Laboratori tessili cinesi, GdF: riscontrato l'impiego di 20 lavoratori "in nero"
Giovedi 21 Febbraio 2013 alle 10:49 | 0 commenti
Guardia di Finanza di Vicenza - Un bilancio positivo quello consuntivato tra la fine del 2012 ed i primi mesi del 2013 e riferito alla diuturna azione di controllo economico del territorio posta in essere da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, con uno specifico piano di interventi volti a contrastare il fenomeno del lavoro "nero" ed irregolare nei confronti di alcuni laboratori tessili, situati nella provincia berica e gestiti da soggetti di etnia cinese.
A seguito di ben 9 accessi effettuati in altrettante strutture produttive, ubicate nel basso vicentino e nel bassanese, è stato accertato l'impiego di 20 operai completamente "in nero", tutti provenienti dalla Cina ed impegnati, specialmente nelle ore notturne, nella produzione di capi di abbigliamento, a volte anche per nomi dell'alta moda italiana.
A nulla sono valsi i tentativi degli operai di nascondersi all'interno dei laboratori o di camuffare il riposo notturno intravedendo l'arrivo delle Fiamme Gialle tramite le telecamere installate all'esterno: le macchine da cucire ancora calde al momento dell'ingresso e gli abiti da lavoro indossati, infatti, li hanno traditi. In un caso, in particolare, avvistati i Finanzieri sempre tramite le telecamere, sono state spente tutte le luci del laboratorio ed i militari, al loro accesso, hanno trovato i lavoratori che facevano finta di dormire, vestiti, vicino ai macchinari. Quelli che non avevano fatto in tempo ad inscenare il sonno, si erano malamente nascosti sotto le macchine da cucire, sperando di passare inosservati. Ma alla fine non hanno potuto che ammettere che erano presenti negli stabilimenti proprio per lavorare.
Incrociando le notizie acquisibili attraverso le banche dati disponibili con le dichiarazioni da loro rese è emerso, infatti, che tali lavoratori erano sconosciuti agli Enti previdenziali e assistenziali, nonché ai servizi per l'impiego. Un lavoratore, infine, era presente sul territorio nazionale in stato di clandestinità .
Sono state, quindi, contestate violazioni alla normativa sul lavoro, che prevedono per ogni lavoratore in nero sia l'applicazione della cosiddetta maxi sanzione, da € 1.500 a € 12.000, sia una sanzione in misura fissa pari a € 150 per ogni giorno di lavoro prestato. In due casi, inoltre, considerato che il numero di operai in ''nero'' sorpresi intenti a lavorare era superiore al 20% del totale, la Direzione Territoriale del Lavoro di Vicenza, su segnalazione delle Fiamme Gialle, ha disposto la sospensione dell'attività lavorativa fino al pagamento delle sanzioni amministrative connesse alle irregolarità riscontrate.
Gli ulteriori accertamenti, inoltre, hanno permesso di appurare il mancato versamento di IVA da parte delle imprese controllate, con un danno per le casse dello Stato quantificato in circa € 100.000.
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