La Giustizia è morta: la sentenza degli studenti del Montagna
Sabato 17 Novembre 2012 alle 17:12 | 0 commenti
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Da una discussione con gli studenti della terza E sociale dell'Istituto "B. Montagna" di Vicenza, è scaturita questa riflessione riguardante la giustizia al giorno d'oggi. Studiando la Storia e il Diritto, si evince che sono sempre esistite le leggi ma che non sono mai state rispettate in ugual misura. Nello specifico, Davide Pasquale Esposito afferma che la classe più agiata, con maggiore potere, in ogni epoca storica è stata sempre la prima a non rispettarle, sbagliando perché avrebbe dovuto dare l'esempio, e predominando sulla classe più debole, inferiore, sfruttandola.
Gli stessi politici, che le promulgano, sono purtroppo spesso i primi a non seguirle anche oggigiorno. Un detto popolare veneto, meglio vicentino, afferma Sofia Menegon, dice: "Articolo quinto: chi ga schei ga vinto". Quindi, se da un lato c'è bisogno delle leggi, delle regole per vivere in armonia e per garantire la giustizia di cui tutti abbiamo bisogno, da un altro c'è sempre chi" la fa franca". Ci si lamenta che i giovani d'oggi, ovvero il futuro dell'Italia, non hanno voglia di fare, di studiare, di lavorare, di accrescere la loro cultura, che non rispettano le regole a scuola e nella vita quotidiana, ma che esempio hanno da molti adulti? Intanto non bisogna generalizzare perché ci sono giovani che si impegnano, che vogliono migliorare, come ad esempio tutti gli alunni della terza E naturalmente, come ci sono adulti che rispettano le leggi sociali e fungono da modello per i più.
Al giorno d'oggi, non c'è più fiducia nella giustizia, perché non c'è la certezza della pena. Marta Carli sostiene che si assiste a paradossi del tipo: un extra -comunitario che ruba per fame finisce in carcere e politici corrotti, che rubano alle nostre spalle o persone di dubbia moralità , non solo trovano delle scappatoie ma addirittura diventano personaggi famosi o testimonial ammirati da molti giovani e addirittura presi da loro come modelli a cui ispirarsi.
Lorenzo Polga aggiunge che molti ragazzi arrivano a questa triste conclusione: " Se lui che truffa, ruba, ricatta diventa ricco e famoso, che prospettive ho io studiando, comportandomi onestamente di avere un futuro degno di essere vissuto?"
Questa incertezza creata dall'ingiustizia, figlia di una società corrotta dove regna il principio dell'usa e getta, dell'opportunismo, dell'individualismo e della legge del più forte, affermano Sofia e Davide, sono andati anche perduti i valori dell'amicizia, dell'amore e della famiglia.
Un ruolo fondamentale è rivestito dagli educatori, genitori ed insegnanti, ma soprattutto da coloro che governano che devono imparare a dare il giusto esempio. Anche i giovani devono imparare a ragionare con la propria testa e non a seguire la massa, come affermo con la mia teoria dell'effetto "branco di pecore".
La classe terza E conclude affermando e credendo che un valore importante è anche quello della cultura, che permette ai giovani l'indipendenza di pensiero, lo spirito critico e contrasta l'effetto branco.
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