La Lega Nord e il programma 2010-2015
Sabato 12 Dicembre 2009 alle 13:28 | 0 commenti
Lega Nord   Â
«PAROLE D'ORDINE: INNOVAZIONE E MODERNITA'»
«Un atto dovuto ai cittadini, a quanti vivono e lavorano nella nostra terra»
Il Gruppo consiliare della Lega Nord in Regione presenta e discute oggi la proposta della Lega Nord per il "Piano Programmatico 2010 - 2015 per il Governo della Regione Veneto".
«Dopo tante battaglie, è giunto il momento di riconoscere al nostro movimento l'importanza che esso ha per la nostra terra e per la gente che la abita - esordisce il segretario nazionale della Lega Nord Gian Paolo Gobbo. - Il modello veneto, già vincente, vuole ora proiettare il Veneto verso il domani e vincere le sfide della modernità ».
«E' un documento aperto che rivela un complesso lavoro a più mani. Un testo che analizza la realtà del Veneto attuale, dei suoi bisogni oggettivi e dei suoi problemi, in un'epoca destinata a mutare equilibri, modi di vivere, sistemi di produzione. Ma soprattutto è un programma nuovo, moderno: esso si articola su vaste aree tematiche, che si intrecciano tra loro. E' una sorta di grande ipertesto che punta al superamento del campanilismo». Queste le parole di Roberto Ciambetti, presidente del Gruppo Consiliare leghista in Regione, che continua: «Da oltre vent'anni, più o meno dalla caduta del Muro di Berlino, assistiamo ad una ridefinizione dei confini geografici, politici, economici, culturali e identitari: il nostro programma politico amministrativo è pensato allo scopo di anticipare i fenomeni, comprendere con anticipo esigenze, bisogni dei cittadini e i nuovi scenari in cui tutti ci troveremmo a vivere. Tutto oggi è interconnesso, ogni scelta ha ricadute in ogni settore: comprendere questo è la vera sfida della futura politica veneta, il cui nuovo obiettivo è di interpretare in maniera unitaria e compatta il nostro Veneto dai mille campanili e di superare quel policentrismo che ha permesso in passato uno sviluppo incredibile dell'economia, dando alla nostra società invidiabili livelli di benessere».
«Un'ampia porzione del piano programmatico 2010-2015 è dedicata, anzitutto, ai giovani, al Veneto delle future generazioni, pilastri dello sviluppo futuro, perché sono la parte più reattiva e disponibile a capire la scienza e la cultura moderna - afferma Federico Caner, vicepresidente del Gruppo Consiliare Lega Nord. - Un'altra sezione è riservata al lavoro e alle imprese, con un posto di riguardo per la sfida rappresentata dallo Statuto del lavoro autonomo. Ma il Veneto che vogliamo è anche una terra che investe su innovazione e ricerca tecnologica, a cui desideriamo prestare particolare attenzione creando un mercato dell'innovazione che permetta il rientro in patria dei cervelli in fuga».
«L'immagine del territorio e della sua gente si riflette nel prodotto e nell'azienda e viceversa - continua Claudio Meggiolaro. - Il lavoro in generale, compreso il mondo del lavoro flessibile e precario, deve essere compreso come costruzione di uno spazio di mobilità e libertà , in cui il lavoratore possa godere di quelle garanzie tradizionalmente riservate all'impiego fisso. Noi crediamo che il Veneto possa sperimentare nuovi strumenti anche legislativi, che cerchino di dare sicurezza tutelando anche le esigenze di flessibilità richieste dal mercato e dall'impresa. L'idea è quella di dar vita a un "contratto regionale di attività ", che superi le attuali forme di discriminazione tra lavori protetti e lavori precari, capace di mettere in rete gli attori istituzionali, le imprese e gli strumenti di welfare contrattuali e legali».
«Non vogliamo però rinunciare al Veneto della tradizione, al Veneto dei territori e dello sviluppo, a cui dedichiamo nel piano programmatico un esteso capitolo, che tiene conto delle politiche culturali e identitarie - dichiara Daniele Stival. - La cultura è la chiave della civiltà veneta, la nostra identità , l'eredità che abbiamo ricevuto e che nessuno può copiarci, l'elemento fondamentale di attrattività degli investimenti: la cultura in senso lato può essere considerata come l'insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali unici nel loro genere che contraddistinguono una società , un gruppo sociale, un popolo. Essa non comprende solo l'arte e la letteratura ma anche i modi di vita, i diritti fondamentali degli esseri umani, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze».
«A migliorare il nostro Veneto devono concorrere la qualità della vita e della nuova green economy ma anche la pianificazione urbanistica e le grandi opere necessarie per la modernizzazione e l'internazionalizzazione del Veneto - afferma Maurizio Conte. - La crescita della nostra Regione passa attraverso la salvaguardia delle risorse irriproducibili, aria, acqua, terra, la diversificazione dell'economia rurale, le politiche per l'energia, un nuovo sistema logistico interregionale per la circolazione delle persone, delle merci e delle informazioni, ma anche attraverso la sostenibilità del fenomeno immigratorio e delle strategie per fronteggiare la crisi». «Quando le crisi sono globali non esistono rimedi incisivi a livello locale, anche se in questo caso c'è una competenza regionale ad intervenire nell'economia - aggiunge Emilio Zamboni. - Inoltre, ogni crisi è diversa e pertanto non si possono individuare rimedi a priori, ma bisognerà di volta in volta esaminare la situazione concreta che si è realizzata. Per praticare con successo una vasta opera di sensibilizzazione e di arricchimento conoscitivo, è tuttavia importante approfondire meglio l'economia regionale ed i suoi meccanismi di sviluppo».
