La discesa agli inferi e i buoni diavoli
Mercoledi 27 Ottobre 2010 alle 22:39 | 0 commenti
Caro Direttore, dimenticavo di raccontarle dove mi ha portato il destino in questi giorni di latitanza. Lei non ci crederà , ma sono disceso agli Inferi. Sono stato invitato da Virgilio e Dante, mie vecchie amicizie. Sono decrepiti e avevano bisogno che qualcuno portasse i bagagli. Io ho accettato con gioia: non solo ho fatto volentieri il servo per questi due maestri del genere umano, ma avrei fatto anche l'asino da soma, tanto li amo, li rispetto e li apprezzo.
Le racconterò un'altra volta (in endecasillabi) tutte le avventure vissute, voglio solo soffermarmi sui dialoghi che ho avuto con i diavoli. Ce n'è di tutti i tipi: lavoratori indefessi o pigri incurabili; efficienti o sciatti; impegnati o menefreghisti; simpatici o antipatici; buoni o cattivi. Mi soffermo su quest'ultima qualifica. Avendo visto alcuni di loro accanirsi a torturare, sbranare, graffiare, eviscerare, fracassare, bruciare, decapitare, smembrare (quest'ultimo trattamento riservato ai lussuriosi), rivolgendomi al diavolo accompagnatore mi scappò di dire: "Ma questi diavoli sono proprio cattivi". Costui sogghignò tra sé e sé, sussurrando poi tra i denti: "Questi sono proprio quelli che noi definiamo buoni diavoli. Quelli cattivi sono coloro che battono la fiacca".
Arrivederci, caro direttore
Assaggio in endecasillabi della "Diabolica Commedia"
Putevano l'ascelle dei demoni
nel mentre s'affannavan torturando,
e l'anime dannate in alti toni
piangevan pel destino miserando.
"O quanto son cattivi, come Giuda",
con lagrime sclamai molto piangendo.
E mentre m'ascoltava il capo inferno,
sorrise e mi rispose appassionato:
"Ti voglio riferire che all'interno
di questo caro luogo dedicato
al malo trattamento dei dannati,
per essere più ben considerato
l'impegno devi mettere ai malnati
e in torturar non devi mai ristare.
Ed i lavorator son salutati
diavoli buoni per il lor ben fare,
essendo questo luogo allo contrario
del vostro mondo fatto in terra e in mare".
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