Intervista:vicentino Diego Gennaro ai Panthers
Lunedi 4 Ottobre 2010 alle 23:39 | 0 commenti
Panthers Parma - La prima pedina avanzata dal presidente Ivano Tira sullo scacchiere targato 2010/2011 è di quelle che auspica uno scacco matto. Diego Gennaro svela di arrivare a Parma dopo anni di corteggiamento. Nella società ducale però non vuole solo giocare ma è deciso a contribuire a far crescere i più giovani e così in attesa dell'inizio del campionato, tra circa sei mesi, ha già indossato la maglia dell'allenatore al fianco dello coaching staff dell'Under 21 e dell'Under 18.
Perché hai scelto i Panthers?
Diciamo che ci siamo scelti a vicenda. E' anni che io e il presidente Tira ci facciamo la corte. Qui trovo un programma serio di lavoro che mi permetterà di fare una preparazione più completa e allenarmi con costanza; sono convinto che in questo modo potrò fare una buona stagione giocando ad alti livelli. A Bolzano per come era gestita la prima squadra ci allenavamo tutti insieme solo il venerdì.
Come è nata la tua esperienza austriaca?
E' nata grazie a Bolzano dove ogni anno veniva organizzato un torneo internazionale con squadre svizzere, austriache e tedesche. Così ho ricevuto l'invito di giocare a Graz.
Che differenza hai trovato tra le squadre straniere e quelle italiane?
Diciamo che a livello di gioco non c'è tanta differenza. Quello che ha permesso alle squadre austriache e tedesche di fare un passo avanti è l'aspetto fisico-atletico: tutti i giocatori fanno palestra ogni giorno, noi siamo ancora lontani da questa mentalità . Sul piano della velocità invece siamo sullo stesso piano. All'epoca, quando ho giocato in Austria il numero di giocatori americani era illimitato ora ne possono avere massimo tre in campo ma sei a roster e il numero dei giocatori oriundi o con doppio passaporto è libero e personalmente credo che confrontarsi con giocatori più forti ti aiuta a migliorare.
Cosa pensi dell'attuale situazione del football americano in Italia?
Tutte le società dovrebbero puntare sul settore giovanile perché il movimento può crescere solo se lavori dalla base.
Quale giocatore straniero vorresti con te in squadra?
Sicuramente Reggie Greene, mio runningback quando giocavo a Bolzano; è un giocatore straordinario.
Tra gli italiani c'è qualcuno in particolare che desidereresti avere come compagno?
No. Credo che il nostro gruppo sia ricco di giovani promettenti come Monardi e Canali che possono davvero diventare colonne portanti di questa squadra.
A 39 anni hai deciso di tuffarti in una nuova avventura, ma cosa vedi nel tuo futuro?
Sicuramente punto a giocare fino al 2013 per disputare un altro campionato Europeo con la nazionale. Per il dopo si vedrà ; la mia intenzione è giocare il più possibile.
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