La morale in politica, dove sta? Se lo chiede Italo Francesco Baldo
Domenica 23 Settembre 2012 alle 11:03 | 0 commenti
Riceviamo da Italo Francesco Baldo e pubblichiamo
Il dibattito politico a Vicenza appare nelle diatribe che vengono quotidianamente svolte, nei protagonismi più o meno ufficiali, nella ricerca quasi esclusiva di voti da ottenere nelle prossime elezioni comunali, amministrative, giova ricordare. Una caccia senza esclusione di colpi, utilizzando soprattutto da parte di chi attualmente detiene il dominio della cosa pubblica comunale, qualsiasi strumento, perfino l'imbiancatura delle toilette della Biblioteca civica Bertoliana (due articoli su "Il giornale di Vicenza" e un servizio su TvA) serve allo scopo della propaganda.
 La decenza dopo tre anni di inviti a provvedere, avrebbe richiesto un silenzio igienico! Ma torniamo a considerazioni più generali.
Di fronte all'attuale sfascio della politica e delle amministrazioni, prevale la prospettiva della giustificazione: "Gli Italiani son fatti così, non hanno senso civico; mirano solo ai propri interessi e la politica serve solo all'arricchimento, ecc." Se questa è la considerazione, allora che cosa ci meritiamo? Forse un despota che decida solo lui, ma questa esperienza mi pare che l'Italia l'abbia già fatta e che persone di notevole respiro morale o anche solo politico, abbiano provveduto alla fine di ciò! Si pensa allora che "solo la mia parte è corretta politicamente", ma si è ben visto che dal 1992 nessuna parte politica aveva o le mani o i piedi puliti. L'agitare la forca contro i politici, sempre dal 1992, non ha certo prodotto situazioni migliori, anzi! Ogni giorno a destra come a manca appare chiaro lo sfacelo. Vi sono poi dei raffinati pensatori che ritengono la situazione italiana frutto della mancanza della riforma protestante, quella che garantirebbe una dimensione sociale e statale migliore dal punto di vista morale. La chiesa cattolica con il perdono, avvallerebbe la possibilità di "rubare" al bene comune, tanto poi c'è il perdono, dimenticandosi che nel mondo protestante l'uomo agisce solo ed unicamente sulla base del servo arbitrio, ossia della predestinazione e quindi non sulla base della convinzione del bene da realizzarsi. Simili posizioni, non aiutano certo a risolvere la questione. Ciò che a mio avviso serve in questo momento storico, è la ripresa della riflessione morale da cui dipende la realizzazione politica. E' la coscienza personale e di appartenenza ad una società che determina la politica. Non sono le condizioni materiali a determinare l'uomo, questo val bene per altri esseri del mondo, ma l'uomo possiede una coscienza, è questa che può determinare, se bene ascoltata, l'azione dell'uomo nella società . Se invece inseguiamo il vantaggio materiale da tradursi in amministrazione pubblica, allora qualsiasi mezzo è utilizzabile, perché il fine giustifica i mezzi. Privare una città del suo patrimonio per costruire opere che si degraderanno velocemente, non è un bene pubblico, è un fare a proprio vantaggio e non solo non è stato fatto bene, ma nemmeno a regola d'arte. Asfaltare una strada senza mettere in ordine i marciapiedi, non è fare un buon lavoro. Ma di esempi se ne possono trarre molti, soprattutto a Vicenza di questi tempi E' tempo di superare la logica "del partito" e prendere quella della morale per l'intera società . Una riflessione che non è l'appartenere a schieramenti di rottamatori o di saggi grilli o gli usati sicuri e insicuri. Quello che manca, purtroppo anche ai giovani vicentini che vogliono dedicarsi alla politica, è la dimensione morale, quella che dovrebbero aver studiato essere alla base della proposta politica. Nella riflessione però ci deve essere sempre un'apertura alla speranza, che è quella che fa considerare i nostri pensieri e le nostre azioni come dirette ad un fine superiore che non è quello del singolo o della parte, ma del consorzio sociale al quale apparteniamo e che aiuta anche per quello più vasto dell'umanità .
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