«Grande rilievo nel nuovo piano programmatico ha poi la trattazione delle tematiche sociali legate al benessere delle famiglie e delle persone, con grande attenzione rivolta ai bambini, alla terza età e alle donne, le quali devono ruoli guida anche nel mondo del lavoro e della società », spiega Vittorino Cenci. «La cura alle famiglie può essere incentivata anzitutto facendo diventare il cittadino parte sempre più attiva delle politiche del benessere - aggiunge Sandro Sandri. - Perché ciò avvenga il cittadino deve essere informato e coinvolto nelle scelte strategiche, dotato degli strumenti necessari per poter agire ed operare tempestivamente: la via Veneta al benessere non è fatta solo di strutture socio-sanitarie, ospedali, distretti, medici di base, asili nido, scuole materne, pensionati o case di riposo per anziani perché, è il cittadino stesso e la famiglia, perché è sulla famiglia, e sulle donne in particolar modo, che gravano, assistenza, aiuto, sostegno a malati, bambini, anziani e a chi abbisogna di cure».
«Altra questione imprescindibile, per la quale da sempre ci battiamo, - precisa Luca Baggio - è la sicurezza o meglio la percezione di sicurezza, intesa perciò in un senso nuovo. Essa è al primo posto tra i fattori determinanti la qualità della vita: a fianco dell'opera specifica classica delle Forze dell'Ordine e di Polizia, che dovranno essere integrate con la Vigilanza provinciale e regionale, individuiamo nuovi campi di sfida come l'Urbanistica quale strumento di prevenzione, evitando il proliferare di aree o zone dove si concentrano fenomeni di devianza e illegalità ».
«Il Veneto si sta ormai definendo come "una regione europea in terra d'Italia": l'Europa, infatti, è diventata il principale scenario delle relazioni economiche e sociali di migliaia di imprese e lavoratori veneti, ma a differenza di molte Regioni europee, il Veneto si trova ad affrontare la sfida della crescente competizione globale partendo da un contesto istituzionale che di fatto ne ostacola da anni lo sviluppo - dichiara il presidente del Consiglio Regionale Veneto Marino Finozzi. - Il federalismo fiscale è solamente una delle grandi riforme necessarie al Veneto e all'Italia. Affinché il federalismo fiscale possa sviluppare pienamente le proprie potenzialità , è opportuno che venga accompagnato dal federalismo istituzionale; l'architettura dello Stato va ridisegnata, mettendo a disposizione delle Regioni e degli enti locali gli strumenti normativi e amministrativi per ricoprire nel migliore dei modi il nuovo ruolo istituzionale che la Costituzione ha ad essi affidato».
«Vogliamo contribuire a un nuovo posizionamento del Veneto nella competizione globale - sottolinea il vicepresidente della Giunta Regionale Franco Manzato - il piano programmatico 2010-2015 sostiene la necessità dell'apertura verso l'estero, che dovrà essere incrementata nel prossimo futuro particolarmente nei confronti del Mercato Europeo. Non dimentichiamo poi l'importanza di puntare sul turismo, che dovrà sempre più rappresentare un settore chiave per l'economia regionale. Puntiamo in 15 anni a raddoppiare il PIL, oggi del 5,5% con un fatturato di 12 miliardi di euro, e lo faremo investendo in tecnologia e professionalità . Il turismo sostenibile e di qualità crea sviluppo ed occupazione e dà la possibilità di conoscere opere d'arte, persone, luoghi, ambiente, e può migliorare il patrimonio naturale e culturale. Parallelamente, è necessario anche riservare estrema attenzione alle attività agricole, che vanno intese come elemento di miglioramento della qualità della vita generale e come innovazione per uno sfruttamento più vantaggioso del territorio. Ricordo - continua Manzato - che un capitolo speciale del Piano viene dedicato alla montagna, emergenza regionale a valenza sociale, economica e ambientale che determina la necessità di una riflessione del problema del vivere in un ambiente aspro e difficile, spesso non servito adeguatamente in termini di infrastrutture».
«Siamo il primo partito ad aver presentato un piano programmatico quale atto dovuto ai nostri cittadini, a quanti vivono e lavorano onestamente nella nostra terra: chi ci critica e ci chiama retrogradi dovrà ricredersi - conclude Roberto Ciambetti. - Dobbiamo guardare al Veneto in maniera unitaria e ciò non significa rinunciare al valore dell'autonomia locale, quanto organizzare le autonomie locali in una dimensione sinergica, in una squadra dove ciascun elemento, ciascun attore, è decisivo e necessario e dove tutti giocano per tutti: si vince assieme».
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