L'accoltellamento dei tecnici Aim e le "opinioni propositive di Giuliano Raimondo
Sabato 15 Novembre 2014 alle 10:01 | 0 commenti
Dopo le vicende connesse con l'accoltellamento a Bolzano Vicentino di alcuni lavoratori dipendenti di AIM Giuliano Raimondo, ex segretario generale provinciale della Federazione Nazionale Lavoratori Energia ed ex coordinatore servizi pubblici locali per la Cgil Vicenza fino al 31 dicembre 2012, ci invia un suo personale contributo con opinioni propositive, derivante da esperienza lavorativa nel settore dell'energia elettrica e successivamente da lunga esperienza sindacale nei settori luce, gas e acqua.
Raimondo si dice stimolato a farlo anche da alcuni "significativi" commenti ad articoli di stampa. Questi commentatori, che evito di definire, invece che stimolare utili approfondimenti, si sono abbandonate a considerazioni che allarmano tutti coloro alle quali sta a cuore la democrazia senza aggettivi.
Spazio, quindi, e in attesa di ridarglielo per una sua approfondimento già arrivato sul suo "detrattore" senza nome Eltamiso (innominato, per noi, o innominabile, per lui, ndr), alle sue "opinioni propositive sui rischi per le persone preposte alle attività di sigillatura e riallaccio di contatori sigillati per morosità e o per controlli presso la residenza dell'utente.
Egregio Direttore, la sigillatura e riallaccio contatori per morosità o per controlli presso l'utente (del gas, dell'energia elettrica e dell'acqua) è un lavoro sempre più difficile che viene svolto in un Pese che sta impoverendo anche sul piano culturale.
Sono attività importanti ma sempre più spesso a rischio, svolte tra le regole dell'Autorità per l'Energia Elettrica, Gas, Acqua e persone con comportamenti sempre più variabili.
Sono attività che spesso avvengono anche in ambienti angusti e spesso fuori norma, in zone a alta concentrazione di foresti, di cui molti senza lavoro. Attività svolte tra crescenti discussioni calorose condite spesso con minacce verbali e qualche volta con vere aggressioni fisiche che possono pregiudicare anche la vita delle persone addette a sigillature o controlli presso l'abitazione dell'utente.
Siamo un Paese a memoria corta e in declino per varie cause, tra le quali l'ignoranza di ritorno, la mancanza di lavoro, il ritorno dello sfruttamento delle persone nella prestazione di lavoro, la corruzione, i furti in aumento, datori di lavoro che non pagano, direzioni di azienda prevalentemente burocratici, code agli sportelli, file o tempi lunghi per accedere a cure mediche, ecc. ecc. Un Paese sfilacciato che arranca perché zavorrato anche da una gestione politico amministrativa che sempre più spesso fa incavolare (tutti contro tutti!) e da parole, parole e parole, a fronte delle urgenti necessità (diritti) che la crisi economico e sociale richiede. Per dirla in breve, oltre alla propaganda e agli spot "non si vede granché per il futuro" (altro che strumentalizzare i giovani e i disoccupati rispetto ai diritti che la Costituzione Italiana prevede per tutti!)
Diversi anni fa, l'Italia era un Paese sostanzialmente diverso perché vi era più lavoro, meno corruzione, meno ingiustizie, meno egoismi e sicuramente più partecipazione e solidarietà . Questo è servito anche a umanizzare il lavoro anche se, sempre più grave è oggi, la divisione delle quote di lavoro tra il sud e il nord nel nostro Paese. Viviamo in una situazione economico sociale che alimenta, in crescendo, anche tensioni e comportamenti sempre più asociali provenienti anche da tanti italiani senza futuro. (Papa Francesco sembra "parlare" solo a quel deserto sordo e sempre più cieco, rappresentato dell'indifferenza, ma non è così perché vuole mobilitare tutti i cuori!)
