pieno riassume il disagio espresso nel suo scritto e che non potrà non provare chi conosca almeno un minimo delle vicende di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. e abbia la voglia e la determinazione di ascoltare e valutare, magari suddividendo al visione in più volte, tutto il video.
Intanto, lo ripetiamo, Casini ha riconvocato Barbagallo e Apponi per le evidenti contraddizioni tra i due.
E la beffa continua
Le migliaia di risparmiatori truffati dal sistema bancario hanno recepito le (scontate) dichiarazioni autoassolutorie del Capo della Vigilanza di Bankitalia, dal quale hanno appreso non solo che la causa di tutti i loro guai era, manco a dirlo, riconducibile solo ai vertici bancari, ma altresì che Bankitalia non ha mai, ma proprio mai, interferito sui progetti aggregativi fra banche, che sono abituali strumenti di risanamento degli istituti in difficoltà .
Ci viene il dubbio che il dott. Barbagallo abbia un po' sottovalutato l'intelligenza della gente, che si ostina a chiedere (ormai senza più aspettarsi risposta) cosa sia davvero successo, visto che tutti incolpano tutti e tutti affermano di aver fatto, fino in fondo, il proprio dovere.
Ma, a questo punto, un'ultima riflessione è d'obbligo, visto che il capo della Vigilanza ha, soprattutto, insistito nel negare che Bankitalia abbia mai indicato in Popolare di Vicenza un istituto di elevato standing, come tale meritevole di svolgere, nei consolidamenti bancari, un ruolo aggregante e visto, quindi, che non sarebbero vere le affermazioni, rimaste incontestate per oltre tre anni, di coloro che, invece, hanno attribuito proprio alla Vigilanza della Banca Centrale l'"ordine" a Veneto Banca di fondersi, senza indugio, nell'istituto berico; il diverso convincimento dei risparmiatori, che non erano mai venuti a conoscenza di smentite, è ora finito nel tradizionale vortice delle negazioni di comodo. Ma, a quanti intendessero continuare a riferire alla Commissione parlamentare strumentali adattamenti delle verità fattuali, va chiaramente esposto un concetto che, forse, non era stato ancora ben spiegato: è certo vero che la Commissione Parlamentare di inchiesta non è un organo giurisdizionale e che, quindi, i soggetti chiamati a rendere dichiarazioni davanti ad essa non sono testimoni, in senso tecnico (sono solo persone che forniscono informazioni); ma è anche vero che le loro eventuali bugie sono egualmente perseguibili ai sensi dell'art. 372 c.p. (falsa testimonianza). Lo precisa l'art. 4 comma 2 della legge 12 luglio 2017 n. 107, istitutiva della Commissione in questione.
E' bene, quindi, che, d'ora in poi, le persone che saranno convocate dalla Commissione meditino sui rischi che, una volta tanto, potrebbero assumersi nell'esporre verità adattate o nel sottacere eventi significativi.
I risparmiatori, finora, si sono sentiti dire tutto e il contrario di tutto, ma non sono più disposti a tollerare che il dott. Barbagallo pretenda ancora di negare l'evidenza, accreditando valutazioni e fatti financo illogici e improbabili. Banca d'Italia, in questo periodo, è stata carente in ogni suo settore operativo, soprattutto nella vigilanza ed ha agito imponendo sciagurate scelte strategiche a tutte le banche ritenute in difficoltà . Ma non è questo che fa più scandalo, quanto la pervicace ed ostinata negazione di disarmonie del suo operato.
Invitiamo la Procura della Repubblica di Roma a verificare se le imprudenti dichiarazioni fatte ieri alla Commissione parlamentare di inchiesta, oltre che smodatamente autoassolutorie, non integrino anche il reato di falsa testimonianza (art. 372 c.p.). Il dott. Barbagallo forse non ha capito che non era stato invitato ad esporre una sua relazione in uno dei tanti convegni, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, ma era stato chiamato a deporre in un procedimento diretto a chiarire torbide vicende, che hanno portato migliaia di persone e di imprese alla rovina.
E se ha detto il falso, lo si deve perseguire, come ogni altro cittadino.
Giovanni Schiavon
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