Laghetto 2: la cementificazione di uno dei suoi pochi polmoni verdi non giova a Vicenza
Domenica 8 Maggio 2011 alle 14:27 | 0 commenti
Riceviamo su [email protected] da Irene Rui e pubblichiamo un intervento sulla nostra inchiesta su Laghetto2.
Alcuni cittadini del Quartiere Laghetto si lamento del degrado sociale della loro zona, sinonimo purtroppo, di come per anni le Amministrazioni Comunali abbiano investito più sull'edificazione che su un'incentivazione alla vita dei quartieri. Le Amministrazioni Comunali e i tecnici che seguono ampliamenti o progettano nuovi quartieri sovente non tengono conto di due elementi importanti il tessuto sociale e ambientale.
Seguono le linee guida di una progettualità estetica, per cubatura e qualche volta (ma solo esteticamente) in armonia con l'ambiente, dove però procedono con l'intubamento dei fossi o dei corsi d'acqua minori. Si dimenticano però di chi ci vive nel quartiere o di chi dovrebbe andarci a risiedere; conseguentemente si scordano di progettare servizi o se inseriti nel progetto, sono costruiti in un secondo momento o sostituiti con delle varianti d'opera, poiché non fanno cassa. In poche parole, si scordano che i quartieri devono avere una certa vitalità sociale, sia perché non si trasformino in dormitorio, sia per evitare il diffondersi di un certo degrado e insicurezza per i residenti. Al momento, infatti, di presentare un progetto di riqualificazione di un quartiere, non si fa una indagine puntuale, non si intervista i residenti e non si tiene conto di quel che viene o è venuto a mancare, che è andato a scadere, ma si carica la zona con nuove lottizzazioni che rischiano di aggravare una situazione già pesante.
Per riqualificare un quartiere come il Laghetto, è necessario costruire una "fucina di idee" che coinvolga in primis gli abitanti del quartiere stesso e in secondo luogo gli urbanisti, poiché sono i cittadini della zona che devono riprogettare il loro villaggio.
E' chiaro che svuotare un quartiere dai servizi essenziali per i residenti come le scuole (anche se la normativa Gelmini lo impone) o quant'altro i cittadini ne sentano la necessità , invece di incentivarne l'apertura e l'uso, non è saggio ed è controproducente per il quartiere e per l'Amministrazione Comunale. Il quartiere va rivitalizzato, anche con servizi che potrebbero servire ai quartieri contermini.
Il Laghetto oggi, è ancora uno dei pochi polmoni verdi di Vicenza e la sua cementificazione non giova ai residenti, al quartiere, ma neppure alla città . Sarebbe meglio, riuscire a creare un qualcosa di aperto, di ausilio al pubblico che dia vita al quartiere: penso a una spina di prolungamento del Parco della Pace, dove vi possono essere dei servizi pubblici, quali piazze, giardini, spazi gioco anche piste di pattinaggio e sketball, laboratori ricreativi e una riqualificazione dei servizi con incentivazione all'apertura dei negozi e di servizi di vicinato, la permanenza di scuole e asili, una piazza per mercati multietnici e innovativi.
Certamente un quartiere per essere tale deve essere vissuto, e perché ciò avvenga deve avere gli ausili per farlo, che incentivino i residenti a vivere il loro quartiere e di usarlo per scopi diversi dal semplice dormirvi. Si tratta di riprogettare un uso diverso dei propri quartieri.
Irene Rui, sociourbanista
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