Goldin: la dignità degli indignati, i black block l'hanno colpita per non farne parlare
Domenica 16 Ottobre 2011 alle 11:37 | 0 commenti
 
				
		
Riceviamo da Marta Goldin, Vice Presidente Associazione Civica Vicenza Capoluogo che scrive a titolo personale, e pubblichiamo .
ieri, 15 ottobre 2011, abbiamo assistito all'ennesima pagina di violenza nella cronaca nazionale. Abbiamo visto alla televisione i filmati e le immagini di Roma e siamo tutti sgomenti nel vedere gli atti di certi delinquenti che hanno deturpato e rovinato l'intento di chi invece ha popolato le strade e le piazze per una pacifica e legittima manifestazione, volta ad esprimere un disagio, un malessere diffuso che si configura sempre più quale emergenza sociale (nella foto Marta Goldin in corteo a Vicenza).
I black block si sono impossessati di troppe cose oggi a Roma: dei  negozi di chi ha lavorato una vita, delle auto che hanno bruciato, delle  persone che per loro colpa sono state ferite, delle strade, delle  vetrine, degli edifici che hanno distrutto e delle pagine dei giornali. 
 
E visto che oggi questi delinquenti si sono presi fin troppo, vorrei  riportare la discussione alle migliaia di persone, gli indignati veri,  che oggi sono andati a Roma.
Quelli esasperati dalla situazione che  la nostra società attraversa, quelli che hanno respinto i black block  perché, nonostante fossero altrettanto arrabbiati, hanno deciso di  manifestare tale rabbia con legittimità, rispetto e dignità.
Facciamo  un atto doveroso, abbandoniamo le immagini dei danneggiamenti e della  violenza e guardiamo invece i volti della società civile che ha sfilato a  Roma.
Concentriamoci su chi ha scelto la strada della liceità per  esprimersi, chi ha manifestato contro la precarietà, contro le politiche  monetariste imposte dalla Bce e dall'Fmi, chi ha manifestato perché si  chiede che fine abbia fatto la democrazia.
Interroghiamoci sul perchè di tanta esasperazione, sulle motivazioni che hanno spinto i cittadini a scendere in piazza. 
Non  è giusto, per gli indignati veri, che tutta l'attenzione si concentri  ora sui black block. Parliamo invece del perché gli indignati veri  fossero così numerosi, soffermiamoci sulle ragioni che spingono i  giovani ad essere così scoraggiati, arrabbiati, frustrati dalla  prospettiva di non avere futuro.
E' sempre la solita questione: un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce.
Cerchiamo  per una volta di concentrarci sulla foresta che cresce, sulle migliaia  di persone pacifiche e rispettose che oggi sfilavano e riempivano le  piazze della nostra capitale. Non dobbiamo permettere a quei pochi  delinquenti di impossessarsi dello spazio che invece meritano i molti  cittadini onesti che oggi popolavano Roma: gli indignati.
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