La protesta di Zaia, Ciambetti e Coletto su Conferenza Stato-Regioni
Giovedi 26 Febbraio 2015 alle 21:22 | 0 commenti
Regione Veneto - “Non possiamo permettere posizioni di rendita, che celano in realtà sprechi e costi insopportabili, e applicare criteri obsoleti nella ripartizione dei fondi per il Trasporto pubblico locale che, guarda caso, penalizza regioni come il Veneto, la Lombardia e l’Emiliaâ€. Dura presa di posizione dell’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in Conferenza delle Regioni a Roma ha espresso il parere negativo del Veneto al decreto di riparto del 60% del fondo per il Tpl, anno 2015.
“La vera modernizzazione e riforma del Paese passa per il riconoscimento e la valorizzazione di chi ha saputo gestire in maniera virtuosa i fondi pubblici – afferma Ciambetti –. Siamo stati i primi, come Regione, ad applicare nel nostro riparto interno, i costi standard, giungendo progressivamente a una razionalizzazione della spesa. Abbiamo tentato di mantenere gli equilibri tra costi e servizio reso e per queste nostre capacità siamo stati chiamati a lavorare al tavolo tecnico nazionale istituito dal MIT, dal MEF e dall’Università La Sapienza, svolgendovi un riconosciuto ruolo attivo e propositivo proprio in materia di costi standardâ€.
“Ebbene – prosegue l’assessore –, siamo un punto di riferimento nazionale ma poi, quando si tratta di giungere a formulare criteri equi nella suddivisione dei fondi, si perpetuano i meccanismi di sempre, per cui si mantiene inalterato nella sostanza il criterio del riparto sulla base dei famigerati costi storici che favoriscono alcune regioni penalizzando chi invece cerca di contenere le spese e garantire servizi efficientiâ€.
“Fino a quando non si modificheranno questi meccanismi – conclude Ciambetti – e non solo per quanto riguarda il riparto del Tpl, potremo varare tutti gli Acts che vogliamo, ma il Paese non conoscerà la modernizzazione di cui ha bisognoâ€.
“Il Veneto non ha deliberatamente partecipato alla Conferenza delle Regioni che oggi ha definito tagli alla sanità e ai servizi per 5,7 miliardi come previsto dalla legge di stabilità . Riteniamo si tratti di tagli indiscriminati, avventati e illegittimi. La Regione del Veneto ribadisce il suo no con tutta la forza possibile. Siamo sulle barricate e ci resteremo, anche di fronte alla Consulta cui siamo ricorsi proprio ieriâ€.
Lo dichiara il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia in merito all’annunciato accordo raggiunto tra Regioni e Stato in materia di tagli.
“Per il Veneto - incalza Zaia –, a scanso di letture equivoche, parla forte e chiaro il ricorso alla Corte Costituzionale che abbiamo presentato proprio contro questi tagli e la legge di stabilità . No era, no resta e no sarà – continua il Governatore – perché siamo di fronte ad un intervento con la mannaia, che ancora una volta colpisce i virtuosi, non incide sugli sprechi dove ci sono, non viene nemmeno sfiorato di striscio dall’idea che l’unico modo per recuperare equamente risorse sia l’applicazione rigorosissima dei costi standardâ€.
“Mi chiedo – conclude Zaia – a che cosa sia ad esempio servito definire ufficialmente la Regione Veneto come Regione Benchmark per la sanità per poi colpirla al pari, anzi di più, di quelle che da noi dovrebbero imparareâ€.
“Ricordo che ho formalizzato personalmente il no del Veneto ai tagli lineari alla sanità sin dalla riunione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni che se ne occupò. Sono passate settimane e quel no ufficiale del Veneto rimane assolutamente valido. Nessun taglio è per noi accettabile, anche perché non c’è l’ombra della tanto sbandierata applicazione dei costi standard su criteri e costi standard
Lo dichiara l’Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, commentando la notizia del raggiunto accordo tra Regioni e Governo su 2 miliardi di tagli da apportare alla sanità .
“Uno, due, tre miliardi – aggiunge Coletto – per noi fa lo stesso. E’ no e basta. Abbiamo i conti in ordine da 5 anni, siamo gli unici a non avere mai avuto l’addizionale Irpef per la sanità , abbiamo fatto e facciamo quotidianamente i salti mortali per conciliare buona spesa e buona sanità e per questo abbiamo il diritto di dire no. I cittadini veneti dalla Regione non riceveranno nessun taglio, perché applicando i costi standard il Veneto non avrebbe nulla da dare, ma semmai dovrebbe ricevereâ€.
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