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L'associazione di rete civica “Veneto in movimento” arriva anche a Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 9 Novembre 2015 alle 16:27 | 0 commenti

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Riceviamo da Silvia Pasinato, responsabile associazione “Veneto in movimento” provincia di Vicenza, e pubblichiamo

L’associazione, che ha diffusione e appartenenza regionale, è dotata di organizzazione in ogni provincia veneta, attraverso rappresentanti che provengono dal mondo delle istituzioni, degli enti locali, delle professioni e comuni cittadini che desiderano impegnarsi seriamente per dare una nuova e vigorosa valenza sociale alla politica veneta.

L’associazione nasce dall’esigenza di individuare degli scenari nuovi, positivi, attivi, propositivi nella politica veneta e a tutela del Veneto a livello nazionale.

La classe politica che oggi dovrebbe ben gestire le problematiche territoriali e sociali non garantisce, non sa garantire, l’impegno sociale, non sa cos’è il ruolo di rappresentanza, e, proprio in forza di tali caratteristiche, la gestione dei problemi, quelli veri, viene affrontata solo attraverso slogan e urla, parlando alla pancia delle persone e non alla testa.

Non ci stiamo a vedere gestire il Veneto in questo modo: il Veneto ha valore, civico, che risiede nelle peculiarità di ogni persona che di questa Regione fa parte.

Ne sono un esempio i vari problemi irrisolti, affrontati semplicemente scendendo in piazza e partecipando ad azioni dimostrative, come se il ruolo di governatore della Regione si limitasse o si riducesse a questo. Stare dalla parte della gente non vuol dire andare alle varie sagre, fare il giro dei mercati mattutini e partecipare alle manifestazioni di contestazione. Stare dalla parte della gente vuol dire lavorare in modo serio, fattivo, concreto, per portare risultati in Veneto, per risolvere i problemi del Veneto.

Ora, ci troviamo ad analizzare la riforma della sanità che la Regione veneto sta approntando. Una riforma che produce l’effetto di retrocedere alcune strutture ospedaliere da USL a distretto, con la perdita del Direttore generale ,senza benefici economici apprezzabili perché quasi tutti i Direttori Generali sono già dipendenti ULS e quindi saranno pagati con i soldi dei Veneti.

E poi, un solo direttore generale per la provincia di Vicenza, come potrà gestire 800.000 abitanti dando risposte ai bisogni ?

A detta della maggioranza in regione questa riforma non produrrà effetti negativi ma risparmi di spesa. Specchietto per le allodole diciamo noi, parlare alla pancia anziché alla testa: e magari poi si scopre che con questa riforma risparmi più di tanto non ve ne saranno (magari si, ma minimi), ma si agevoleranno le USL meno virtuose in quanto i debiti delle ULS meno virtuose verranno spalmati su quelle virtuose. Un beneficio per i veneti o artifizio contabile?

Noi intendiamo guardare al futuro, far emergere le problematiche italiane, venete in particolare, dare il nostro contributo anche attraverso confronti che svelino la reale faccia delle questioni affrontate a livello regionale. In modo ambizioso, svegliare i cittadini dagli slogan.

Per fare ciò, bisogna sicuramente rimboccarsi le maniche, iniziando ad avviare tutte le iniziative utili all’uscita della politica dalla situazione negativa in cui si trova, guardando alle macerie del centro destra in generale e di forza italia in particolare, lanciando una proposta politica per far rinascere la politica costruttiva, partendo dai temi concreti ed attuali, partendo dai veri problemi della gente.

Martedì prossimo, 10 novembre, presso la sala convegni del Glamour Hotel a Bassano del Grappa (Cassola, SS47) verrà presentata l’associazione di rete civica Veneto in Movimento, con interventi qualificati sul tema della riforma delle usl venete.

“L’importanza di chiamarsi Veneto: una volta era così. Un caso concreto, la riforma delle ULS venete: è proprio vero che non cambia nulla?”.

Il tema viene proposto sotto forma di domanda: il nostro obiettivo è soppesare le ricadute sul versante sociale di questa annunciata riforma, senza alcun pregiudizio negativo, ma fornendo gli elementi utili, soprattutto, ad amministratori comunali,operatori sociali e ai cittadini più consapevoli per valutare la posta in gioco. Lasciare questa materia alla riflessione ristretta e limitata degli addetti ai lavori, ci sembra poco rispettosa dell’essere cittadini, dell’essere veneti: il rapporto sociale-sanitario nel Veneto, fino ad ora, ha rappresentato un modello all’avanguardia,non solo a livello nazionale, ma anche europeo e, in alcuni casi, internazionale. Il timore è che con l’attuale proposta di riforma l’evoluzione diventi negativa, in quanto la riforma, che parte dal presupposto del (falso) risparmio di risorse, diventerà strumento per indebolire il territorio e per negare o affievolire la risposta ai bisogni sociali.

Il nuovo centralismo che si profila e soprattutto lo schiacciamento del versante territoriale sociale sul sanitario non possono che essere argomento di una più ampia riflessione che investe tutte le famiglie, il loro benessere, la tranquillità, specialmente quelle con anziani o con problemi di disagio.

Ma non finisce qua: ci siamo chiesti, perché i nostri consiglieri e assessori regionali perdono l’occasione per varare l’USL del territorio pedemontano? (facendola peraltro coincidere con il territorio della proposta del nuovo Tribunale pedemontano).

La politica per slogan, promesse, senza risultati, determina in noi questa domanda: il Tribunale pedemontano è una vera possibilità o un miraggio posto in campagna elettorale per attrarre consensi facili?

Cittadinanza attiva, confronto, riflessioni, proposte: queste sono le caratteristiche del neo nato movimento, che viene presentato martedì 10 p.v. a Bassano del Grappa, assieme alle recenti e future presentazioni del medesimo nelle altre province del Veneto.

Leggi tutti gli articoli su: Silvia Pasinato, Veneto in movimento

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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