La settimana lavorativa, finchè c'è
Sabato 17 Novembre 2012 alle 17:04 | 0 commenti
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La settimana di ognuno di noi è fatta di lavoro. E di avvenimenti. Li segnala Giorgio Langella, piccolo imprenditore, lavoratore, attento all'informazione. E dirigente comunista
Rappresaglia n° 1: Qualche tempo fa la Fiat è stata condannata in appello per discriminazione verso 19 operai iscritti alla Fiom. Questi operai, ha sentenziato il giudice, dovranno essere assunti. Circa una settimana fa la Fiat ha annunciato che, in cambio, metterà in mobilità (cioè licenzierà ) altri 19 lavoratori. I lavoratori vengono usati come "merce di scambio" e vengono istigati a lottare tra loro per poter lavorare.
Rappresaglia n° 2: Venerdì scorso, davanti al magazzino di smistamento dell'Ikea di Piacenza, c'è stata la manifestazione dei facchini (dipendenti di cooperative che erogano servizi all'Ikea) che protestavano per i carichi di lavoro e i salari spesso inferiori ai 500 euro mensili. La polizia ha caricato e ci sono stati una decina di feriti tra i manifestanti. L'Ikea ha annunciato che da domani ci sarà un "riposizionamento dei volumi" a Piacenza ... cioè 107 lavoratori perderanno il posto di lavoro. La protesta è stata "punita".
Rappresaglia n° 3 (... forse): Un paio di giorni fa la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per 65 milioni di euro nella disponibilità di 13 persone riconducibili al gruppo Marzotto. Vari membri della famiglia Marzotto avrebbero evaso imposte per la cifra sopra evidenziata nell'ambito della plusvalenza da cessioni di partecipazioni del marchio Valentino. Subito è scattata la preoccupazione dei sindacati per eventuali "ricadute" sui lavoratori. Evidentemente si paventa che ci possa essere riduzione di personale dovuta allo sviluppo della vicenda. In questo caso, forse, non sarà così ma il "mettere le mani" è sintomo di una situazione deteriorata, quasi fosse "normale" barattare l'impunità padronale con il mantenimento dei posti di lavoro.
Libertà di stampa: Un paio di giorni fa, il ministro del lavoro Elsa Fornero, durante due incontri pubblici a Torino, ha chiesto di allontanare i giornalisti. Un esempio di come viene concepito il diritto all'informazione.
La fine del tunnel: La commissione europea annuncia che non ci sarà ripresa fino al 2014. Per quanto riguarda l'Italia la disoccupazione è prevista in aumento. Nel 2013 sarà dell'11,5% e nel 2014 raggiungerà l'11,8%. Questo aumento della disoccupazione è dovuto, come afferma la commissione europea, al maggior numero di persone in cerca di lavoro per la crisi e agli effetti della "riforma" delle pensioni.
La fine del tunnel (seconda parte): Nel Veneto la situazione i dati di settembre 2012 sulla crisi occupazionale parlano chiaro.
- Le aziende in crisi sono 1.009 e sono 24.050 i lavoratori coinvolti. Nello stesso periodo del 2011 le aziende erano 790 e i lavoratori 14.474.
- Le ore autorizzate di cassa integrazione sono 70.185.474 (ordinaria 21.355.240, straordinaria 24.008.575, in deroga 24.821.659). Nel 2011 erano complessivamente 63.985.575 (ordinaria 14.691.694, straordinaria 28.331.555, in deroga 20.962.326).
- Le aziende con trattamenti di cassa integrazione straordinaria, a settembre 2012, sono 389 (con queste scadenze: 57 ottobre, 48 novembre, 73 dicembre, 67 gennaio 2013, 42 febbraio, 47 marzo, 55 oltre).
- La mobilità colpisce 26.497 lavoratori superando il "record" del 2011 di 26.472 addetti.
Conclusioni: Di fronte a queste notizie si rischia di restare attoniti. E di rassegnarsi all'impotenza. Ma almeno una considerazione conclusiva (con un timido appello) mi sembra doverosa. La cosiddetta "agenda Monti" è fallita. La politica del "governo tecnico" ha contribuito a rendere il lavoro sempre più precario, meno sicuro e, per tanti cittadini, inesistente. Bisogna cambiare direzione al più presto. L'aver approvato leggi inique come quella delle pensioni o quella che ha cancellato l'articolo 18 e l'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio hanno provocato danni enormi ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani. Chi sostiene "da sinistra" il governo Monti deve rendersi conto di quanto ha fatto e dichiarare con la serietà necessaria che, qualora vincesse le prossime elezioni, le leggi che hanno provocato questo disastro devono essere cancellate.
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