La mia Pasqua: Pesach
Mercoledi 4 Aprile 2012 alle 22:34 | 0 commenti
Di Paola Farina
Quest’anno la Pasqua Ebraica inizia la sera del 6 aprile alle ore 19.30 e termina la sera del 14 aprile alle ore 20:47. Pesach (Pasqua Ebraica) dura otto giorni per gli ebrei della diaspora (sette in Israele). E’ la festa che rievoca l’esodo dall’Egitto, la miracolosa traversata del mar Rosso, la fine della schiavitù e la conquista di una sofferta libertà sotto la guida di Mosè e Aron. A memoria di questa liberazione per tutti gli otto giorni non si mangiano, ma nemmeno si tengono in casa, cibi lievitati (Foto: Sophia Naim, a destra, impara a fare la matza, pane azzimo, alla Temple Sinai School di Miami).
La casa deve essere minuziosamente ripulita per eliminare ogni residuo di cibo non consentito, far bollire stoviglie e contenitori, cercare il pane anche negli angoli più nascosti, bruciare e vendere tutti gli alimenti che non sono conformi alle regole di Pesach. Ed è un lavoro davvero frenetico. Quando ci sono bambini, di solito è il padre che di sera li accompagna alla ricerca di Hametz in casa (le bricioline che possono essere sfuggite). L’indomani si inizia la colazione con il servizio di piatti che viene usato solo per gli otto giorni di festa. La festa si apre con il Seder, le prime due sere (mentre in Israele solo la prima sera), leggendo l’Haggadah, che narra la diaspora degli Ebrei dall’Egitto.
Sul tavolo del Seder devono esserci le matzot (pane azzimo), una zampa d’agnello (che ricorda il sacrificio pasquale); un uovo sodo (in ricordo della distruzione del tempio); maror (erbe amare che ricordano l’amarezza della schiavitù); charoset (impasto di frutta che simboleggia l’argilla, con cui venivano costruiti i mattoni, ma che è davvero una delizia per il palato); karpas (sedano da intingere in acqua salata o aceto, che rappresenta le lacrime versate in schiavitù); vino in quantità tale che almeno ogni commensale possa consumarne quattro bicchieri.
E’ una festa allegra, ma la tradizione prescrive di non gioire fino in fondo, perché quel periodo è stato anche causa di morte e di dolore per altri esseri umani, gli egiziani vittime della piaga dei primogeniti e dei flutti del Mar Rosso che si richiuse inghiottendoli, dopo aver lasciato passare i figli di Israele.
La festa si passa in famiglia, con gli amici, ma nelle Comunità della diaspora è usanza celebrare Pesach assieme. Si rinnova quindi l’incanto di una tradizione, la magia di un insieme di persone legate dallo stesso interesse, la vocazione fortemente comunitaria e l’espressione ricercata di celebrare una festività in compagnia. La Comunità Ebraica riprende il valore di “famigliaâ€, l’attitudine assoluta ad amalgamare figli della Terra d’Israele, che diversamente potrebbero risultare orfani della tradizione. Il tutto in una cornice rarefatta di armoniosa religiosità ed umanità .
Alcuni dolci tipici di Pesach
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totale assenza di lieviti
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Charoset
“Dolce†tipico di Pesach, frutta fresca e secca ed altri ingredienti a piacere. Questo dolce simboleggia la malta con cui gli schiavi ebrei costruivano i mattoni per le piramidi nel tirannico Egitto, e riveste un preciso ruolo nel Seder di Pesach. Non esiste una ricetta con ingredienti “standardizzati†via libera alla fantasia e al retaggio di tradizioni, si serve al cucchiaio, sull’azzima o con i biscottini, con il sedano , durante e a fine pasto:
500 g di mele, 500 g di pere spine, 1 kg di datteri, 1 kg di mandorle dolci, 250 g di zucchero
Buccia di arancio grattugiata a piacere.
Lessare le mandorle, sbucciare e macinare. Cuocere leggermente nel fuoco le mele, pere e i datteri (ricordarsi di togliere il nocciolo per rispetto dei denti). Aggiungere le mandorle e lo zucchero e lasciar bollire per un paio di ore. Versare in un recipiente e spolverizzare con cannella.
Soufflè di Azzima
4 azzime, 5 uova intere, 65 g di mandorle, 125 g di zucchero
Mele a tocchetti, uvette e un pizzico di sale
Mettere a bagno le azzime e poi strizzarle, aggiungere il rosso d’uovo , le mandorle, lo zucchero, i pezzetti di mela, le uvette ed il sale, mescolare bene il tutto, aggiungere per ultimi gli albumi d’uovo montati a neve.
Ungere un recipiente di porcellana con margarina, mettervi dentro il composto e cuocere per un’ora in forno tiepido. Servire con marmellata di Pesach o haroset
Torta di noci e mandorle
100 g di mandorle e 250 g di noci tritate, 8 rossi d’uovo, 8 albumi montati a neve, 1 cucchiaio abbondante di azzima pesta, 300 g di zucchero, scorza di arancia e limone gratuggiata.
Sbattere ben i rossi d’uovo con lo zucchero, aggiungere poi gli altri ingredienti e per ultimo le chiare montate a neve.
Cuocere a forno, pre-riscaldato a 180° per mezzora in una teglia unta e foderata di carta oleata, pure unta.
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