La Regione approva il progetto del nuovo ecomostro della grande distribuzione
Sabato 26 Maggio 2012 alle 12:59 | 1 commenti
Gianni Genghini, Associazione Ambiente e Società , Circolo Embera Katio - Dunque la Regione ha approvato Veneto City, un'enorme città degli acquisti a Dolo, un'ulteriore "spada di Damocle" sul piccolo commercio e un ennesimo passo verso il consumismo esasperato. Insomma l'ultima spiaggia per i negozianti dei centri storici di alcune città venete, ma non mancheranno ricadute nei punti di vendita al minuto del centri abitati delle province limitrofe.
Poco si sa cosa ospiterà di preciso questa'area di 75 ettari, cioè qualcosa come 750 mila metri quadrati di territorio, dei quali ben 200 mila metri cubi di edificato.
Certo non saranno campi sportivi o parchi naturali. La destinazione è quella di diventare un'enorme grande città del commercio all'americana, piazzata com'è tra l'autostrada Pd-Ve, l'imbocco del Passante di Mestre e la Riviera del Brenta. Un vero e proprio assedio al piccolo commercio, dove gli assedianti sono i nuovi mostri del commercio globale e gli indiani sono gli ultimi negozianti al minuto che ancora resistono nelle nostre città . A meno che non si pensi di utilizzarla, come qualcuno ha suggerito, per ospitare in futuro un'eventuale trasferimento della Fiera di Padova, che ormai sta stretta nell'area dov'è posizionata. Purtroppo l'avanzata della grande distribuzione continua con gli effetti dirompenti di un elefante in un negozio di cristalli. Quali sono gli aspetti negativi della diffusione esagerata del centri commerciali in città come Venezia, Padova e Vicenza? Primo, il pericolo della chiusura di quasi tutti i piccoli negozi nei centri storici della nostra città , già decimati dalla crisi in atto. Secondo, la riduzione dei negozi al dettaglio metterebbe in crisi la vivibilità delle classi meno abbienti, degli anziani, dei non patentati e di tutti quelli che non hanno una normale mobilità , già compromessa dalla scarsità di parcheggi e mezzi pubblici adeguati. Terzo, la grande distribuzione condiziona gli acquisti e normalmente fa spendere più soldi di quanto avevamo previsto. Insomma noi dobbiamo decidere se vogliamo le città all'americana, dove i confini si allargano a dismisura, oppure, come consiglierebbe la nostra antica civiltà , un centro città a misura d'uomo. Una città come Los Angeles, dove il centro storico non esiste perché cancellato dalla nuova concezione antropica dell'ufficio in centro e del quartiere dormitorio in periferia, non fa certamente al caso nostro. In questo caso saremo assediati dai Centri commerciali e noi diventeremo degli strumenti facilmente adescabili, che acquistano spesso anche merci non indispensabili, solo perché i colori accattivanti delle aree espositive, l'aria condizionata e il sorriso stereotipato delle commesse ce lo consigliano. Proviamo a pensare quanto più umano e rassicurante è essere serviti dal "casolino" sotto casa, che spesso ci chiama per nome e ci consiglia il prosciutto migliore o l'olio più adatto per noi. Insomma il baricentro del commercio si sta spostando in periferia e ciò è grave per la sopravvivenza delle nostre città .
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Beppino Mattiello.
coordinatore cittadino PSI-PSE