L'antipolitica
Domenica 27 Maggio 2012 alle 10:17 | 1 commenti
Italo Francesco Baldo, Impegno per Vicenza - In politica, in Italia, c'è sempre una moda da seguire e talora un carro del vincitore su cui salire. Ne sono prova in questi ultimi tempi le manifestazioni di un neonato partito, quelle delle Cinque stelle e del suo indiscusso capo, anche se talora ad arte contestato, Beppe Grillo. La sua lotta contro la politica esercitata dai politici italiani che siedono in Parlamento, nei Consiglio Regionali, in quelli provinciali e Comunali è dura e senza paura e lo proclama "puro".
Una forte mobilitazione dei militanti, giovani e capaci di entusiasmarsi, ha portato a qualche risultato: il Sindaco di Sarego nel Vicentino e quello di Parma e una prospettiva di diventare uno dei raggruppamenti politici nuovi anche per le elezioni politiche del prossimo anno. Fino a quando "i grillini" erano solo vocianti contro lo spreco perpetrato dai politici nei confronti dello Stato Italiano, costoro non davano eccessiva preoccupazione. Guidati da un comico, pareva che fossero essi stessi allievi di una scuola di comicità , condotta con sarcasmo e male parole, ma appena i politici hanno subodorato che questo gruppo, ormai quasi un partito organizzato, potesse avere un qualche successo, ecco scattare le due prospettive. La prima, quella della denigrazione a tutti i costi, condotta dalla stessa sinistra, che in qualche modo è riferimento per i "grillini". Sembra di assistere a quella perenne disputa che vede il Partito della sinistra, un tempo Comunista, combattere contro coloro che in qualche modo vogliono usurpare il suo ruolo di critica e di rivoluzione. Basti ricordare la denigrazione di Marx nei confronti degli anarchici, quella di Lenin nei confronti dei socialdemocratici, di Stalin contro i trozkisti e quella più modesta di Togliatti contro i socialistioe quella di Longo e Berlinguer contro il Manifesto e il '68 in genere. Una denigrazione condotta con il tema: costoro sono l'antipolitica, ossia sono contro la nostra politica. Dire che chi fa politica è antipolitico è uno schema di pessima retorica e non dà ragione di nulla, ma solo tenta di affermare se stesso come l'unico interprete della politica. Un modo che i totalitarismi avevano predicato fin dal 1848 e praticato dal 1917 e che in modo costante è presente soprattutto a sinistra, dove il maggior partito, il PD, fatica a comprendere che non è l'unico e migliore (togliattianamente inteso) dei partiti possibili. Questa visione aristocratica dovrebbe esser morta, le hanno tagliato la testa fin dal 1989, ma chissà perché sopravvive orgogliosamente nelle teste di molti esponenti e militanti. Forse temono l'horror vacui della loro vita? Ecco quindi combattere i "grillini", ma....
La seconda prospettiva, quella che oggi inizia a farsi strada partendo perfino dal Sindaco di Vicenza, è che si possa in qualche modo agganciare questi "grillini" e farli diventare una delle possibili branchie del loro potere. Insomma potrebbero dare un po' di ossigeno alla ormai stanca loro presa di potere. Infatti, all'indomani della vittoria del Sindaco di Sarego, ecco quello di Vicenza rilasciare l'ennesima dichiarazione che in fondo potrebbero, con qualche taglio ai loro eccessi, essere anche a Vicenza suoi partner. In verità una profferta timida, come si conviene ai primi approcci, secondo uno stile antico e di cui Vicenza, nella Democrazia cristiana, è stata maestra.
Insomma oggi a Vicenza e non solo si tenta di salire su quello che potrebbe essere un carro vincente, un po' quello che è accaduto anche per la Lega o in tempi passati anche per il PNF, che raccolse in pochi mesi ben 400 nuovi iscritti nel 1926, sempre a Vicenza.
Si sta superando l'accusa di "antipolitica" rivolta al movimento delle Cinque stelle per cercare in qualche modo di farlo entrare nella grande coalizione che il prossimo anno dovrebbe vincere le elezioni, riunendo, come fece Prodi nel 2006, un po' tutti coloro che sono a sinistra.
Non so quale decisione prenderanno i "grillini", ma so che in politica la chiarezza dei fini e dei metodi dovrebbe essere sempre vincente, perché vicina ai cittadini e alle loro problematiche, individuando soluzioni, non utopiche ma precise nel progetto, nelle risorse e nelle esecuzioni. Forse l'antico detto di fare bene anche le piccole cose, dovrebbe essere la prima preoccupazione della politica e degli amministratori. Ai filosofi, e soprattutto agli ideologi, come diceva Immanuel Kant, non sia lecito governare, come ai politici filosofeggiare. Una nuova prospettiva della politica in Italia, sarebbe proprio quella che ognuno svolgesse bene il proprio ruolo, non confondendo utopia con buona amministrazione, come sapeva fare il protettore del politico Tommaso Moro.
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