La speranza di questo Bambino vince le nostre paure
Mercoledi 21 Dicembre 2011 alle 08:26 | 1 commenti
Riceviamo da Don Dario Vivian, direttore artistico del Festival Biblico, e pubblichiamo.
I magi domandarono: " Dov'è il neonato re dei Giudei? Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo". All'udir ciò il re Erode fu preso da grande spavento e con lui tutta Gerusalemme (Matteo 2,2-3).
Possibile che un piccolo bimbo appena nato faccia così paura al potente di turno, sino al punto di sconvolgerlo insieme ad una intera città ?
Un mondo impaurito
L'antico racconto del Natale di Gesù è attuale più che mai, come sempre avviene per le narrazioni delle Scritture. La Bibbia è il libro che ti legge, basta aprirlo per sentirvi risuonare dentro quanto stiamo vivendo, singolarmente e collettivamente. Anche oggi siamo alle prese con situazioni che spaventano, ma non è detto che non ci sia una stella a illuminare il cammino. Fa paura la crisi del nostro mondo occidentale, che percepiamo tutti non semplicemente dovuta a fattori economici. Si può e si deve affrontarla mettendo a posto i conti, tuttavia il futuro che sembra non esserci, in particolare per le giovani generazioni, non è unicamente la mancanza di una sistemazione lavorativa. Riaccendere una stella nel cielo di chi è giovane, ma anche di chi si trova a cinquant'anni fuori mercato, significa tornare al più presto alla situazione precedente o non piuttosto interrogarci sui modelli di vita, di società , di politica, di economia? Gerusalemme, città simbolicamente rappresentativa del nostro abitare il mondo e la storia, ha nel suo stesso nome una vocazione di pace: shalom; eppure risulta città impaurita, mondo turbato, storia sconvolta. E tutto questo non solo attorno a noi, dentro di noi.
Non abbiate paura
La buona notizia del Natale prende di petto le nostre paure, le stana fuori e le confronta con quel Bambino, segno paradossale di una possibilità inedita, di un mondo nuovo, del nostro stesso rinascere attraverso la sua nascita. L'angelo disse: "Non temete! Vi annunzio una grande gioia per tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, vi è nato un salvatore, che è il Messia Signore. Questo è per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato nella mangiatoia" (Luca 2,10-12). Il brusco passaggio, tra la grandezza dell'annuncio e la piccolezza del segno, suggerisce uno scarto non facile da accogliere. Occhio ed orecchio vi si devono abituare, perché somiglia al passaggio in un quadro dal colore vivido alla sfumatura impercettibile, in una partitura dal fortissimo al pianissimo. Forse ci è suggerito che è possibile abitare in altro modo le nostre paure, non tentare di esorcizzarle con maniere forti; ci è chiesto di riabilitare, anzitutto il nostro cuore, alla percezione di quanto vale, non di quanto s'impone. E' un cambiamento di paradigma, di cui abbiamo particolarmente bisogno dopo anni di esibizionismi d'ogni tipo.
Auguri... biblici
Vogliamo farveli, non solo perché il nostro è un Festival biblico, ma per contrastare l'uso improprio dell'aggettivo biblico, quasi sempre legato a realtà problematiche o negative. L'immersione nelle Scritture, che in questi anni abbiamo vissuto insieme a tanti amici, ci ha permesso di capire questo: ciò che è biblico è buono e bello, profondamente umano anche nelle sue contraddizioni, capace di ridare fiato alle nostre speranze. Allora, a tutte e a tutti, i nostri più sentiti e cordiali auguri biblicamente ispirati!
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Riprendere la dimensione dello spirito e non della vita contingente della politica è il compito del cristiano e del suo messaggio universale (cattolico) di salevzza.
Che Nostro Signore aiuti, l'umanità nelle traversie e nelle speranze. Buona Natale!