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Ipab Day, presidio Cisl davanti alla sede dopo la bufera sul cda. Proclamato lo sciopero: "dov'è la riforma regionale?"

Di Edoardo Pepe Martedi 4 Dicembre 2018 alle 15:03 | 0 commenti

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Presidio della Cisl Vicenza in contrà s. Pietro 60 Vicenza in questa mattina del 4 dicembre davanti alla sede direzionale dell'Ipab di Vicenza, nelle ultime settimane di nuovo nell'occhio del ciclone con le dimissioni irrevocabili del CdA. Una vicenda già approdata in consiglio comunale con svariate Domande d'Attualità dell'opposizione (con Rolando e Sala) e della maggioranza (con Siotto, Danchielli e Lunardi) alle quali ha risposto il sindaco. C'è lo spettro del terzo commissariamento per Ipab Vicenza in nove anni. 

Di seguito la nota ufficiale del sindacato: 

Martedì 18 dicembre per i 2.000 lavoratori delle 20 Ipab vicentine, come per i loro colleghi di tutto il Veneto, FP Cisl e Fisascat Cisl di Vicenza hanno proclamato una giornata di sciopero contro la mancata approvazione della riforma regionale degli Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza, che sta penalizzando gravemente l’attività di queste strutture, con pesanti ricadute per i cittadini bisognosi di assistenza, i loro familiari e i lavoratori. «L’Ipab di Vicenza in particolare - ricorda Raffaele Consiglio, segretario generale provinciale di Cisl Vicenza - è una delle più importanti del Veneto, con un patrimonio immobiliare di oltre 40 milioni di euro, eppure i conti continuano a non quadrare. In questo però una responsabilità importante ha a nostro avviso la Regione Veneto, che continua a rimandare la riforma del settore: siamo l’unica Regione che non l’ha ancora approvata, dopo che il Parlamento aveva affidato proprio alle Regioni la delega ancora nel 2000». E proprio l’approvazione del progetto di legge regionale n. 25/2015 - la tanto attesa riforma - sarà la prima richiesta avanzata in occasione dello sciopero di martedì 18 dicembre, che vedrà i lavoratori partecipare anche ad un corteo di protesta a Venezia.

Anche perché la situazione attuale appare unica e paradossale, senza precedenti e non priva di rischi e incognite come spiega Ruggero Bellotto, segretario provinciale di FP Cisl: «Un esempio esaustivo è l’aliquota IRAP che oggi grava sulle IPAB, è infatti più che doppia rispetto a quella applicata alle strutture private che svolgono i medesimi servizi. In pratica il pubblico penalizza il pubblico. Ed è ormai palese che non riformare il settore, corrisponde a una precisa scelta politica: privatizzare i servizi offerti ai cittadini; che devono invece rimanere pubbliche, sia perché sono il frutto dei lasciti dei cittadini, sia perché svolgono un servizio essenziale e destinato a essere sempre più delicato e strategico con il progressivo invecchiamento della popolazione. Attualmente i servizi pubblici di cura e assistenza ai cittadini sono già integrati da aziende private e questo equilibrio va difeso e sostenuto in quanto assicura la qualità di cura e assistenza a tutti».

Nella visione di FP Cisl, non solo le Ipab devono restare pubbliche, ma devono essere più integrate anche dal punto di vista gestionale nella rete dei servizi pubblici socio-sanitari: «Unificare le attività amministrative e di approvvigionamento - prosegue Bellotto - porterebbe immediati risparmi. E sarebbe un segnale importante anche per i dipendenti, che devono essere inquadrati nel contratto della Sanità, anche per favorire la loro integrazione nel sistema socio-sanitario pubblico».

In questo modo si liberebbero risorse importanti, per rimettere in ordine i conti e reinvestire sul potenziamento dei servizi, in primis con l’incremento dei posti letto per i quali la Regione paga la quota per l’assistenza sanitaria.

E poi vi sono le questioni che riguardano più direttamente i lavoratori del settore: «Per quelli delle strutture private - incalza Bellotto - deve essere ripristinato il vincolo a rispettare il contratto nazionale di lavoro sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei lavoratori: basta contratti di comodo sottoscritti con piccole sigle sindacali solo per ridurre le paghe dei lavoratori! E poi ci sono i lavoratori degli appalti, ai quali va garantito, in caso di subentro di una nuova azienda, la continuità del posto di lavoro, della formazione e del trattamento contrattuale. Basta appalti al massimo ribasso scaricati sulle spalle dei lavoratori».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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