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La ragione dei fessi, di Paolo Mele senior

Di Paolo Mele senior Venerdi 16 Luglio 2010 alle 22:38 | 0 commenti

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VicenzaPiù accoglie ora come suo editorialista Paolo Mele Senior. Ecco il suo primo editoriale su VicenzaPiù n. 195 in edicola e in distribuzione dal 10 luglio.

Vi ricordate Licio Gelli? Ebbene, contrariamente a chi già se lo immaginava volteggiare nella luce di qualche promiscuo Karma, il Venerabile dell'ex P2 - Loggia Massonica che ha dato i "natali" a molti uomini del potere politico-imprenditoriale - gode tuttora di ottima salute, come dimostra nella breve ma lucida intervista resa recentemente al settimanale L'Espresso.

Un'intervista in cui il venerando ed impunito maestro di confucianesimo massonico non la risparmia proprio a nessuno, a cominciare dai suoi ex "discepoli" che - a suo dire - avrebbero totalmente disatteso il Piano di Rinascita da lui teorizzato. Un programma ispirato ad un credo di ordine e disciplina che gli valse, in ragione della sua scarsa compatibilità con il nostro sistema liberal-democratico, qualche "persecuzione" giudiziaria, risoltasi come altre di quella o questa grigia epoca, in un nulla di fatto. Così il Venerabile, ignorando gli sforzi giustizialisti operati da alcuni appartenenti dell'attuale esecutivo, caparbiamente afferma: "Ho grandi riserve. Ci sono gli stessi uomini di vent'anni fa e non valgono nulla. Sanno solo insultarsi e non capiscono di economia. Tremonti è un tramonto. Il Parlamento è pieno di massaggiatrici, di attacchini di manifesti e di indagati. Chi è sotto inchiesta deve essere cacciato all'istante, al minimo sospetto". Riguardo poi Berlusconi, il venerando sostiene che dovrebbe essere meno goliardico e comunque non è adatto al Piano di Rinascita. Insomma le solite scomode verità, per alcuni condivisibili e per altri meno, che tuttavia assumono un particolare significato, tenuto conto che a predicarle è proprio lui, uno dei maestri e fautori di un sistema di presunta elite, fondato su lobby, logge e semiocculte congreghe, e finalizzato all'aiuto, all'aiutino, alla raccomandazione, al nepotismo, intesi come obblighi morali e regole di ottusa continuità.
Un potere come quello attuale, da cui Gelli vorrebbe prendere ora le distanze, allargato alla propria famiglia, figli, mogli, suocere e nipoti ed altre persone di comodo, non escluso gli ex-portaborse, gli avvocati di fiducia, il commercialista, il medico curante, l'amante e la badante di mammà. Un potere capace di trasformare ministeri ed altri uffici pubblici in una sorta di comoda impresa familiare. Un potere ammalato di autismo istituzionale, chiuso in se stesso, ormai inconsapevole dei propri limiti, senza più remore morali, in cui escort, trans, droga party, sono solo alcuni dei vizietti che periodicamente ci delineano le sconfortanti "qualità" della nuova classe politica, senza distinzione di età e di colore, dalla fornicante sinistra, alla macha e bacchettona destra. Per farla breve non si salva nessuno, altro che "ghe pensi mi". La crisi è inconciliabile, tra faide ed accomodamenti di partito, volti a soddisfare esigenze o ambizioni personali, sia di natura giudiziaria che economica. Interessi distanti da qualsivoglia, possibile aspettativa di rinascita sociale di un sistema senza antagonisti ed alternative. La politica è divenuta una lucrosa occupazione per molti inetti, ottusi e stonati pianisti impegnati nell'esecuzione di un tetro requiem anziché del l'atteso concerto di rinascita. Cozze vibrioniche saldamente attaccate al palo arrugginito delle nostre civili speranze, da cui è stato strappato ogni vessillo di unità ed eguaglianza. Colpevoli ma inamovibili anche di fronte ai più spudorati scandali, convinti che in questo Paese tutto si dimentica e si sistema. E non gli si può certo dar torto, basta vedere come sono finiti (?), o semplicemente fermi, per costante volontà legislativa, i processi a carico di chi li ha preceduti o governa, (Gelli docet). E come se non bastasse ora ci vengono pure a fare la morale, come se alla fine la colpa fosse nostra e non più loro. Come quando di fronte all'incalzante crisi economica, disattendendo ogni pregresso impegno o promessa - dote indispensabile per ogni politico di "rispetto" anche a livello locale - ci vengono a dire che "la ricreazione è finita" (ma quando è cominciata?), propinandoci statistiche e diagrammi di ripresa attuabili solo attraverso l'imposizione di ulteriori sacrifici a nostro esclusivo carico, poiché per essi non è contemplata alcuna pur minima sofferenza. Un esempio? L'"adeguamento" dell'Italia alla cosiddetta normativa europea: i nostri parlamentari restano i più pagati rispetto quelli delle altre Nazioni, mentre i prezzi di consumo aumentano in Italia, mediamente 2-3 volte in più che nel resto dell'Europa. Così l'età pensionabile per le donne viene elevata a 65 anni, con un risparmio valutato per i prossimi 10 anni di circa 80 miliardi di Euro, quando sarebbe bastato trattenere, solo una volta, un terzo dei 300 miliardi che percepiscono annualmente i signori della politica. In altre parole si castiga un popolo di casalinghe e lavoratrici madri per non privare temporaneamente il "re" dei suoi appannaggi. Eppure un tempo, memori della Rivoluzione Francese, di fronte a simili emergenze interveniva la ragione di Stato, mentre ora pare esserci solo quella proterva dei fessi. Con la grande differenza che mentre la prima sacrificava machiavellicamente l'interesse di pochi per salvaguardare quello della collettività, la seconda sacrifica l'intera collettività per salvaguardare l'interesse di pochi. Già, proprio la ragione dei fessi che, tuttavia, non illudetevi non sono loro ma continuiamo e continueremo, in mancanza di un nostro repentino e salutare risveglio, ad essere ancora noi...chissà per quanto. Così il Venerabile, nel chiudere la propria intervista, profeticamente sentenzia: "Qui siamo oltre i margini della rivolta. Siamo alla Bastiglia". Una ricorrenza dimenticata che, come ogni anno, cade il 14 di questo mese.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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