La fine dell'inizio
Sabato 7 Gennaio 2012 alle 13:24 | 0 commenti
Ciò che si profila per il 2012, più che un inizio, è la fine di un processo socio-economico cominciato qualche decennio fa, con lo sbilanciamento e contestuale accaparramento della ricchezza da parte dei centri poteri mondiali. Un processo che ha portato i vecchi capitalismi ad organizzarsi a livello multinazionale al fine di ottenere il definitivo monopolio del mercato globale. Ciò anche grazie alla pianificazione di interventi militari volti a garantire la "Pace" delle borse internazionali, con il contributo delle grandi banche e delle inossidabili industrie belliche.
Un allineamento d'intenti che per il 2012 sembra avere un'inquietante rispondenza con quello previsto, circa mille anni fa, dai Maya nel proprio calendario astrale, dove, per l'appunto, i pianeti ricordano le sfere del pallottoliere su cui si muovono i numeri dell'attuale catastrofica crisi. Profezie a parte, di una cosa, tuttavia, siamo sicuri: il 2012, anche se non sarà l'anno della Fine, segnerà la fine del nostro attuale sistema socio-economico. Un cambiamento per il quale dovremo al più presto decidere se passivamente uniformarci, come abbiamo finora fatto per tutto ciò che ci è stato tolto od imposto, o finalmente reagire, riprendendo in mano le redini del nostro destino. In altre più semplici parole: è arrivato il momento di scegliere se restare gregge o tornare ad essere Popolo, se continuare a condurre la nostra esistenza come servi di una perversa tirannia economica o riprenderci la sovranità di cui siamo costituzionalmente espressione. Una scelta questa che coinvolge tutti i cittadini del Mondo Libero, che nulla ha a che vedere con quello "omonimo" celebrato dal presidenzialismo americano o scimmiottato dai suoi vassalli europei. Un Mondo per il quale, di fronte all'arroganza di chi crede di esserne padrone, dobbiamo ricominciare a lottare, quali unici, legittimi eredi di quei diritti di libertà ed uguaglianza per cui combatterono e si immolarono i nostri padri. Così in Italia, superando la patologica rassegnazione che talvolta ci fa sentire impotenti, inducendoci ad un sempre più crescente e mesto carpe diem con cui dar fondo a questa provvisoria esistenza. Ed invece sarebbe l'ora di vivere da protagonisti il nostro unico tempo, liberi da saldi, salmi e concessioni, liberi dai sacrifici espiatori per colpe non nostre, liberi dalle false promesse di una pace e di un bene di cui continuano a derubarci. Liberi dall'inflazione, dall'imminente recessione, dal dominio delle borse e dal ricatto del denaro, liberi dal veleno dei tetri forzieri industriali, liberi dallo sfarzo delle cattedrali di greggio, liberi da questi ininterrotti deserti di avidità , morte ed egoismo. Liberi affinchè la fine di quest'anno segni per noi l'inizio di un qualcosa di veramente nuovo.
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