La vita è sprecata senza Gesù: il caso della scritta sulla maglietta dello studente canadese
Lunedi 4 Giugno 2012 alle 14:33 | 0 commenti
Tratto da VicenzaPiù n. 235 (abbonati alla moderna versione online sfogliabile e dal prossimo numero con articoli leggibili anche in formato testo: VicenzaPiù Edicola è ora disponibile in abbonamento con due modalità . Abbonamento standard: 18 Euro all'anno Iva di legge inclusa. Abbonamento sostenitore: 30 Euro all'anno Iva di legge inclusa).
"La vita è sprecata senza Gesù". Questa frase, che suona come una sentenza, è stampata sulla maglietta di uno studente, tal William Swinimer, delle scuole superiori della Nova Scotia, provincia canadese che dà sull'Atlantico.
Niente di speciale, si potrebbe pensare, tanto più sapendo che oltre il 75% dei canadesi professa la religione cristiana. La cosa particolare è che questo ragazzo si è beccato cinque giorni di sospensione per aver ripetutamente indossato quella stessa maglietta all'interno della scuola che frequenta.
La ragione della sospensione è presto detta: il problema non è l'aver manifestato il proprio credo in un luogo pubblico - libertà tutelata da qualsiasi costituzione realmente democratica - ma l'aver diretto un messaggio offensivo (o ritenuto tale) al credo altrui. Se il ragazzo si fosse limitato a proclamare la propria pienezza in Gesù - han fatto sapere le istituzioni scolastiche del luogo - nulla sarebbe accaduto. Ma l'aver implicitamente affermato che chi non crede in Gesù, siano essi atei o credenti di altre religioni, sta buttando via la propria esistenza, non è considerato accettabile. Tanto più che il ragazzo, a detta di alcuni dei suoi compagni di scuola, in precedenza si era più volte reso protagonista di tentativi di far proselitismo insistendo sul fatto che se i suoi compagni non si fossero confessati, sarebbero andati all'inferno.
Il fatto si presta a tante e contrastanti interpretazioni, non a caso in Canada ha avuto un discreto risalto nelle cronache nazionali. Ci troviamo di fronte a un caso in cui il (sacrosanto?) diritto di poter esprimere liberamente il proprio pensiero si scontra con il dovere di rispettare le libertà altrui. Nelle intenzioni la sospensione voleva affermare un concetto di laicità inteso in senso ampio: siccome chiunque ha il diritto di esercitare le proprie libertà personali (compreso quello di non credere o credere in un dio che non è quello cristiano), nessuno può permettersi di dire che l'esercizio di tale diritto è spazzatura. Ma per difendere questo diritto si è dovuto sopprimerne un altro, importante almeno tanto quanto. Come detto l'argomento è controverso e infatti la scuola ha poi fatto un passo indietro dando il permesso al ragazzo di indossare la maglietta al suo ritorno a scuola.
Ma se questo singolare episodio fosse accaduto in Italia, cosa sarebbe successo? Tanto più contando che nel Bel Paese è previsto che un simbolo religioso sia affisso nelle aule scolastiche? E cosa sarebbe successo, poi, se la stessa frase avesse avuto come riferimento il profeta di qualche altra religione?
Le domande poste dal nostro giovane cronista montecchiano, a Vancouver per studi, le abbiamo girate su suo consiglio ad altri vicentini, un sacerdote e a un membro dell'UAAR.
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