Ora con la mondializzazione dell'economia senza governo, con la prevalenza del mercato finanziario rispetto a quello del lavoro per la promozione umana, la situazione è ancora più grave e il conto più salato. Un conto salato che sembra senza fine per carenza di investimenti per il lavoro orientato a migliorare la qualità della vita delle persone, intesa come fruizione dei diritti sanciti nella Costituzione e per tutela del territorio. Lo ricordano anche le ripetitive esondazioni di fiumi, torrenti e frane, l'aumento della povertà e i crescenti disagi nella società i quali generano un miscuglio di tensioni con pesanti riflessi sulla sicurezza delle persone. Lo evidenzia bene anche l'accoltellamento del lavoratore di AIM e il ferimento del suo collega, da parte di una persona che sul suo comportamento deciderà opportunamente la competente magistratura perchè non siamo nel farwest.
Certi mestieri, che nel nostro territorio si facevano senza tanti problemi, come la sigillatura dei contatori per morosità e il loro riallaccio o per controlli presso l'utente, erano qua tra noi, fino a pochi anni addietro un mestiere abbastanza "tranquillo", a differenza del Piemonte, per esempio, ove dette attività sin dalla fine del 1960 cominciavano ad essere rischiose perchè svolte in concentrazioni di persone con tradizioni e abitudini molto diverse tra loro (allora errano quasi tutti italiani)
Ricordato quanto sopra, è urgente verificare in tutte le società o aziende dei servizi per le energie che prevedono slacci e riallacci dei contatori presso le abitazioni degli utenti morosi o per controlli vari:
1. le procedure di intervento, considerando anche il rapporto previsto dalle regole dell'Autorità per l'Energia Elettrica e Gas tra fornitori e distributori, ossia il rapporto tra il venditore di energie e i distributori delle stesse in quanto proprietari della rete e dei misuratori, i quali, su ordine del venditore, devono tecnicamente intervenire in tempi definiti (e in situazioni di traffico sempre più critiche);
2. l'organizzazione del lavoro nelle aziende distributrici, coerente con le regole della citata Autorità , in particolare;
3. la puntuale programmazione esecutiva intesa come tempi di intervento (e non si deve rischiare perché si arriva tardi al posto d'intervento)
4. se gli operatori del distributore devono andare anche nell'appartamento dell'utente/cliente per verificare, prima della riapertura del gas, se i rubinetti sono regolarmente chiusi;
5. la tipologia delle comunicazioni scritte verso gli utenti/clienti consumatori perché siamo un Paese che deve essere al passo con i tempi (la sola lingua italiana non basta);
6. i criteri di selezione per la individuazione di chi è adatto alle funzioni tecniche sopra citate anche perché in grado di dialogare con persone che vengono da paesi lontani (la sola lingua italiana non basta. È anche l'occasione per assumere giovani diplomati disoccupati);
7. gli indumenti/dpi in modo che i cittadini possano identificare sin da subito: il nome della società che interviene, nonché il n. di matricola dei preposti, in quanto stampigliati negli indumenti con caratteri e numeri ben leggibili;
8. i sistemi per interventi in sicurezza sotto il profilo della prevenzione e protezione, alla luce delle prescrizioni nel vigente Decreto 81/2008 e sue integrazioni,
9. la formazione dei preposti operatori anche sotto l'aspetto culturale e psico/comportamentale, ossia di come comportarsi a fronte di minacce verbali o peggio, di vere aggressioni fisiche,
10. che gli interventi siano sempre realizzati tramite una coppia di preposti operatori, governata da un predefinito preposto coordinatore,
11. se esiste un rapido sistema per dare l'allarme per interventi veloci (o Vigili Urbani, o Carabinieri, o Polizia di Stato) a fronte di emergenze che mettono a rischio fisico le persone, considerato che siamo un Paese che stenta di integrare e di integrarsi con persone che provengono da altri Paesi del mondo o da italiani esasperati dai devastanti effetti della crisi.
È questo un contributo che mi sento di proporre per concorrere a migliorare la situazione sul piano delle sicurezze preventive e non solo, anche perché, in alcuni casi vi potrebbe essere pure bisogno di primo soccorso.
Grazie per l'attenzione.
Giuliano Raimondo
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