Manifesti politici: oggetti da collezione
Martedi 5 Febbraio 2013 alle 19:22 | 0 commenti
Dopo tanti sprechi la crisi colpisce anche i partiti politici che vanno a caccia di elettori sempre di più col porta a porta e col web e sempre meno con la pubblicità sui quotidiani e sulle tv se si esclude la quantità , enorme, di spazi che queste stesse stesse "regalano" a ogni loro starnuto facendosi concorrenza da sole non vendendo spazi che almeno andrebbero lautamente pagati visto che sono tanto più lunghi quanto più grosse sono le corbellerie a cui danno eco.
Se la crisi taglia i fondi di chi li ha ricevuti in gran misura per il semplice fatto di avere gruppi in parlamento, ad essere svantaggiati sono le nuove formazioni che di soldi pubblici non me hanno avuti e che, quindi, devono attingere a risorse autogenerate se alla loro testa non ci sono imprenditori disposti a spendere per se stessi, come potrebbe essere Per chi si candida in proprio, o per lobby amiche.
Ma col generale ristagno dell'economia e col proliferare di liste che rendono difficile pronosticare il loro Roi, il ritorno dell'investimento legato alla conquista di seggi in parlamento,  anche i Giampietro Samorì di turno o giornalisti alla ventura come Oscar Giannino, a cui molto sarà stato promesso perchè portasse verve e competenza critica nelle stanze del potere legislativo, fanno fatica a spendere o a trovare euro per promuovere idee, progetti, liste e sogni di gloria.
E allora ecco che anche gli spazi riservati per legge dal comune alla pubblicità con i tradizionali manifesti appaiono semplicemente vuoti, scena insolita fino all'ultima tornata elettorale quando addirittura c'era anche chi andava in tribunale perchè i suoi poster erano stati coperti illecitamente da attacchini notturni di partiti e candidati avversari senza i permessi e senza aver pagato le tasse comunali. Che quest'anno languiranno non per evasione di obblighi erariali ma per assenza di carta e colla.
Gli unici, e piccoli, manifesti che si vedono in giro (e che è possibile diventino oggetti da collezione vista la loro rarità ) sono, per ora e ad esempio. quelli del Movimento 5 Stelle, gli altri del Movimento di Cristina Caretta "sorella" di Fratelli d'Italia e quelli della Lega nord, che i fondi li ha avuti ma, dicono, non ne ha fatto un uso propriamente politico così da far sembrare autoironico il loro proclama.  "Tratteniamo il 75% delle tasse al nord", c'è scritto a mò di dantesco contrappasso per il duo tesoriere Francesco Belsito che i soldi che avevamo dato tutti noi alla Lega li aveva portati fino in Tanzania.Â
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