Interpellanza su adozioni bambini Haiti
Lunedi 8 Febbraio 2010 alle 13:49 | 0 commenti
On. Daniela Sbrollini
Haiti. Pd, governo informi Camere su monitoraggio adozioni bambini
"Il governo informi il Parlamento sul monitoraggio delle adozioni di bambini haitiani già in corso. Chiediamo anche all'esecutivo di attivare gli opportuni contatti con le autorità competenti per accelerare gli affidamenti, come accaduto in passato con i bambini di Chernobyl". Lo ha detto Daniela Sbrollini, deputata Pd in commissione Affari sociali della Camera durante la discussione di una sua interpellanza urgente su questo tema nell'aula della Camera, firmata da tutti i deputati democratici della commissione.
"L'adozione è una cosa seria e impegnativa - ha proseguito Sbrollini -. Incide profondamente sull'esistenza delle persone in essa coinvolte, a partire da quella dei bambini. Per questo non bisogna confonderla con un'azione solidale. Una cosa è attivare aiuti e assistenza per i bambini di Haiti, altra cosa sono le procedure di adozione che, non a caso, nell'ordinamento internazionale e italiano sono regolate da procedure di garanzia, volte ad accertare l'esistenza di una serie di condizioni. Ci vogliono prudenza e rigore proprio a tutela dell'equilibrio del bambino e del suo sviluppo psicologico, in considerazione degli esiti in numerosi casi discutibili di operazioni compiute senza le garanzie procedurali richieste. Per questo è anche necessario verificare l'attento e responsabile rispetto delle procedure stabilite per le adozioni a tutela dei bambini interessati".
Testo Interpellanza Urgente
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri
per sapere - premesso che:
la tragedia del terremoto di Haiti ha determinato per la popolazione colpita, come è noto, condizioni estreme di sopravvivenza e gravi ostacoli per la fruizione delle più elementari condizioni di normalità , di cui fanno le spese, in particolare, i soggetti più deboli, tra i quali i bambini;
di fronte ad eventi tanto drammatici si è sollevata, a livello internazionale, un'ondata emotiva che, oltre a far lievitare l'offerta individuale di aiuti e a rafforzare la mobilitazione delle organizzazioni umanitarie, ha stimolato dichiarazioni di disponibilità per l'affidamento e l'adozione di bambini, che da più parti si chiede di realizzare anche con soluzioni di emergenza e con procedure accelerate;
la ricerca di soluzioni per la situazione di grave disagio in cui versano i bambini haitiani, per quanto sincera e generosa, non può prescindere dalla considerazione che l'adozione rappresenta un atto che incide profondamente sull'intera esistenza delle persone in essa coinvolte, a partire da quella dei bambini, e che nell'ordinamento internazionale e italiano esistono procedure di garanzia, volte ad accertare l'esistenza delle condizioni richieste per tale misura;
in particolare, devono essere acquisite in via formale la dichiarazione di adottabilità emessa dalle autorità del Paese nel quale il bambino risiede e quella di idoneità della coppia che avanza la richiesta di adozione;
alcuni precedenti inducono a grande prudenza e rigore proprio a tutela dell'equilibrio del bambino e del suo sviluppo psicologico e umano, in considerazione degli esiti in numerosi casi discutibili di operazioni compiute senza le garanzie procedurali richieste;
la stessa Unicef, per bocca di alcuni suoi dirigenti internazionali, ha invitato a non cadere in una controproducente «precipitazione a causa della situazione di estrema confusione determinata dall'ampiezza della catastrofe» e a cercare tutte le strade possibili per fare in modo che i bambini siano assistiti in loco in modo adeguato;
nel caso specifico, occorre superare anche difficoltà legate al funzionamento delle strutture pubbliche haitiane, come testimonia l'esperienza fatta sul campo dall'associazione Nova, legalmente titolata ad effettuare adozioni con Haiti, che, dopo un impegno di alcuni anni profuso dal 2002 al 2005, è stata costretta a sospendere l'attività di adozione in quel Paese a seguito delle remore di ordine burocratico, attinenti al rispetto delle procedure previste;
in questi giorni diversi rappresentanti di organizzazioni direttamente impegnate nei soccorsi ad Haiti hanno richiesto di fare ogni sforzo possibile per non recidere i legami e gli affetti che i bambini hanno nella realtà in cui vivono e di aiutarli con adozioni a distanza o, comunque, con la prospettiva di uno stabile collegamento con il loro contesto di nascita e di vita
-:
se le esigenze indicate abbiano trovato riscontro nelle indicazioni che il Governo ha dato per l'utilizzazione degli 1,8 milioni attribuiti in parte alla Caritas, a Save the children e all'Unicef e quali criteri comunque intenda seguire nella ripartizione delle somme residue a favore di enti e organizzazioni che richiedano di intervenire in quella situazione;
se non intenda monitorare le situazioni di adozione in corso e in preparazione nei confronti dei bambini haitiani, informandone adeguatamente il Parlamento, sviluppando nell'occasione anche gli opportuni contatti con le autorità competenti per accelerare gli affidamenti, come accaduto in passato con i bambini di Chernobyl, e verificare l'attento e responsabile rispetto delle procedure stabilite per le adozioni a tutela dei bambini interessati.
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