La manovra: posizione Cisl scuola vicentina
Martedi 8 Giugno 2010 alle 22:09 | 0 commenti
Cisl Scuola - La Cisl Scuola, a partire dall'iniziativa promossa per il 15 giugno a Roma, attiverà tutte le azioni di mobilitazione che riterrà necessarie, seguendo l'iter di conversione in legge del decreto e puntando a sensibilizzare tutte le forze politiche sull'iniquità della manovra.
La mobilitazione si pone in stretta coerenza con la doverosa assunzione di atteggiamenti responsabili nei confronti dell'emergenza che il nostro Paese è chiamato ad affrontare, insieme a tutti gli altri stati dell'Unione Europea.Per quanto riguarda noi lavoratori della scuola, questa è una manovra inaccettabile perché oltre a condividere con il resto del pubblico impiego il blocco, per il triennio, del rinnovo contrattuale, vi è anche il blocco delle progressioni economiche per anzianità , previste dal CCNL del comparto scuola.
L'ipotesi di fermare, per tre anni, le progressioni economiche del personale comporta un onere eccessivo ed iniquo, perché si somma al rinvio del rinnovo contrattuale e al conseguente azzeramento degli incrementi che per quella via si sarebbero dovuti acquisire.
Così facendo si colpisce duramente una retribuzione inadeguata e lo si fa in una situazione già fortemente segnata dall'evidente aggravio delle condizioni di lavoro, effetto della pesante manovra sugli organici, giunta al secondo anno e non ancora completamente realizzata.
L'iniquità del provvedimento, che si ripercuote gravemente anche sui trattamenti di pensione e di fine servizio, risalta da alcuni semplici dati: il solo blocco delle progressioni economiche costerà , ad una maestra che abbia maturato un'anzianità di carriera di 28 anni, la cifra di € 2.614 all'anno, mentre un dirigente pubblico con retribuzione di € 130.000 se ne vedrebbe ridotti solo 2.000.
E' chiaro che un "sacrificio" di questa entità , se davvero può ritenersi di fatto ininfluente su alti livelli di reddito che non vedono sostanzialmente scalfita la loro più che apprezzabile consistenza, produce invece ben altri effetti se rapportato ad una retribuzione che si aggira, al netto, attorno ai € 1500 mensili.
Ed è inaccettabile anche perché, nonostante i tagli e l'incidenza sull'offerta formativa, la scuola sta ancora assicurando, responsabilmente, un servizio fondamentale anche, a volte, mettendoci del "proprio". C'è da chiedersi quanto ancora questo sarà possibile o se la scuola pubblica sarà destinata ad una profonda crisi.
La Segreteria Provinciale Cisl Scuola Vicenza
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