Lago di Fimon, Toniolo incontra presidente bacino pesca zona b: "situazione complessa"
Giovedi 24 Aprile 2014 alle 15:44 | 0 commenti
Costantino Toniolo, NCD - "Venerdì scorso ho voluto approfondire con una visita in loco la situazione del Lago di Fimon: devo dire che è più complessa di quel che pensavo e per mantenere in vita lo specchio d'acqua ci vuole l'impegno di tutti a partire dalla Regione del Veneto perché il sito è una risorsa per la pesca, per il tempo libero, per il turismo e attività collegate".
Lo afferma il consigliere regionale Costantino Toniolo (NCD), che in questo fine settimana di Pasqua ha colto l'occasione per incontrare Silvano Folladore, presidente del Bacino Pesca Zona B di Vicenza, l'associazione che conta circa 1500 soci, tra cui 530 persone (molte praticano il "carp fishing") che abitano oltre i 600 chilometri da Vicenza e che contribuiscono a creare un indotto di tutto rispetto.
"Ho potuto apprezzare l'ottimo lavoro fatto negli anni dai pescatori guidati da Silvano Folladore", afferma Toniolo, "che operano sul lago direttamente e spesso si impegnano più di quel che dovrebbero, e tutto a loro spese e con tantissimo volontariato".
Nell'incontro avvenuto nella "casetta" della Provincia in riva al Lago, Folladore ha esposto a Toniolo oltre 15 anni di lavoro e tutte le iniziative che i pescatori del Bacino B hanno intrapreso per mantenere in vita l'ecosistema dello specchio d'acqua. Dalla realizzazione di una avannotteria per lucci per il ripopolamento delle acque della zona e del Lago (che abbatte i costi di gestione dell'associazione) alla realizzazione di una scala di risalita per il pesce che collega il Lago ai canali gestiti dal Consorzio di bonifica locale, per giungere ad una serie di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che rendono indispensabile la presenza dell'associazione presieduta da Silvano Folladore.
Tanti i nemici del Lago: il gambero killer, le nutrie, ma soprattutto il myriophillum spicatum che assieme al ceratophillum demersum ha invaso in modo abnorme le acque. Ma il nemico maggiore è come sempre l'uomo "che non sa quello che fa"!
"Per nutrie e gamberi killer si è trovato il modo per contenere la loro popolazione", afferma Toniolo, "invece per quanto riguarda la crescita di queste alghe infestanti è ancora tutto sulla carta anche se c'è l'impegno della Regione e del Consorzio di Bonifica all'acquisto di una barca, munita di un rastrello speciale, indicata da studi realizzati dal dipartimento ambientale dell'Università di Parma, organismo specializzato in questo tipo di siti: è urgente che questa imbarcazione venga acquisita e mi impegno per approfondire la questione presso gli uffici e gli enti regionali interessati". Secondo le indicazioni degli studiosi il myriophillum va raccolto fisicamente, ma in modo da non spezzare la pianta, perché ogni tralcio potato e lasciato in acqua dà vita ad un'altra pianta.
"Una parentesi va aperta anche sul tipo di barche che potranno solcare le acque del Lago di Fimon", prosegue Toniolo: "i tecnici ambientali di Provincia e Regione dovranno definire le caratteristiche adatte in modo da non peggiorare la situazione: è intuibile che dovrà essere vietata la navigazione di imbarcazioni dotate di chiglia che inevitabilmente trancia le ramificazioni della flora acquatica, provocando ulteriormente la proliferazione delle alghe infestanti!"
Il livello del Lago infatti in questi giorni non supera il metro e sessanta centimetri di profondità . Raggiunge al massimo i tre metri nei momenti di massima.
"Tanti sono i fattori da tenere sotto controllo per far vivere il Lago", continua Toniolo che ha voluto studiare a fondo la situazione: "i più importanti da tenere sotto controllo sono la temperatura dell'acqua che è troppo alta a causa della poca profondità e le sostanze nutritive che provengono dalla concimazione dei campi, due fattori che incentivano la crescita delle alghe infestanti".
"La soluzione per l'acqua è stata studiata con il Consorzio di bonifica: si vuol far giungere al lago dell'acqua ossigenata attraverso un collegamento al Canale Bisatto".
"Per i campi, va garantita una fascia tampone dove l'apporto di sostanze azotate va diminuito drasticamente", spiega Toniolo: "per questo vi sono delle normative della UE ben precise che vanno applicate e che consentono coltivazioni a basso impatto!"
Infine un pensiero va anche al canneto del cosiddetto "Lago Piccolo": "negli ultimi dieci anni si è ridotto del 70% e non si capisce quale sia la causa", riporta Toniolo: "anche qui andrebbe finanziato uno studio scientifico finalizzato alla ricostruzione di questo ecosistema che potrebbe consentire la reintroduzione dell'avifauna scomparsa, e soprattutto, come proposto da alcuni esperti, la reintroduzione del cannareccione (acrocephalus arundinaceus), specie che ha abbandonato il lago perché oramai privo di canneto".
(foto con Silvano Folladore, presidente Bacino pesca Zona B e Costantino Toniolo, consigliere regionale NCD)Accedi per inserire un commento
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