La reprimenda a VicenzaPiù del M5S Vicenza
Martedi 22 Aprile 2014 alle 12:57 | 0 commenti
Il Movimento Cinque Stelle Vicenza posta una sua nota in riferimento al nostro commento (dal titolo "M5S Vicenza accusa Ferrarin ma non ne fa il nome: sono grillini o demitiani?") sul loro comunicato precedente in cui ci permettevamo solo di notare che prendevano di mira un loro eletto senza farne il nome e senza dirne esplicitamente il motivo, in barba alla ben nota sfrontatezza e chiarezza del leader nazionale Beppe Grillo, condivisibile o meno per le sue prese di posizione ma che di certo non le manda a dire.
Come sempre (ri)pubblichiamo integralmente, e in maniera "visibile" anche a non frequentatori abituali dei post, le reazioni di tutti e tanto più questa degli "amici"del Movimento Cinque Stelle Vicenza ma, lo confessiamo, l'abbiamo letta e riletta varie volte ma non abbiamo trovato chiara, diremmo "grillina", traccia né del nome dell'accusato né del fatto di cui lo si accusa, se per fatto non intendiamo una mancanza di fedeltà generica per un fatto, ripetiamo, non dichiarato da questo, che è uno dei due meetup autorizzati a Vicenza.
Ora non volevamo ripetere per il linguaggio ancora oggi usato la qualifica di democristianamente "demitiano", a nostro parere comunque... diminutiva per il politico e statista di lungo corso Ciriaco De Mita.
Ma dopo aver letto della "probatio accusatoria" e di altri forbitissimi termini che mi riportano felicemente a quando ero studente del liceo classico, vari decenni fa, se non posso abusare, come scritto prima, del termine "demitiano", arrischio e ribadisco un aggettivo, "vicentino", che non vuole essere di offesa per tutti i cittadini di questa terra ma per quelli che le hanno fatto guadagnare questo termine come sinonimo di ipocrita, come per portoghesi e genovesi non si intendono tutti loro ma solo i più "imbucati" a gratis e i più "taccagni" nelle spese.
Detto questo, quel nome del vostro avversario "casalingo" di oggi e il fattaccio da lui commesso potrebbero trovare tranquillamente la nostra "reprimenda" (lo vedete che ricordo il mio vecchio latino) se solo scriveste l'uno e gli associaste l'altro.
E ora ecco la reprimenda del Movimento Cinque Stelle Vicenza contro la richiesta di chiarezza fatta da questo povero, vecchio direttore.
Con liberale tolleranza pari almeno alla vostragradita "francescana benevolenza".
Giovanni Coviello
Caro direttore,
chiediamo venia se ingenuamente abbiamo peccato di buona fede, rei di aver creduto che certa stampa locale si limitasse all'analisi politica piuttosto che alle pruderie da rotocalco e, per non discutere di contenuti, non trova di meglio che ricorrere all'ormai stantia giaculatoria sulla "democristianeria".
Con tutta onestà però, pensavamo fosse superata quell'esaltazione del cliché che appena sei mesi fa aveva portato uno dei suoi migliori cronisti a definirci "fantozziani" per il sol fatto di non avergli consentito di presenziare ad una nostra riunione privata e al punto di rivendicare il "diritto al libero origlio" minacciando l'uso della forza pubblica. Anche quella volta, si discuteva di problemi interni al movimento grillino. Puro caso quindi o precisa linea editoriale?
Chiedere a noi una sorta di probatio diabolica che francamente non ci compete e che in altre occasioni non sembrano aver suscitato cotanto sdegno da parte sua (una su tutte quella sulle anonime note spese della Fiera), è l'ulteriore riprova di come desti maggiore interesse un valzer d'accuse a tinte rosa che una discussione sul merito politico (non giudiziario) delle questioni.
Comunque sia, riteniamo la maggioranza dei lettori dotati di quell'arguzia sufficiente ad identificare senza dovizia di particolari qualsiasi riferimento più o meno esplicito a fatti o persone o cose, peraltro già ampliamente dibattuti dai suoi colleghi nelle scorse settimane.
La nostra, teniamo a precisare, voleva solo essere una presa di posizione generale e per nulla ipocrita sul dover essere del Movimento Cinque Stelle non solo vicentino, nei confronti del quale sono proprio le ambizioni personali a concretizzare il rischio che lei giustamente paventa e di cui certi accadimenti ne sono diretta espressione.
A tacer d'altro le riportiamo un passo dell'intervista di Gianni Barbacetto a Gianroberto Casaleggio apparsa sul Fatto Quotidiano di ieri:
"(...) Se tu prendi un impegno con me e non lo rispetti, io non ti voglio più vedere. Finito. Non è un discorso politico. In quello noi abbiamo delle regole: se all'interno dei gruppi ci sono posizioni diverse, si decide a maggioranza e quella decisa è la posizione del gruppo. Ma se mentre il gruppo sta discutendo, chi è in minoranza esce e dichiara ai giornali: qui non c'è democrazia e io voto come mi pare, allora così non va".
Con francescana benevolenza
Movimento Cinque Stelle VicenzaÂ
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