La mostra
Martedi 18 Settembre 2012 alle 15:55 | 0 commenti

«È una mostra di caratura internazionale ad inaugurare la Basilica Palladiana di Vicenza dopo l'imponente restauro che l'ha trasformata in un grande e moderno contenitore culturale. La realizzazione di questa straordinaria esposizione, sponsorizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, già sostenitrice del restauro del monumento palladiano, è stata affidata al direttore generale di Linea d'ombra Marco Goldin, curatore di mostre di grande successo. La mostra è realizzata anche grazie al contribuito di Comune di Vicenza, Linea d'ombra e dei due main sponsor, UniCredit e il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta».
Sono queste le parole precise che il sito del comune di Vicenza adopera per dare abbrivio alla kermesse pittorica che inizierà il 6 ottobre e terminerà il 20 gennaio. I nomi in cartellone non sono di livello assoluto: Raffaello, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Tiziano, Dürer, Cranach, Pontormo, Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo; gli impressionisti da Manet a Van Gogh, da Monet a Cézanne a Gauguin; i grandi pittori del XX secolo Munch, Picasso, Matisse, Modigliani, Giacometti, Bacon. Della qualità delle stesse anche in relazione all'allestimento se ne occuperanno in primis esperti, appassionati e magari anche i visitatori.
Rimane però una nota sospesa. Fino ad un anno e mezzo fa il grande guru della cultura a Vicenza era il professor Pierluigi Sacco. Ingaggiato dall'assessore alla cultura Francesca Lazzari il prof, non si sa quanto volentieri, si era trovato attorno una pletora di discepoli capitanati da Cristiano Seganfreddo, l'ideologo del social-fashion Fuffas style. Durante le riunioni dei tecnici e corifei della galassia del contenitore nuova basilica ogni volta che il nome di Facco veniva proferito calava un silenzio di mistica e quasi mariana ammirazione. Lo staff grandi eventi non cambiava il toner di una stampante senza avere interpretato, anche telepaticamente, il pensiero di Facco.
Ma avevano capito fino in fondo il suo pensiero? Basta infatti leggere un qualsiasi libro di Facco per capire che Goldin, ex uomo della Galassia Carraresi-Cassamarca e ora finito nelle orbite della fondazione Cariverona Vicenza, è l'antitesi di Facco. Facco, al quale chi scrive non ha lesinato critiche, pensa ad eventi culturali a bassa o media intensità e ad alta densità . Fortemente innervati «col meglio del sistema produttivo locale». Goldin invece è fautore dell'evento ad alta intensità , al «feu de paille», la cui massima intensità coinciderà con l'inizio della campagna elettorale per le comunali. Facco dal canto suo ha un'altra formazione. Immagina eventi i cui effetti abbiano ricadute stabili sull'economia e chiede alla politica locale di ragionare in tal senso. L'unico che ha capito tutto è stato il sindaco Achille Variati, il quale quando si è convinto definitivamente (sapendo di non avere né voglia, né volontà e né, forse, i mezzi adeguati per governare il percorso su un piano tanto profondo quanto politico) ha rimesso Sacco sul treno e ha tirato lo sciacquone facendo finir male il pacchetto pensato dallo stesso Facco. La domanda curiosa semmai è come abbiano fatto, se l'hanno fatto, gli altri della galassia allegra da Flavio Albanese a Cristiano Seganfreddo, a rimanere ancorati al bordo del water.
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