La solita aria fritta al Consiglio delle minoranze su Aim? A rischiare c'è solo Giglioli
Mercoledi 15 Gennaio 2014 alle 00:32 | 0 commenti
Domani (oggi, mercoledì alle 18, per chi legge, ndr) si rischia la solita aria fritta al Consiglio delle minoranze sul tema "acquisizione da parte di Aim della piattaforma di Marghera" convocato per ascoltare gli invitati Gianni Giglioli, ex consulente della multi utility pubblica, e Dario Vianello, deus ex machina da decenni di tutte le Aim di qualunque colore politico fossero espressione (VicenzaPiùTv riprenderà il contro consiglio e lo trasmetterà in differita streaming su www.vicenzapiu.tv).
A indire il consiglio "dimostrativo", dopo che in quello ufficiale e generale di fatto era stata impedita la loro audizione, è stata tutta l'opposizione, Sel esclusa che per bocca di Valentina Dovigo, pur volendo approfondire la mission di Contrà Pedemuro S. Biagio, ha invitato Giglioli, a conferma di una qualche confusione informativa, a difendersi con gli avvocati in tribunale dove per altro è già stato assolto. Aria fritta perché Giglioli non potrà che riconfermare i fatti accertati nel processo e le accuse da lui mosse sui nostri media che hanno originato la "bagarre" consiliare e contro consiliare e mai raccolte con attenzione da altri media più abituati a frequentare con leggiadria i corridoi di palazzo Trissino.
Aria fritta e, almeno sulla carta, un auto-downgrading del coraggioso, bisogna dirlo, professionista che si dimise (quanti lo fanno oggi?) per non danneggiare Variati e che per difendersi (altra anomalia in questa indecente Italia) ha rinunciato alla prescrizione: lui, che ha visto riconosciute le sue ragioni in un consesso ben più importante di un contro consiglio, cioè in corte d'assise, rischia di prestarsi a etichette e strumentalizzazioni senza un adeguato contraddittorio con Dario Vianello, che di sicuro sarà assente fisicamente come più volte ha dichiarato, anche in tribunale, di esserlo decisionalmente come direttore generale frequentemente "a sua insaputa", visto che gli errori dei suoi vari Cda erano a lui ignoti.
Starà a Manuela Dal Lago, soprattutto e in quanto la figura politica più prestigiosa presente, dimostrare che i suoi colleghi di minoranza, domani nelle domande e poi in futuro con fatti politici ma anche con passi presso la magistraturao, non faranno solo spettacolo a spese di un Giglioli, che ama esibirsi da attore ma che perciò può essere infilzato da politici ben più avvezzi a manovre e ... contro manovre.
Noi siamo meno intelligenti del professionista vincitore in tribunale ma possibile perdente, almeno in immagine, in una Sala Bernarda, che la maggioranza ha già declassato a sede di una semplice "riunione", altro che Consiglio ombra!
E perciò domani, se fosse assente una qualunque novità tipo la presenza qualificante di Vianello, noi esordiremmo così al posto di Giglioli: "io ero qui per aggiungere chiarezza in un trasparente contraddittorio con Dario Vianello. Visto che non c'è non ripeto quanto già detto ai giudici, che assolvendomi, hanno accolto in toto le mie tesi che ho già ampiamente esposto ai media, che come VicenzaPiù mi hanno voluto ascoltare nell'interesse dei cittadini proprietari di Aim. Tutti, quelli di destra e quelli di sinistra, senza distinzioni. A loro mi rivolgerò nel prossimo futuro direttamente e senza un cappello preconfezionato e loro valuteranno se è giusto e corretto sottrarsi al contraddittorio da parte di Vianello e di coloro ai quali risponde. Io non ho nulla da nascondere. Anche i giudici lo hanno sentenziato ma saranno i cittadini d'ora in poi i miei giudici ...".
E poi tanti saluti ai presenti, un coup de theatre che almeno non potrà essere nascosto dai media come le sue tante accuse. Rese fatti dal tribunale ma che altrimenti verrebbero solo utilizzate da un lato da chi citandole non ha avuto in conferenza stampa neanche il coraggio di nominare dove sono apparse, VicenzaPiù. E dall'altro da chi le annullerebbe come chiaramente faziose perché riformulate ad uso e consumo dei politici ... ombra. Anche nel passato quando a guidare Aim, bocciata in tribunale dalla condanna in primo grado del suo presidente Giuseppe Rossi, c'era il centro destra.
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