Intesa Sanpaolo, accordo su 4 mila esuberi con sindacati per BPVi e Veneto Banca
Venerdi 14 Luglio 2017 alle 16:35 | 0 commenti
Intesa Sanpaolo e le Segreterie Nazionali e le Delegazioni di Gruppo di FABI, FIRST/CISL, FISAC/CGIL, UGL CREDITO, UILCA e UNITA' SINDACALE FALCRI-SILCEA-SINFUB hanno firmato il "Protocollo per l'avvio dell'integrazione delle ex Banche Venete in Intesa Sanpaolo". L'accordo rappresenta il primo fondamentale strumento a sostegno della realizzazione degli obiettivi dell'operazione posta in essere da Intesa Sanpaolo.
L'intesa raggiunta trova applicazione nei confronti del personale delle ex Banche Venete confluito nel Gruppo ISP in data 26 giugno 2017 per effetto del Decreto Legge n. 99/2017, in particolare quello che svolgeva in Italia attività per:
Banca Popolare di Vicenza 

Veneto Banca 

Banca Nuova 

Banca Apulia 

SEC 

Servizi Bancari

Inoltre l'accordo definisce:
un modello di relazioni industriali coerente con le prassi in essere nel Gruppo Intesa Sanpaolo ed adeguato alla natura straordinaria dell'operazione; 

un piano di riduzione del personale coerente con le disposizioni dei Regolatori; 

un quadro normativo di riferimento da applicare in via transitoria al rapporto di lavoro del personale appartenente al perimetro delle ex Banche Venete confluito in Intesa Sanpaolo ed un percorso da compiere per gestire l'integrazione in relazione all'unicità e alla straordinarietà dell'operazione. 

Stante la necessità di attuare la riduzione degli organici di circa 4.000 unità , al fine di attenuare quanto più possibile le ricadute sociali, è stato condiviso il ricorso alle prestazioni straordinarie del "Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell'occupazione e della riqualificazione professionale del personale del credito". La realizzazione di tale obiettivo avverrà su base volontaria.
Il Protocollo ha definito le regole per le prime 1.000 uscite dalle Banche Venete per accedere al Fondo di solidarietà a partire dal mese di ottobre ed entro dicembre.
Dopo la verifica sulle adesioni prevista a fine settembre e la definizione delle modalità per le uscite delle ulteriori circa 3.000 persone, il percorso proseguirà per individuare le altre misure quali il ricorso alla mobilità territoriale e iniziative di formazione per la riconversione/riqualificazione delle professionalità che consentiranno la salvaguardia dei posti di lavoro a fronte, tra l'altro, della necessità di ridurre a 300 le circa 900 Filiali facenti parti del perimetro ex Banche Venete, nonché di integrare i sistemi informativi e di gestione dei rischi.
Nell'accordo è stata confermata con forza la richiesta che il Decreto Legge n. 99/2017 sia al più presto convertito in legge, anche al fine di dare le necessarie certezze ai lavoratori coinvolti.
"L'importante accordo che abbiamo definito in piena sintonia con le Organizzazioni Sindacali rappresenta l'ulteriore conferma di come Intesa Sanpaolo ponga al centro dei propri piani di sviluppo le persone" ha commentato Eliano Lodesani, Chief Operation Officer di Intesa Sanpaolo. "La forte tutela dell'occupazione delle due ex Banche Venete con alle spalle anni molto difficili è la miglior base di partenza di una nuova fase. Punteremo sugli investimenti in formazione e riqualificazione delle professionalità e sugli investimenti in tecnologie. Non solo, la rete delle filiali, seppur ridotta nelle sue dimensioni, sarà oggetto di un piano di rinnovamento. Grazie a un significativo impegno per la formazione delle persone e per il rilancio della qualità del servizio, le due ex Banche Venete potranno tornare a svolgere un ruolo centrale nell'economia di territori a forte vocazione imprenditoriale, che mostrano notevoli tassi di crescita. Abbiamo messo a disposizione di imprese e famiglie un plafond di 5 miliardi di euro: un contributo determinante per l'immediato rilancio dell'attività di professionalità qualificate destinate a fare parte integrante di un Gruppo del valore di Intesa Sanpaolo".
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